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Ancora Spending review .. e il blocco dei contratti

Segreteria Nazionale

Comunicato del 05.03.2013

''Ancora Spending review ... e il blocco dei contratti''

Eurostat conferma un dato che noi denunciamo da anni, la busta paga dei lavoratori italiani è la più leggera d’Europa o quasi. Quale rimedio propongono i tecnici ed i politici che dovrebbero governare le sorti del Paese i tecnici attualmente al governo, dove per altro pare che debbano stare ancora a lungo, propongono un ulteriore blocco dei contratti fino al 2017, così, tanto per migliorare la situazione.

La stessa Confindustria che fino a pochi mesi fa lamentava un eccessivo costo del lavoro, da qualche tempo ha cambiato registro e parla quasi esclusivamente di eccessivo carico fiscale e di scarsa produttività, i bassi salari non sono più un tema di attualità, almeno per loro.

Già, la produttività, per stare nel nostro campo, cioè nel pubblico impiego, i numeri, sempre certificati da Eurispes, dicono che il pubblico impiego in Italia pesa per poco più dell’11% del PIL, uno dei più bassi d’Europa, in Danimarca, è del 19,2% sul Pil, Svezia (14,4%), Finlandia (14,4%), Francia (13,4%), Belgio (12,6%), Spagna (11,9%), Regno Unito (11,5%).

In Italia ci sono 58 impiegati ogni 1000 abitanti, più o meno come la Germania che ne conta 56 in Francia con 94, Regno Unito 92, mentre in Svezia sono 135

In tutta Europa, il numero dei dipendenti pubblici è aumentato, in Italia è diminuito del 4,7% negli ultimi tre anni, 154.000 in meno ed è in calo costante già da 10 anni per cui insistere sulla produttività così come fa Confindustria ed anche molte parti politiche è quantomeno improprio.

Inoltre, le statistiche relative alle retribuzioni che già ci danno tra gli ultimi in Europa, non tengono conto di particolari categorie per le quali non valgono i blocchi contrattuali , in quanto non sono contrattualizzate come Generali, ambasciatori, magistrati, prefetti e manager pubblici che guadagnano quattro-cinque volte di più dell’impiegato medio, altrimenti scenderemmo ancora più in baso nella graduatoria.

A ciò si aggiunga un ulteriore dato negativo legato all’inflazione che in Italia, con il governo Monti ha raggiunto il picco massimo degli ultimi 15 anni il 3,2% nel 2012, solo negli ultimi 3 anni l’inflazione si è mangiato l’8% del potere d’acquisto e quindi dei salari.

A fronte di questa proposta indecente di blocco dei contrati fino al 2014, si continua a sperperare le esigue risorse economiche forzosamente drenate dalle buste paga sempre più leggère dei lavoratori con spese pazze, tipo la spesa militare che in Italia ha ormai raggiunto la cifra pro-capite di 598 dollari, maggiore a quella della Germania che si ferma a 550 dollari o del Giappone che arriva a 441 dollari; insomma ogni italiano spende in armamenti più di un tedesco, di un giapponese, di un russo o di un cinese.

E non è solo per gli F-35 che costeranno oltre 15 miliardi, o per i caccia Eurofighter (5 miliardi); in Italia abbiamo 600 generali contornati di benefit quali auto blu e relativi attendenti.

Parlavamo poc’anzi dei diplomatici, ebbene, tanto per fare un esempio, L’ambasciatore italiano a Berlino guadagna il doppio della cancelliera tedesca; al pari di molti suoi colleghi, dallo Stato Italiano percepisce circa 20mila euro netti al mese e governa una sede diplomatica con 58 persone, Angela Merkel dallo Stato tedesco riceve 9.072,43 euro netti per governare una nazione con 80 milioni di cittadini, la terza potenza economica del mondo; insomma il nostro Paese ha ben 325 sedi estere, più degli Stati Uniti (271), più di Russia (309), Regno Unito (261) e Germania (230).

