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La CISAL per il cambiamento radicale ma chiaro, coerente ed organico

Francesco Cavallaro - Segretario Generale Cisal

’’Non è facile dare risposte credibili a chiunque faccia domande,per quanto legittime, sulla reale situazione del Paese. Specie se a porle sono giovani; donne, precari, lavoratori dipendenti, in particolare pubblici, ‘’esodati’’, pensionati; disoccupati e inoccupati, ma anche piccoli imprenditori, professionisti, le cosiddette partite IVA, i manager e i supermanager, pubblici e privati che siano. E non è facile, non solo e non tanto perché viviamo in un mondo sempre più globale e complesso (sarebbe ovvio!), ma perché viviamo in un Paese che sembra faccia un'enorme fatica a svegliarsi da un lungo sonno e da un’ interminabile torpore!"

Lo afferma Francesco Cavallaro, Segretario Generale della CISAL, facendo seguire la sua amara riflessione da una analisi, sia pure a stralcio, sullo "stato dell'arte" rispetto alle "novità" del Governo Renzi. In particolare sul suo" cronoprogramma" - non a caso definito "ambizioso" da autorevoli partner europei - e sulle prospettive di realizzazione dello stesso.

La CISAL non appartiene alla nutrita schiera di quelli che, in modo palese od occulto, vogliono in definitiva lasciare le cose come stanno. Di quelli cioè costantemente critici ma altrettanto solleciti ad opporre ogni tipo di ostacolo al cambiamento, dice Cavallaro.

La CISAL, invece, è da sempre sinceramente e decisamente favorevole al cambiamento, purché perseguito e realizzato, però, con coerenza e nell 'ambito di un quadro chiaro ed organico di riforme. Ebbene, al di là degli annunci (forse troppi) e delle buone intenzioni (da verificare), il vero dubbio attiene proprio ad alcuni segnali di mancata coerenza, oltre che all'organicità delle riforme proposte.

Sul pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione, ad esempio: ha iniziato a parlarne Monti già nel 2012 e ha proseguito Letta nell'anno successivo, riuscendo però a pagarne, a febbraio 2014 (sic!), soltanto poco più del 20%. Ebbene, dopo due anni, ci saremmo aspettati qualcosa di più da parte di Renzi (in coerenza con le sue stesse dichiarazioni) che non il solito disegno di legge, sia pure rinforzato (!?!) dall'impegno personale a saldare 68 miliardi entro il giorno di S. Matteo (26 settembre)!!!

Peraltro in un contesto di incertezze, causate da incomprensibili difficoltà di ‘’certificazioni" , che lasciano sorgere legittimi dubbi sulla stessa entità del debito, sia pregresso (2012) che accumulato nel frattempo, tanto che si parla addirittura di ben 120 miliardi!

Insomma un vero e proprio paradosso che vede lo Stato, già inadempiente, prendersi ulteriore tempo per pagare i suoi debiti, indifferente o quasi di fronte alla chiusura di centinaia di aziende e al licenziamento di migliaia di lavoratori. Assurdo, ribadisce Cavallaro e aggiunge: "ma se era proprio necessario un intervento legislativo, non era questo il caso di varare un Decreto Legge?!?"

E così sulla revisione della spesa (c.d. Spending review): sono decenni che se ne parla invano, figurarsi se si potrebbe mai non essere d'accordo con una operazione seria e radicale di individuazione ed eliminazione degli sprechi e di ogni spesa eccessiva, impropria, e comunque improduttiva, a partire dai costi della politica!

Il problema, quindi, non è il "se"- sottolinea con forza Cavallaro – ma il "dove" e il "come".

Ad essere sinceri, le proposte che circolano non danno risposte né sufficienti, né convincenti in proposito. Anzi, lasciano il dubbio che ancora una volta si finisca con il ripiegare sui soliti famigerati "tagli lineari", nonostante autorevolmente censurati anche dallo stesso Capo dello Stato in una sua recente dichiarazione.

Due in particolare i capitoli che lasciano perplessi: dipendenti pubblici e pensionati.

Il Pubblico Impiego è ormai da decenni oggetto di ... riforme, alcune definite addirittura "storiche" o "rivoluzionarie" . Valga da ultimo quella che va sotto il nome dell'allora Ministro Brunetta ossessionato dai veri o presunti "fannulloni ", ma del tutto insensibile sia nel cogliere le obiettive differenze (le cosiddette "buone pratiche”) tra le tante pubbliche amministrazioni, sia nel rilevare ed eliminare l'atavica invadenza della politica nella gestione della cosa pubblica e non solo!

Ebbene, con tali precedenti appare del tutto incomprensibile la "scoperta" di 85.000 "esuberi" indicati dal Commissario Cottarelli, esuberi che, se "tagliati ", realizzerebbero x miliardi di risparmi!

