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Il Personale del comparto università torna in cattedra

Comunicato Segreteria Nazionale

Il Personale del comparto università torna in cattedra

Dopo oltre sei anni, grazie all’impegno e alle forti azioni del Csa della Cisal Università, il personale tecnico e amministrativo degli atenei italiani può concorrere per il conferimento di incarichi di insegnamento.

Il nostro sindacato, dichiara il segretario generale del Csa, Arturo Maullu, «fin dall’entrata in vigore della famigerata legge cd Moratti, ha sempre sostenuto che la disposizione che sanciva il divieto di docenza per il personale contrattualizzato delle università era iniqua, priva di senso, oltre che incostituzionale».

Nella vigenza della legge n. 230/2005, infatti, qualsiasi cittadino in possesso di idonei requisiti poteva proporre domanda presso un ate- neo per vedersi attribuire un incarico di insegnamento. Gli unici soggetti esclusi da tale facoltà erano i colleghi dipendenti dalle università italiane. «Abbiamo, sempre e in ogni sede sostenuto», prosegue il segretario, «che la legge di riforma dell’università avrebbe dovuto abrogare la suddetta, evidente, disparità e ripristinare, anche per il personale tecnico e amministrativo, la possibilità di concorrere per insegnamenti a contratto. Tra le tante proposte da noi avanzate durante l’iter di approvazione della legge cd Gelmini, almeno questa è stata, finalmente, accolta». L’art. 23 della legge n. 240/2010, infatti, prevede la suddetta possibilità limitatamente ai contratti di insegnamento per la cd didattica integrativa e la medesima legge ha abrogato il divieto contenuto nella citata legge n. 230/2005.

Decorsi taluni mesi dall’entrata in vigore della riforma, finalmente, molti atenei, anche nella speranza di effettuare risparmi, si sono adeguati a quanto previsto nella nuova legge e, all’interno dei regolamenti per la disciplina dei contratti di insegnamento, espressamente riconoscono che i contratti di didattica integrativa possono essere stipulati col personale tecnico amministrativo in possesso di adeguati requisiti scientifici e professionali dipendente dell’ateneo che emana il relativo bando.

Attualmente, conclude Maullu, «stiamo ponendo in essere ogni possibile azione anche in via interpretativa, affinché tale possibilità possa essere estesa anche con riferimento alle altre tipologie di insegnamento a contratto e confidiamo che, in tal modo, saranno finalmente riconosciute le competenze e le legittime aspettative del personale tecnico e amministrativo delle università italiane».

Roma 15 dicembre 2011

Riccardo Marini, vice segretario generale Csa della Cisal Università * Italia Oggi 15/12/2011

 
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