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Cavallaro - CISAL: Il Governo Renzi cambia passo. Da lepre a tartaruga

Ma non si doveva "voltare pagina’’ ''cambiare verso'', ‘’andare di corsa’’ addirittura con una riforma al mese? Se lo chiede Francesco Cavallaro, Segretario Generale della CISAL, all'indomani di un'estate ‘’anomala’’ e in presenza di una situazione economico/sociale italiana decisamente peggiorata. Alla persistente recessione (PIL ancora con il segno meno), infatti, e all'aumento della disoccupazione (al12,6%, con punte del 46% quella giovanile), si è aggiunta la pericolosissima deflazione, con il conseguente drammatico ingresso del Paese nellaperversa spirale del crollo dei consumi e quindi della produzione e dell'occupazione. Come risponde il Governo, continua a chiedersi il segretario della Cisal? Praticamente, si direbbe in gergo, ‘’allungando il brodo’’.

 

Il Premier infatti cambia idea e da aspirante "velocista" opta decisamente per la ‘’maratona" e lancia il ‘’Programma dei mille giorni". Da realizzare,appunto, ‘’passo dopo passo’’. AI di là di ogni facile ironia che è stato fino a ieri lo slogan preferito dal Premier, sottolinea Cavallaro, è legittimo chiedersi se la risposta fornita è credibile e, soprattutto, se sarà sufficiente a convincere l'Europa che il rigore, da solo non basta e che è necessaria la famosa ‘’svolta’’ verso una politica di crescita e flessibilità.

Ebbene, c'e da rilevare, prosegue il Segretario, che una prima risposta viene da politologi, opinionisti, economisti, noti e meno noti, che fino a poco tempo fa si esprimevano in termini quasi sempre positivi sugli annunci del Governo e che hanno dato inizio, invece. a una sorta di ‘’ritirata strategica’’ , avvicinandosi non di poco alle posizioni di quanti (pochi, in verità), avevano da tempo rilevato l'eccesso di promesse rispetto alla scarsezza di risultati. In sostanza, oggi si può cogliere nei due schieramenti fino a ieri contrapposti una sorta di minimo comun denominatore rappresentato appunto dalla convergente preoccupazione che "l'annuncite renziana’’ possa trasformarsi in una patologia cronica, in quanto tale incurabile. La verità, dice Cavallaro, è che non possiamo vivere di sogni. Purtroppo!

Chi non vorrebbe che il "vagone’’ Italia, oggi in coda al lungo treno europeo, si trasformasse in ‘’locomotiva"? E chi non vorrebbe che la scuola (e tutte le sue componenti, a partire dai presidi, dai docenti, dal personale amministrativo, senza trascurare il decoro degli edifici scolastici, vittime anch'essi di promesse), recuperasse i tanti danni prodotti (da chi?) in oltre mezzo secolo di assoluto abbandono? E che la giustizia, civile e penale, funzionasse; e che funzionasse il mercato del lavoro, in modo da attrarre nel nostro paese quegli investimenti che oggi ne rifuggono? Per non parlare del Fisco e della sua cronica incapacità di impedire la scandalosa evasione di oltre 120 miliardi annui che, da soli, basterebbero a risanare l'economia di questo Paese.

Ma, aggiunge Cavallaro senza indulgere nel richiamare le altre riforme istituzionali ed economiche in cantiere o solo annunciate, la realtà che vive oggi il Paese è ben diversa: basta chiederlo agli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici, vittime dell'illegittimo blocco pluriennale dei contratti, che di fatto si traduce in ricorrenti "tagli lineari’’ dei loro già modesti stipendi; o ai milioni di pensionati, costretti a vivere nell'incubo di pseudo riforme e sotto l'incombente minaccia di tagli; o ai milioni di disoccupati, alle famiglie, ai giovani, alle donne; o al mondo delle imprese, piccole, medie e grandi, tutte in serie difficoltà per la pressione fiscale che le opprime e le troppe leggi e i troppi vincoli che penalizzano la produzione di ricchezza frenando l'occupazione, aumentando il costo degli mmortizzatori sociali e quindi generando quella perversa spirale che si traduce di fatto in una economia ingessata.

Fra poche settimane, conclude il Segretario, il Governo dovrà presentare la Legge di Stabilità 2015. Sarà un importante banco di prova. La Cisal, come sempre, non mancherà di valutarne i contenuti senza condizionamenti di sorta, ma con assoluto realismo.

Ne sia d'esempio il bonus degli 80 euro. Pochi hanno osato sottolinearne i limiti, l'incerta natura e le tante contraddizioni per timore di essere additati come "nemici del popolo". Ma in realtà, l'iniziativa, per la confusa formulazione normativa, la sua evidente approssimazione e la sospetta, prevalente finalità del "colpo di teatro" in clima elettorale, si sta rivelando un vero boomerang per il Governo, costretto a smentirsi circa la promessa di estensione del beneficio ai cosiddetti’’diversamente poveri’’ (pensionati ed incapienti in primis).

A cura del Centro Studi della CISAL

Fonte: www.cisal.org

 
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