Ma nel "cronoprogramma" del Governo, non è prevista l'ennesima riforma della Pubblica Amministrazione? E allora? Si tratta di un ... assaggio o di un anacronistico anticipo? Bene ha fatto la neo-Ministro Madia a correggere (?1?) il Commissario, precisando che non si deve parlare semplicisticamente di tagli, ma semmai di un salutare riequilibrio generazionale, funzionale ed organizzativo, anche con il ricorso ai prepensionamenti nell'ambito, appunto, della preannunciata più generale riforma.

A proposito della quale la CISAL, non ha mancato nel corso del tempo di fornire il proprio contributo di idee e di proposte. Una di queste, radicale, provocatoria e risolutiva ad un tempo, viene da Davide Velardi, Segretario Confederale del settore. Una proposta in grado di ridisegnare l'intera pubblica amministrazione anche rinnovandone la componente essenziale "risorsa umana" con l'immissione di giovani e la definitiva eliminazione del perverso fenomeno dei precari (ca. 150.000)! Partendo infatti dal dato anagrafico rilevato, in base al quale circa 700.000 dipendenti pubblici hanno un 'età prossima o superiore ai 60 anni, una buona parte di questi (30/40/50%) potrebbe accedere volontariamente ad una forma di "prepensionamento mirato"(con modalità e tempi da definire), ed essere sostituita in percentuale (un terzo,un quarto, un quinto) con giovani neo assunti, precari compresi.

Ovviamente. nell'ambito di una contestuale RIFORMA improntata alla piena responsabilizzazione ad ogni livello (a partire dalla dirigenza e prima ancora agli organi di vertice da selezionare sulla base di effettive competenze e risultati conseguitl), a rigorosi criteri di avanzamenti per merito e ad una diffusa cultura manageriale" improntata alla trasparenza, all'efficienza/efficacia ed alla economicità gestionale.

Una RIFORMA finalmente ed esplicitamente finalizzala a fare della pubblica amministrazione il volano dello sviluppo del Paese.

Fuori luogo e comunque da chiarire ogni polemica relativa alla contrapposizione generazionale, ovvero ad una sorta di svecchiamento di massa. E' del tutto evidente che una seria operazione di "rinnovamento" del "capitale umano" della pubblica amministrazione, non potrebbe mai prescindere né dalla gradualità, né dalla valorizzazione dei fattori "esperienza" e "competenza", armonicamente riferiti entrambi ad una altrettanto seria rilevazione dei "bisogni", delle procedure (agenda digitale in primis) e delle strutture, quali componenti essenziali dei più moderni ed avanzati modelli organizzativi.

L'altro capitolo del dossier Cottarelli si riferisce alle pensioni. Una delle ipotesi circolate riguarderebbe soltanto (sic!) il 15% dei pensionati ai quali si chiederebbe il sacrificio di un "contributo temporaneo" di 3 miliardi in tre anni! Poiché risulta che circa l'83% delle pensioni erogate dall'lnps sono inferiori a tre volte il minimo e cioè a 1443 euro lordi, si deduce che i tre miliardi graverebbero sul restante 15% titolari, udite udite, di pensioni appena superiori ai 1500 euro? Ma come, con la riduzione del cuneo fiscale si riuscirebbe a mettere 80 euro in busta paga dei soli lavoratori dipendenti (e non dei pensionati) con salario netto fino a 1500 euro e si andrebbero invece a decurtare le pensioni lorde di pari importo? Sarebbe assurdo oltre che sommamente ingiusto! Il Premier Renzi lo ha escluso, per il momento, ma sarebbe il caso che si facesse chiarezza una volta per sempre sull'intera problematica, ponendo fine allo stato di perenne angoscia di milioni di lavoratori in pensione ai quali viene di fatto “rapinato" il proprio "salario differito" accantonato presso l'lnps durante tutta la vita lavorativa attraverso contributi (33% della retribuzione) evidentemente male amministrati!

In proposito la CISAL, conclude il Segretario Generale, ribadisce ancora una volta la necessità che prima di ogni ulteriore iniziativa in materia previdenziale, sia assolutamente indispensabile fare chiarezza attraverso un radicale riordino dell 'intera materia che ponga al primo posto il problema della netta separazione della Assistenza - da porre interamente a carico della fiscalità generale - dalla Previdenza, patrimonio intoccabile di esclusiva proprietà dei lavoratori.

Chiaro il riferimento agli altri annunci di ulteriori "tagli" relativi alla revisione/eliminazione delle indicizzazioni delle pensioni, all'allineamento a 42 dei contributi delle donne, alla revisione delle pensioni di guerra e di reversibilità! Vere e proprie minacce "di vago sapore terroristico" che sarebbe bene evitare.

 
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