IL RITORNO DEI BUROSAURI...

Arturo Maullu - coordinatore generale Dipartimento Università FGU GILDA Unams

Il ritorno dei burosauri…

Il nuovo che avanza ha sempre più lo sguardo rivolto al passato, quel passato fatto di commistione tra sindacati e governi, sindacati e partiti politici, sindacati e organi di sottogoverno spesso occupati dalle loro seconde file, come luogo di compensazione per i servigi resi all’organizzazione s’intende, non di certo ai lavoratori.

Non solo si è ricostituito in pompa magna il CNEL uno degli “organi” più inutili nello scenario iper burocratico del nostro paese, tanto inutile che lo volevano abolire per via referendaria,  e rispuntano  anche i consigli di amministrazione un tempo soppressi di vari enti pubblici, tra questi l’INPS.

Un ente che maneggia oltre 300 miliardi di euro, diretto da un organo monocratico, il direttore generale Tito Boeri, che “vanta” uno stipendio annuo lordo di 103 mila euro, meno di qualunque dirigente amministrativo della più scalcinata ASL, ma fortemente “indigesto” a tutti gli schieramenti politici in quanto non manovrabile.

Per la composizione del Consiglio di Amministrazione che lo stesso Boeri aveva suggerito in numero non superiore a tre, si va invece ad una lottizzazione  a cinque, esattamente come voleva fare, non riuscendoci, anche il PD poco prima di passare la mano al governo del cambiamento, lo stipendio previsto è indicato solo nei limiti massimi, i consiglieri non potranno prendere più di quanto percepisca il Presidente della Repubblica (240.000 euro annui), difatti il finanziamento previsto è di 1.200.000 euro.

Così com’è scritto nella relazione tecnica che accompagna il reddito di cittadinanza, l’operazione dovrà essere a costo zero per le casse dello stato, dato che i quattrini per pagare i consiglieri, che come al solito saranno politici trombati o sindacalisti a fine carriera da sistemare, bisogna lo stesso trovarli, si è pensato di eliminare un servizio che l’INPS rende ai cittadini. Quale servizio?

I soldi verranno da quello che l’INPS risparmierà sulle comunicazioni ai cittadini, compresa la famosa busta arancione con la quale l’ente comunicava l’entità dei contributi versati, quando si sarebbe potuto andare in pensione e l’entità della stessa.  I maggiori risparmi, cita la relazione, perverranno dal capitolo di bilancio dell’ente relativo “all’invio di posta massiva, per la gestione della corrispondenza e per la dematerializzazione.

Ora per sapere tutto ciò che riguarda la vostra posizione previdenziale, non vi resta che la sfera di cristallo, sappiatelo.

Come ha ben precisato Alessandro Barbera in un bell’articolo pubblicato su “La Stampa”, la cosa non riguarderà solo l’INPS, perché stessa sorte toccherà ora anche all’INAIL. Due enti, l’uno come l’altro, che sono da sempre utilizzati dalla politica “come camera di compensazione nei confronti del sindacato”.

Qualche lettore, non conoscendo la posizione assunta da sempre dallo scrivente e dall’organizzazione sindacale che rappresenta, potrebbe obbiettare che il lamento e la  forte contrarietà che risaltano leggendo queste righe, derivano solo perché non ha avuto la sua parte? …

Niente di tutto ciò, anzi, quando “l’offerta” è arrivata, e si cita ad esempio la vicenda della famosa ‘’costituzione della previdenza complementare’’, il nostro sia pur “piccolo” sindacato andò persino contro il volere della Confederazione di appartenenza non firmando l’accordo, caso unico tra tutti i sindacati nel P.I.

Purtroppo, come in passato, la nostra continuerà a essere una voce isolata, forse addirittura inascoltata proprio da coloro che avrebbero maggiore interesse a conoscere quali interessi ruotano intorno al frutto del loro lavoro, ciò nonostante questa voce continuerà a denunciare il malaffare, gli intrallazzi, che governano i rapporti tra soggetti che dovrebbero essere controparte e invece come è a conoscenza di tanti, che in realtà, così non è.

30 Gennaio 2019

Arturo Maullu - Coordinatore Generale FGU Dipartimento Università