Cavallaro (Cisal) - In attesa del DEF chiarezza sulla Previdenza!

La situazione è obiettivamente difficile. C'è da attendersi, provvedimenti coraggiosi e incisivi nel campo delle politiche del lavoro, delle politiche fiscali, delle politiche industriali, di quelle monetarie e ridistributive, tutte organicamente finalizzate, ci auguriamo, alla crescita e alla occupazione. Ad oggi, solo una ridda di voci, di anticipazioni e di smentite. Vedremo il documento ufficiale e valuteremo. Senza pregiudizi, ma anche senza sconti. Valuteremo anche e soprattutto la chiarezza e la coerenza del Governo, non solo sul piano delle Riforme costituzionali e istituzionali che certamente hanno il loro peso per gli effetti sulla semplificazione e sui costi della politica, ma anche in materia previdenziale. Un settore quest’ultimo, che non può continuare ad essere oggetto di attacchi demagogici, che inducono milioni di pensionati in uno stato di perenne angoscia e che, nella stragrande maggioranza dei casi, obiettivamente non meritano. E non lo meritano, se soltanto si rifletta sul "piccolo" particolare secondo cui (dati ufficiali Inps/Istat del 2012) l'importo medio annuo delle prestazioni erogate è pari a 11.482 euro: cioè a 883 euro lordi per 13 mensilità! Ma di che cosa parliamo?
La verità è che in materia di previdenza si continua a non voler fare chiarezza, si preferisce demagogicamente mettere a raffronto la prestazione più alta con quella più bassa, senza tener conto non solo della storia lavorativa e contributiva alla base di quelle cifre, ma della stessa Costituzione e delle leggi che ne hanno interpretato (per la verità non sempre in maniera chiara e coerente!) volontà e principi.
Del resto. negli stessi Rapporti Inps o Istat si parla impropriamente di "pensioni previdenziali” e di “pensioni assistenziali'’ senza fare alcuna diffe-renza, cioè, tra chi ha lavorato tutta una vita rinunciando al 33% della propria retribuzione per garantirsi una pensione e chi tutto questo non ha fatto o non ha potuto/saputo farlo.
Si insiste quindi, (volutamente bisogna dire a questo punto), a fare confusione e a mettere nello stesso calderone previdenza e assistenza, sommando impropriamente, appunto, i relativi costi e addossandoli, altrettanto impropriamente se non anche illegittimamente, sulle spalle dei lavoratori dipendenti.
Per amore di verità, va detto che lo Stato, attingendo dalla fiscalità generale, versa nelle casse dell'lnps una somma annua che dovrebbe corrispondere a tutte le spese per prestazioni assistenziali. Dovrebbe, ma così non è. E non è così per due fondamentali motivi. Il primo, perché non è mai stato esattamente quantificato l'esatto corrispettivo in termini di costo delle innumerevoli prestazioni di natura sociale/assistenziale erogate dall'lnps; il secondo, perché per legge l'lnps (come l'lnail, nel poIo salute/sicurezza sul lavoro) è obbligato a versare alla Tesoreria, in termini infruttiferi, i contributi previdenziali trattenuti mensilmente sulle buste paga dei lavoratori (i relativi interessi, cioè, restano nelle casse dello Stato realizzando, cosi, una sorta di primo "esproprio legalizzato"!).
Ecco perché, conclude il Segretario Cavallaro, non ci stancheremo mai di ribadire che il vero rimedio alla chiarezza va individuato nella netta separazione tra previdenza e assistenza, la prima quale patrimonio di esclusiva proprietà dei lavoratori, la seconda quale espressione della solidarietà sociale a totale carico della fiscalità generale.
(a cura del Centro Studi Cisal) Fonte http://www.cisal.org