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Diritto del lavoro; ieri diritti acquisiti, poi diritti inquisiti, oggi diritti requisiti….

A cura di Arturo Maullu*

Se ciò  che sta facendo questo presidente del consiglio lo avesse solamente ipotizzato Berlusconi, Monti, Letta  o chiunque altro sarebbe stato immediatamente proclamato lo sciopero generale a oltranza, ora invece, stranamente, tutto tace. E non ci riferiamo solo al modo in cui è stata presentata la cosiddetta “riforma della pubblica amministrazione” in totale assenza di un confronto con le parti sociali adottando  il metodo del prendere o lasciare. I pochi, ultimi diritti ancora rimasti in essere del tanto vituperato Statuto dei Lavoratori il signor 41% li sta demolendo senza che nessuno fiati, al massimo,  come dichiara il segretario generale della CISL che minaccia una protesta "Gandhiana e senza casino" (?).

Il signor Renzi ha detto a chiare lettere che se ne frega del consenso, che lui è stato messo lì (o si è messo da solo ?) per decidere e se a qualcuno non gli sta bene può anche tornarsene a casa, alla faccia della democrazia ! Vedasi i recenti casi dei 14 PD autosospesi ed il defenestramento di Corradino Mineo.

Ci sembra oltremodo strano che a non fiatare, oltre agli altri, sia soprattutto il sindacato di riferimento del PD, la CGIL la cui segretaria generale si è limitata a definire la proposta “deludente", "senza coraggio" e che "si accanisce contro i lavoratori", in altri tempi e per molto meno portarono in piazza un milione di lavoratori facendo cadere uno dei tanti traballanti governi di centrodestra. O Renzi ha in saccoccia elementi tali da poterli zittire con il ricatto di chissà quale ritorsione, oppure chissà cosa gli avrà promesso in cambio del silenzio sul gioco al massacro che sta portando avanti, che qualcuno degli addetti ai lavori (e favori) ci illumini per favore !....

E’ pur vero che anche in passato altre quote di diritti dei lavoratori sono state cedute in cambio di posti sicuri in parlamento con anche titolarità di ministeri, o CAF, patronati, garanzia di presenza in enti pubblici o partecipati, banche etc…così come ebbero in dote e tutt’ora possiedono edifici di prestigio dove alloggiare la loro pletora di funzionari e dirigenti, un tempo proprietà dei sindacati e delle corporazioni del fascio.

C’è qualcosa che non quadra, bisogna che questi signori spieghino ai lavoratori perché si deve rimanere 5 anni senza rinnovo del contratto nazionale anche se pure esso, ormai si era ridotto più ad un rito esteriore che a qualcosa di concreto, in quanto mediamente i rinnovi contrattuali portavano sì e nò 50 euro nelle tasche dei lavoratori, prendere o lasciare, quindi di contrattazione effettiva ce ne era ben poca dato che la contrattazione vera, come da prassi comune, si svolgeva tra vertici sindacali e governo di turno.

Se a questo aggiungiamo che ora per gli aumenti in busta paga non si deve neppure più far finta di contrattare perché gli 80 euro in busta paga si decidono per decreto è abbastanza evidente che si sta mirando a demolire la struttura di rappresentanza dei lavoratori.

Forse si vuole che ogni uno si difenda da sé e sappiamo come vanno a finire queste cose, se sei simpatico al capo ok, se invece nò, sei trasferito d’ufficio a 50 km dal luogo abituale di lavoro se ti va bene o anche a 100 se va male e, ovviamente  senza neppure chiederti il consenso, questa è democrazia ?

Il discorso, demagogico, sul taglio dei permessi e distacchi, è solo fumo negli occhi, in concreto vuol dire che se prima i lavoratori avevano diritto a 12 ore di permesso per partecipare ad assemblee ora ne avranno solo 6, in pratica due assemblee all’anno, lo stesso discorso vale per i permessi per gli RSU anch’essi dimezzati, non si tratta quindi solo dei permessi e distacchi dei dirigenti sindacali ma semplicemente di impedire alla base di ritrovarsi anche solo in assemblea per decidere il da farsi.


Roma 16.06.2014

Arturo Maullu

Segretario Generale CSA della CISAL Università*

 
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Assegno per il nucleo familiare. Nuovi livelli reddituali: 1 luglio 2023 - 30 giugno 2024



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