La Ripresa Globale… questa sconosciuta
In questo mese di Novembre incominceremo ad entrare nel merito dei nuovi Contratti Collettivi Nazionali, lo dimostra l’atto di indirizzo inviato alle sigle sindacali del comparto Istruzione, Ricerca e Università e la nota trasmessa nei giorni scorsi dall’Aran per l’apertura della contrattazione.
La Nota Stonata: la Parte Economica
Il Governo, dopo un accordo scellerato fatto insieme a quattro sigle sindacali, il 30 novembre ‘16, ha messo sulla bilancia un aumento di circa 85 euro lorde per lavoratore; dimenticandosi (o facendo finta di dimenticare) che per assicurare a tutti questa somma, serviva trovare ulteriori risorse economiche, che allo stato attuale, però non ci sono! Inoltre, tale aumento, creerà scompensi tra le categorie in ragione del famoso Bonus Renzi di 80 €.
Lo abbiamo scritto e riscritto nei nostri comunicati con lo “sperato” intento di far aprire gli occhi ai dipendenti delle Università, vedi i seguenti documenti:
Statali, CGS: stanziare in L. Bilancio risorse per rinnovo contratti’’
Aumenti contrattuali a 85 euro ? Facciamo un po’ di conti…
al fine di evitare illusioni e aspettative sbagliate, a differenza di quanto andavano blaterando le altre sigle sindacali.
I governi che si sono succeduti in questi anni, tutti nessuno escluso, hanno peggiorato le condizioni dei dipendenti pubblici e dei pensionati. Sempre più spesso oggi, viene riportato dai mass media “che la ripresa globale è forte”, stranamente, però, i salari dei dipendenti pubblici e non solo, restano stagnanti. Come mai?
E’ mai possibile che questi governi non abbiano saputo recepire e mettere a frutto l’opportunità dei benefici dovuti a un import-export migliore?
Benefici che potevano essere distribuiti in modo più equo a tutti i lavoratori e non solo.
Non dimentichiamo inoltre, che in questi ultimi otto/dieci anni la debolezza contrattuale dovuta alla recessione, ha fatto crescere in modo esponenziale il precariato, aumentando il part-time involontario e alimentando così le diseguaglianze tra i lavoratori.
Questo è quello che evidenziano due rapporti del fondo monetario internazionale, World Economic Outlook e Fiscal Monitor, pubblicati nel mese di ottobre ’17, nei quali emergono tre temi e tre istanze che sono in rotta con il vecchio modo di pensare degli economisti; i salari, la pressione fiscale e il reddito di cittadinanza (secondo il FMI) rappresentano delle vere e propria proposte di “Sinistra”
Lo stesso fondo lancia l’allarme sull’emergenza lavoro a livello mondiale e attesta come la crescita dei salari resta inferiore a quella precedente la “Grande Recessione”. Se come dicono, la ripresa globale in questo momento è “forte”, come mai i salari restano paludosi e le tasse si riducono più per i ricchi e meno per la classe media?
Nel rapporto del FMI, sorprende anche l’attenzione che viene dedicata all’istituzione di un fondo (per i disoccupati e poveri) reddito di cittadinanza, creato con l’aumento delle tasse sulle ricchezze immobiliari e che dovrebbe ridurre le diseguaglianze tra i ceti. Questa iniziativa se varata e mantenuta negli anni, porterebbe a breve termine a un aumento della domanda sui consumi e tutto a beneficio dell’economia.
Questa tesi viene sostenuta anche da Cottarelli - ex commissario alla spending review-, il quale fornisce anche altre soluzioni tali da permettere di aumentare i salari odierni e di ridurre le tasse per i ceti poveri, aumentando in percentuale quelle per i più ricchi.
Se si pensa che queste ricette di ‘’buon senso’’ sono state formulate dal FMI e non dai nostri partiti di riferimento, vicini al mondo del lavoro nonché dalle organizzazioni sindacali che si sono sedute il 30 di novembre con Renzi, forse sarebbe auspicabile, “per assurdo”, che al tavolo della trattativa, seduti con noi per il rinnovo dei nuovi contratti ci fossero Christine Lagarde e Carlo Cottarelli, e non altri…
Bari 07.11.2017
Il Coordinatore Nazionale
Michele Poliseno