Tra i non toccati dalla spending review e non rientranti nel blocco dei contratti un’altra categoria della quale abbiamo accennato, i prefetti, sono attualmente sono circa 1440 i quali dopo il concorso pubblico vengono avviati presso la scuola superiore per la pubblica amministrazione, presso la quale trascorreranno due anni a duemila euro al mese più vitto e alloggio extralusso; una volta usciti dalla scuola andranno a dirigere la P.A. nei vari ambiti; i loro compensi annui, vanno dai 57 mila euro per un Vice Prefetto aggiunto, sino ai 151 mila euro del Prefetto Capo Dipartimento che si possono arrotondare con doppi e tripli incarichi e funzioni di amministrazione straordinarie.

Parliamo ora di un’altra casta che in un saggio di Stefano Liviadotti (quello di "La Casta" e l’Altra Casta"), viene denominata "Magistrati. L'ultracasta", dove specifica che "il magistrato Italiano lavora 1.560 ore l’anno, che fanno 4,2 ore al giorno. Ma, quando arriva al vertice della carriera, guadagna mediamente il quadruplo degli italiani normali. Gli esami per le promozioni sono una farsa: li supera il 99,6 per cento dei candidati", mentre per noi plebei si parla tanto di merito !

I magistrati in Italia guadagnano da 37.454 a 122.278 euro, pari a 3,6 volte il salario medio annuo nazionale, in Germania da 38.829 a 86.478 euro, pari a 2,1 volte il salario medio annuo nazionale, in Francia guadagnano da 35.777 a 105.317 euro, pari a 3,5 volte il salario medio annuo nazionale.

C’è poi la supercasta dei manager pubblici che con le loro retribuzioni d’oro, che come ben dice la CGA di Mestre, sono la maggior causa della dell’incremento della spesa per il P.I. che non è però andato a vantaggio dei dipendenti di base come gli infermieri, gli impiegati o i bidelli ma solo ed esclusivamente a vantaggio dei grandi dirigenti pubblici. Il significato dell’indagine della CGA è chiaro: nonostante la sforbiciata tra i dipendenti statali di base, la spesa per gli stipendi cresce a causa del peso dei dirigenti.

Si dice che i manager pubblici bisogna pagarli così tanto per attirare le competenze migliori. E così noi paghiamo 621.000 euro il capo della Polizia Antonio Manganelli, il Capo di gabinetto dell'Economia Vincenzo Fortunato 536.000 euro, il ragioniere generale dello Stato Mario Canzio 562.000 euro; il confronto con gli Stati Uniti è impietoso: il presidente della Corte Costituzionale americana guadagna 223.000 dollari - ovvero 171.000 euro, il direttore dell'FBI 141.000 dollari, ovvero 110.000 euro, meno di un quinto di quello che guadagna il suo omologo italiano. Un altro confronto stridente è quello tra il presidente della Fed Ben Bernanke - 200.000 dollari, ovvero 154.000 euro - e il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco - 757.000 euro.

Tutto ciò accade mentre la più ricca Svizzera con un referendum popolare blocca gli stipendi d’oro dei manager pubblici e privati e relative pensioni e in Italia ?....

Già pensioni d’oro, un altro triste capitolo per il belpaese, dove capita per esempio che Mauro Sentinelli, ingegnere specializzato in telefonia, pensionato Telecom riceve dall'Inps 90.000 euro lordi al mese, o che un dirigente della Banca d’Italia vada in pensione a soli 44 anni con 18.000 euro al mese, che un commesso del Senato ne prenda 8.000; c’è anche chi predica bene ma razzola male, come fece, nel 1992, Giuliano Amato da premier. "Serve una riforma delle pensioni", disse e tagliò quelle di anzianità considerate uno "spreco". Continuò a ripeterlo per anni, da ministro del Governo D'Alema (1999). Salvo intascare tre vitalizi, da professore universitario, da presidente dell'Antitrust e da parlamentare, per un totale di 30.000 euro netti al mese

Bene, non aggiungiamo altro, se il nuovo governo che verrà voleva delle indicazioni su dove andare a tagliare la spesa pubblica noi, nel nostro piccolo, qualche indicazione la stiamo dando, non sparando numeri a vanvera come spesso capita ai politici ma con dati alla mano; se invece, come sembra di capire, le intenzioni sono altre beh, non è mica detto che gli Italiani abbiano ancora intenzione di essere remissivi così come lo sono stati fino ad ora, certamente noi non lo saremo.

Arturo Maullu

Segretario Generale CSA della Cisal Università

 
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