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Gestione del TFR in un Fondo Pubblico

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Gestione del TFR in un Fondo Pubblico

Negli ultimi tempi si parla, e sempre più insistentemente, di far decidere ai lavoratori, se versare una parte del loro TFR allo Stato e più precisamente all’Inps, insomma, una parte di quella che è più consistente e che andrebbe comunque ai fondi pensione e/o lasciata in azienda.

GESTIONE DEL TFR IN UN FONDO PUBBLICO

Negli ultimi tempi si parla, e sempre più insistentemente, di far decidere ai lavoratori, se versare una parte del loro TFR allo Stato e più precisamente all’Inps, insomma, una parte di quella che è più consistente e che andrebbe comunque ai fondi pensione e/o lasciata in azienda.

La notizia ha già sollevato, tra gli addetti del settore, alcune perplessità. Questo perché l’Inps, già a partire dal 2007, è destinataria di quota parte del TFR individuale che viene lasciato in azienda e non destinato ai fondi pensione.

La perplessità nasce dal fatto che ancora oggi, non sappiamo com’è gestito dall’Inps e a quanto ammonti il saldo di quanto già versato al predetto istituto. Facendo i dovuti calcoli, a oggi, dovremmo avere (nel fondo) poco più di trenta miliardi di euro; una cifra considerevole visti i tempi ma, si ribadisce, non sappiamo neanche come vengono gestiti e quali siano le destinazioni dei versamenti.

E’ vero, che l’istituto ha dato prova, in passato, di affidabilità nella gestione previdenziale però, e non si può non farlo notare, in altre circostanze gli esiti delle scelte (anche politiche) non hanno dato i frutti sperati. Ci riferiamo alla famosa "cartolarizzazione" degli immobili Inps (che ha coinvolto anche gli immobili dell’Inpdap) che di fatto ha permesso la cessione a privati di un ingente patrimonio immobiliare. In molti casi ad una cifra irrisoria in altri con una spesa, (con vendita a prezzi inferiori della valutazione del mercato e contemporaneamente con l‘affitto a carico dell’istituto perché gli uffici non si sono mai mossi dalla sede).

Il vero problema però è la gestione del fondo in quanto non si conoscono i metodi di controllo che sono attuati sulla gestione. Gli organi di controllo previsti dalla nostra Costituzione (Corte Conti, Ragioneria dello Stato) non si sa cosa fanno e soprattutto di quali atti contabili sono possesso. Avendo l’Inps dei progetti di speculazione immobiliare in atto, vengono usati anche gli introiti dei Tfr per tali scopi? E soprattutto chi decide se tali progetti siano affidabili se anche all’interno dell’istituto, a volte, i pareri sono discordi ?

Come nel caso in cui alcuni quotidiani hanno fatto emergere delle volontà (non si sa di chi) di far approvare l’accordo immobiliare con il costruttore Luca Parnasi ( per mezzo della Sgr Idea Fimit che gestisce gli immobili Inps) a cui si è opposto il direttore generale dell’Inps Mauro Nori il quale, parrebbe, non sia convinto della buona riuscita dell’affare. In pratica si tratta di cedere un palazzo dell’Inps con sede a Roma in via Panciani ( che peraltro è dato in affitto alla provincia di Roma che paga un canone e quindi l’immobile genera un reddito) ottenendo, in cambio, una quota societaria della società Parsitalia che sta realizzando un enorme complesso residenziale nel comune di Marino.

La cosa strana è che se l’attuale inquilino volesse acquistare l’immobile, dovrebbe pagarlo 70 milioni di euro mentre nella permuta con il costruttore, il valore sarebbe di 65 milioni di euro (senza contare che i tempi non sono certo favorevoli per gli investimenti immobiliari).

Quindi il vero problema è il controllo dell’investimento delle risorse. In pratica chi gestisce i fondi dei Tfr lo deve fare comportandosi da speculatore, gestire il tutto come se stesse gestendo i suoi risparmi e far si che la resa sia la più proficua possibile e non investire in progetti e/o cause di amici e conoscenti vari e, soprattutto, per tornaconto personale. Durante i convegni nazionali della Cisal abbiamo precisato che i sindacati non devono sedere con propri rappresentanti nei cda dei fondi pensioni, bensì dovrebbero stare negli enti che controllano la gestione dei fondi, proprio per meglio tutelare i lavoratori. Bisogna impedire che la politica gestisca in modo diretto o indiretto i fondi pensione perché sarebbe troppo facile utilizzare parte delle enormi somme di denaro accantonate per risolvere uno o più problemi contingenti, ammesso che non stia già accadendo mentre si scrivono queste righe…

Roma 13 Gennaio 2014
Per l’Ufficio Studi CSA della CISAL Università
Il Consulente Nazionale in Materia Previdenziale
Dott. Damiano Curcio

 
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