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Rinnovo CCNL''dalla CRUI all'ARAN'':misera condizione stipendiale personale TA

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Rinnovo CCNL ''dalla CRUI all'ARAN'': misera condizione stipendiale personale TA

Roma 24.06.2008 Appena pochi giorni fa c’è stata la risposta del prof. Mancini, Presidente del Comitato di Settore della CRUI all’ARAN circa le modalità di rinnovo del CCNL del Comparto Università. Tra i punti del suddetto documento, quello riferito alla misera condizione stipendiale del personale del Comparto è quello più eclatante, non tanto perché è anche il primo punto della nostra piattaforma contrattuale, ma soprattutto perché è un’ammissione univoca da parte dei Rettori, nostri datori di lavoro.

A dire la verità sono solamente gli ultimi in ordine cronologico ad ammettere questa evidente sperequazione stipendiale nei confronti dei lavoratori e lavoratrici dell’Università rispetto al restante personale del Pubblico Impiego, si erano già pronunciati in tal senso, la stessa ARAN, l’ISTAT, ed altri autorevoli organi dello Stato.

Quindi cosa fa il Governo per risolvere il problema ? intanto il ministro della F.P. On.le Brunetta, come per tutti gli settori del P.I. ci indica come “pelandroni”, dimenticandosi di aggiungere che a differenza di altri settori, sulle università anche a causa delle continue “riforme” che ogni ministro si sente in obbligo di rifilarci, negli ultimi anni è notevolmente aumentato il carico di lavoro, a causa dal famigerato 3+2 ,alle competenze trasferite dalle regioni alle università in materia di formazione nelle lauree per le figure sanitarie etc…, per contro, è stato bloccato il turnover e si è notevolmente accresciuto il precariato.

Ciò nonostante, tutte le componenti politiche sia di governo che di opposizione, compresa la Confindustria e la Chiesa, ammettono che in Italia esiste un problema salariale, molte famiglie hanno problemi per arrivare alla quarta settimana, come si risolve questo problema ?, semplice, per i rinnovi contrattuali, il Ministro dell’economia On.le Tremonti dispone che essi non possano essere rinnovati con aumenti superiori al 1,7% per il 2008 ! questo è il tasso d’inflazione programmata previsto nel Dpef.

L’ISTAT, che pure già bara di suo sui numeri ammette che al momento l’inflazione rilevata si aggira intorno al 3,7%, ben oltre il doppio di quella prevista dal governo, il quale si difende citando non meglio precisate norme dettate dalla Comunità Europea, naturalmente si dimentica di dire che gli stipendi e salari in Italia sono tra i più bassi in Europa ! e che l’inflazione in Italia viaggia a livelli doppi rispetto al resto d’Europa.

Qualcuno potrebbe obiettare che sono stati comunque assunti alcuni provvedimenti in favore delle categorie deboli, detassazione dello straordinario ma non per i dipendenti pubblici, eliminazione dell’ICI ma niente sgravi per chi è in affitto etc…, ci spiace, ma questa non può essere indicata come “buona volontà a fare bene”, anzi, sono state disattese le speranze di miglioramento delle condizioni di vita delle categorie più svantaggiate.

Il nostro giudizio sulle prime azioni di governo di questa nuova maggioranza è fortemente negativo sull’impostazione generale ma soprattutto su quanto si propone di fare per l’Università italiana, tagli ai finanziamenti del FFO, nessuna perequazione stipendiale, mantenimento del blocco dell’accessorio e del turn over, se il buon giorno si vede dal mattino…..

Sul piano generale, la cosiddetta RIFORMA DEL LAVORO DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI, è strettamente collegata alla RIFORMA DEL MODELLO CONTRATTUALE. In pratica si tratta di un pesante intervento sulle competenze delegate oggi alla contrattazione per arrivare nei fatti a imporre la prevalenza degli atti normativi definiti per legge, rispetto alla contrattazione.

Le convocazioni per i rinnovi contrattuali avranno valenza di consultazione, che nell’ambito politico è riservato alle Confederazioni mentre le organizzazioni sindacali di categoria saranno relegate ad un tavolo tecnico che in realtà non potrà fare altro che subire quanto già deciso in altro ambito. Per contro si inaspriscono le sanzioni disciplinari, siamo quasi a livello di repressione in quanto si tende a verificare ogni comportamento in ambito lavorativo indipendentemente dalle condizioni di lavoro con una evidente volontà intimidatoria nei confronti di chi si rende attivo nei conflitti sindacali.

Su queste problematiche ci attendiamo un pronunciamento chiaro da parte della Confederazione, non escludendo comunque di poter intraprendere azioni comuni con altre O.S. autonome e non, che condividano questa nostra posizione.

Roma 24/06/2008

Il segretario generale CSA della Cisal Università (Arturo Maullu)

 

 
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