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Marziani o Struzzi ??....

A cura di Arturo Maullu*

Nel vedere alcune delle note di risposta all’invito che il nostro sindacato manda alle mail list degli atenei mi viene da pensare che troppi di noi vivono, non so se stabilmente, su Marte, già perché quello che sta accadendo (certamente non all’improvviso) in tanti Atenei ma anche in tante altre amministrazioni pubbliche è la logica conseguenza di una politica di governo incentrata sull’ideologia Brunettiana, mai smentita dai suoi successori, che vuole i dipendenti pubblici (quasi) tutti pelandroni per cui ogni vessazione è lecita. Blocco dei contratti, maggior carico di lavoro, riduzione dei diritti e marcato aumento dei doveri e soprattutto dei carichi di lavoro, blocco del turn-over, taglio dei permessi sindacali del 50% perché non si sa mai che magari questi pelandroni magari potrebbero pure organizzarsi nelle assemblee (ridotte così, senza colpo ferire, a sei ore annue) e magari rispondere a tono ai soprusi del governo centrale o dei loro proconsoli locali, come nel caso nostro, i rettori appunto. Che in passato le organizzazioni sindacali abbiano dedicato molte, troppe, delle loro potenzialità per garantirsi altre prerogative invece di tutelare a tutto campo i diritti dei lavoratori è arcinoto, ciò nonostante, restano l’unico strumento democratico che la Costituzione mette a disposizione dei lavoratori per essere rappresentati nei tavoli negoziali.

Da alcuni anni invece capita che governi di varia estrazione vadano cercando norme sempre più restrittive ed in alcuni casi anche delegittimanti dell’operato degli organi di rappresentanza dei lavoratori e, vista la reazione di molti colleghi, ci stanno pure riuscendo, l’obbiettivo è chiaro, tornare al ''far west'' nel quale i lavoratori si trovavano fino all’ultimo dopoguerra, ogni uno per sé e Dio per tutti.

Ovviamente, una volta eliminati i sindacati, cosa che in passato è riuscita anche ad altri governanti che della democrazia “se ne fregavano” i lavoratori, che si insiste a definire “risorse”, quindi merce, o se si preferisce massa da “guidare” e, scusate il francesismo, ‘’inchiappettare’’ senza che neppure possano fiatare, in caso contrario, una buona dose di olio di ricino (in senso figurato s’intende) non la si nega a nessuno.

Cambiano i tempi ed i partiti o i nomi dei governi nazionali e delle loro filiazioni locali, rettori compresi, ma i sistemi sono sempre gli stessi, delegittimare le organizzazioni attraverso le quali i lavoratori portano avanti le loro rivendicazioni, applicando in modo sistematico il motto “dividi et impera” e viste le reazioni di alcuni dei suddetti “marziani” ci riescono pure.

Chiaramente i sindacati non sono una entità astratta ma uno strumento essenziale il cui corretto utilizzo dipende solo dalla volontà dei lavoratori, che si ritrovano chi nell’una chi nell’altra sigla, ritenendo che l’unità faccia la forza, anche se diverse risposte date al nostro invito per un maggior coinvolgimento di tutti nell’attività sindacale sembrerebbero dire il contrario, esattamente ciò che vuole chi ci governa, a tutti livelli, rettori compresi. Nonostante ciò noi insisteremo nel chiedere ai lavoratori ed alle lavoratrici di essere attori protagonisti, non comparse, in tutto ciò che riguarda il mondo del lavoro, poiché deve essere chiaro che la politica sindacale o la fai e te ne assumi tutte le responsabilità che il mandato ti impone, o la subisci, non ci sono vie di mezzo. E se la subisci non hai più diritto a recriminare poi…

Arturo Maullu - Segretario generale CSA della Cisal Università*

 
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