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RIFORMA PA - È legge la prima parte della riforma della Pubblica Amministrazione

Tra le principali novità: per i dipendenti pubblici la mobilità obbligatoria fino a 50 chilometri di distanza dalla sede di appartenenza, un turn over più flessibile, l'abolizione del trattenimento in servizio, gli incarichi gratuiti per i pensionati. Salta invece il tetto dei 68 anni per il pensionamento dei professori universitari e dei primari.

I dirigenti della pubblica amministrazione potranno essere mandati in pensione a 62 anni (quattro anni prima rispetto a quanto prevede la legge Fornero). È stato infatti ampliato l'ambito di applicazione dell'istituto della risoluzione unilaterale del contratto da parte della Pubblica amministrazione, nei confronti dei dipendenti che abbiano maturato i requisiti pensionistici. Salta invece il tetto dei 68 anni per il pensionamento dei professori universitari e dei primari. Nella pubblica amministrazione i pensionati potranno avere incarichi di studio e di consulenza solo gratuitamente.

Nuova disciplina per la mobilità obbligatoria che potrà essere applicata entro una distanza massima di 50 chilometri. Si prevede il trasferimento dei dipendenti all'interno della stessa amministrazione o in altra amministrazione, in sedi collocate nello stesso Comune o a una distanza massima di 50 chilometri dalla sede cui sono adibiti, senza bisogno del consenso del lavoratore interessato. Previste deroghe ad hoc per i dipendenti con figli di età inferiore a 3 anni, che hanno diritto al congedo parentale e per i dipendenti che possono usufruire dei permessi lavorativi retribuiti per l'assistenza di un disabile.

Abrogato l'istituto del trattenimento in servizio. Le pubbliche amministrazioni, dunque, non potranno più trattenere il personale oltre l'età di pensionamento. L'abolizione del trattenimento in servizio per i magistrati scatterà nel 2016.

Rimodulate le percentuali del turn over, per il quinquennio 2014-2018: diventano più flessibili. Le amministrazioni possono procedere ad assunzioni che non superino il 20% delle spese sostenute per quanti sono usciti nel 2014. La percentuale si alza al 40% nel 2015 per arrivare al 100% nel 2018. Prevista la proroga dei contratti a termine, stipulabili dalle province per specifiche necessità, che erano già slittati al 31 dicembre 2014. Per alcune tipologie di lavoratori socialmente utili non saranno applicati i limiti di assunzione previsti, ma solo nel caso in cui il costo del personale sia coperto da specifici finanziamenti.

Tratto da ilsole24ore.com

 
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