Pensione anticipata a 62 anni: ecco la riforma Damiano che rottama la Fornero, le novità su disparità tra uomini e donne: ok a indagine parlamentare

A Montecitorio ripartono le manovre per modificare la legge Fornero. È flessibilità la parola chiave del ddl Damiano che ha ripreso ieri il suo cammino in commissione Lavoro alla Camera insieme ad altri dieci disegni di legge presentati da diversi gruppi parlamentari. È ripartito così il confronto parlamentare sulle modifiche necessarie alla legge Fornero mentre il Governo Renzi continua a prendere tempo rinviando la questione di giorno in giorno. I progetti di legge collegati al ddl Damiano (C. 857) sono i seguenti: ddl 388 di Murer, ddl 2065 di Sberna e Gigli, ddl 530, 728 e 1881 di Gnecchi e altri, ddl 1503 Di Salvo, ddl 2430 Fauttilli, 1879 Cirielli, ddl 2046 Fedriga e ddl C. 115 di Gebhard. Tutti questi ddl - come ha spiegato Maria Luisa Gnecchi, relatrice insieme a Renata Polverini - si muovono tutti all'interno di un percorso di modifiche alle norme in materia di accesso al pensionamento stabilite dalla riforma pensioni Fornero e dalle precedenti riforme del sistema previdenziale. Sulla scia di quanto già previsto dal ddl Damiano (pensione anticipata per lavoratori pubblici, privati e autonomi a partire da 62 anni con penalità decrescenti sugli assegni previdenziali) le proposte di legge abbinate puntano a introdurre nuove norme per la libertà d'accesso al pensionamento per le donne e a valorizzare i lavoratori che si occupano di cura familiare o assistenza disabili riconoscendo loro specifiche agevolazioni che vengono previste anche per le lavoratrici madri. Tra le proposte di uscita in anticipo dal lavoro per il prepensionamento anche la soluzione Quota 100 e la proroga fino al 2018 dell'Opzione contributivo donna, nonché nuove forme di sostegno al pensionamento di madri lavoratrici. Le relatrici dei ddl che entro l'estate dovrebbero confluire in una sorta di testo unico sulla previdenza sono le deputate Maria Luisa Gnecchi del Partito democratico e Renata Polverini di Forza Italia. Tratto da blastingnews.com

Pensione anticipata, Opzione contributivo donna: proroga al 2018

La commissione Lavoro pubblico e privato della Camera dei Deputati, presieduta da Cesare Damiano (Pd) ha deliberato ieri, su proposta dell'ufficio di presidenza della commissione e dei capi dei gruppi parlamentari in commissione, l'avvio all'indagine conoscitiva sulle disparità tra donne e uomini in materia di trattamenti previdenziali. Un lavoro di studio e analisi che punta a dare un contributo alla discussione in corso sulla riforma pensioni 2015 e le modifiche alla legge Fornero. Nel corso dell'indagine parlamentare saranno sentiti in audizione i ministri del Lavoro Giuliano Poletti e dell'Economia Pier Carlo Padoan, rappresentanti del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i vertici dell'Inps, dell'Inail, dell'Istat, la Consigliera nazionale di parità; i leader de sindacati, i segretari dei patronati e i rappresentanti di associazioni che svolgono attività lavorative di tipo familiare, ma anche tecnici ed esperti, rappresentanti di centri e istituti di ricerca che abbiano le competenze per dare un contributo utile a individuare nuovi elementi di valutazione e di informazione, anche a livello comparato, sulle disparità in materia previdenziale tra uomini e donne e quindi sull'impatto in termini di genere della normativa previdenziale.

Donne, dati Istat: il 50,5% delle pensionate non arriva a 1000 euro

L'analisi delle statistiche relative alle pensioni erogate dall'Inps evidenzia la significativi squilibri a sfavore delle pensionate. Le 8.668.073 pensioni erogate alle donne, secondo i dati aggiornati dall'Istat allo scorso dicembre, rappresentano il 52,9% dei beneficiari di trattamenti previdenziali, ma il 55,8% della spesa complessiva pari a 152 miliardi di euro. Questi numeri trovano "giustificazione" nel fatto che per le donne l'importo medio delle pensioni è più basso: il reddito previdenziale medio per le lavoratrici a riposo è, secondo i dati Istat, pari a 13.921 euro, molto meno in confronto a 19.686 euro percepiti mediamente dagli uomini. Il divario tra le pensioni medie di uomini e donne è pari al 32%. Più della metà delle pensionate (50,5%) percepisce redditi pensionistici inferiori a 1.000 euro al mese, mentre gli uomini al di sotto di tale soglia sono solo il 31%. Tratto da blastingnews.com