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A proposito degli aumenti contrattuali e della riduzione dei comparti di contrattazione

Arturo Maullu - segretario generale CSA della Cisal Università.

Un tempo i rinnovi contrattuali, quando non c’era ancora l’ARAN, erano una cosa seria. La contrattazione si svolgeva tra parti sociali, il Governo rappresentato dal Ministro titolare del Ministero cui faceva capo il Comparto ed i  Sindacati; poi la politica, non volendosi più assumere responsabilità dirette, si è  inventata un’Agenzia alla quale ha passato la patata bollente dei rinnovi contrattuali, stabilendo a priori le regole e le risorse da mettere in campo, a prescindere da quanto poteva accadere durante la “contrattazione”, prendere o lasciare.Praticamente la contrattazione nazionale, quella vera, è morta nel momento i cui la politica ha appaltato, ovviamente al ribasso, la titolarità della contrattazione a soggetti che non rispondono direttamente del loro operato alla controparte, ma non è così.

 

Poi se non bastasse, con la scusa che il tavolo negoziale era ‘’troppo affollato’’, il governo d’accordo con i soliti noti, ha creato di fatto uno sconquasso nei comparti di contrattazione al solo, evidente, scopo di sfoltire i ranghi dei sindacati autonomi e sappiamo tutti chi sono i mandanti di questa operazione, i killer, molti dei quali, che, provenendo dalle file degli stessi mandanti, ce l’hanno messa tutta per venire incontro alle esigenze della triplice, ma nonostante ciò, noi ed altri scomodi “autonomi” saremo ancora presenti anche nella prossima tornata contrattuale che, a vedere appunto i presupposti, ha ben poco di serio visto la miseria della somma stanziata dal governo.

E’ infatti di questi ultimi giorni, che sui maggiori  quotidiani si parla dell’imminente rinnovo del contratto degli statali, per molti, forse, ma non per tutti, pare.

Ovviamente sul piatto ci sono sempre, e solo, i famosi 300 milioni di euro che il governo nella legge di Stabilità 2016 ha stanziato per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici.

Poichè la Madia  si è resa conto che sono troppo pochi, perché se fossero suddivisi per tutti i lavoratori statali (3 milioni e duecentomila) darebbero un aumento lordo di 7 euro e 20 centesimi da moltiplicare per tredici mensilità, che cosa si sarebbe inventato il Ministro per la Funzione Pubblica? Di  riservare la somma stanziata,  solo a chi guadagna meno di 26 mila euro lordi l’anno (circa 800 mila lavoratori) così  l'aumento pro capite, sarebbe di circa 28,80 euro da moltiplicare per tredici mensilità.

Comunque vada, se questi sono i presupposti, la nostra posizione l’abbiamo già espressa in modo chiaro e inequivocabile in un precedente documento pubblicato sul sito web il 01 marzo 2016 (in tempi non sospetti !) ; ..‘’A queste condizioni noi non firmeremo nessun contratto, che sia nazionale, di sezione o di categoria, perchè dopo averci tolto quasi tutto, non possono toglierci pure la dignità. Gli altri facciano quello che vogliono e se ne assumano pure la responsabilità, senza cercare scappatoie o scuse tipo “non c’era altra alternativa”, perché così non è, la classe lavoratrice ha già dato più di quanto potesse per tenere in piedi il sistema e ingrassare questa classe politica di parassiti e di pseudo manager strapagati, che per contro non hanno rinunciato a nulla pur avendo di fronte un paese allo sfascio.

E non ci vengano a raccontare che il peggio è passato, che si vede la luce in fondo al tunnel ed altre amenità simili… mentono sapendo di mentire, i dati odierni confermano che siamo in deflazione ed anche l’ultimo degli economisti sa che dalla deflazione si esce solo aumentando i salari, altro che 30 euro lordi !.(..) Per leggere tutto il documento vai al link: http://www.csadicisaluniversita.org/sito/comunicati/93-comunicati-segreteria-nazionale/804-comunicato-comparti-e-rinnovi-contrattuali-una-storia-infinita.html

Napoli 16.06.2016

Il Segretario Generale

Arturo Maullu

 
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