UNIVERSITA' - Parere CRUI sullo schema del decreto di riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario per l'anno 2014

L’Assemblea della CRUI, riunitasi il giorno 11 settembre 2014, preso atto della nota MIUR del 10.9.2014, esprime il seguente parere avente per oggetto lo schema di decreto di riparto del FFO 2014.
La CRUI sottolinea il fatto che per la prima volta dopo molti anni l'ammontare del FFO non è inferiore a quello dell’anno precedente. Pur riconoscendo in ciò un positivo segnale di inversione di tendenza, dopo anni di tagli cumulati per oltre 800 milioni di euro, la CRUI riafferma l’assoluta insufficienza del finanziamento complessivo al sistema universitario e guarda con grande preoccupazione al taglio di altri 170 milioni di euro (un ulteriore 3%) attualmente previsto per il 2015 rispetto al 2014, di cui chiede con forza il recupero anche vincolandone la destinazione, in particolare, al reclutamento di giovani ricercatori su base pluriennale. Nel 2009 il FFO rappresentava lo 0,49% del PIL; oggi siamo scesi allo 0,43% contro l’1,5% di Francia e Germania. Si coglie l’occasione del presente parere per sottolineare come riduzioni ancor più drastiche (24%) colpiscano le Università non statali, il cui fondo (L. 243/1990) è stato già falcidiato nel biennio 2009/2011 e ulteriormente ridotto di circa il 25% lo scorso anno. Ciò proprio mentre il numero delle Università partecipanti è stato accresciuto dalla presenza di alcune università telematiche ed i requisiti minimi di docenza delle Università non statali risultano pesantemente aumentati.

In generale, la CRUI prende atto con favore di come lo schema di decreto del FFO introduca per la prima volta nel modello di ripartizione e in modo graduale i “costi standard per studente” e destina alla quota competitiva in base ai risultati di didattica e ricerca il 18% del FFO totale rispetto al 13,5% dello scorso anno.

Con riferimento alla parte competitiva, anche alla luce del suo consistente incremento su base annuale e al fine di produrre effetti virtuosi sugli Atenei, la CRUI ribadisce l’assoluta necessità che questa quota sia di natura aggiuntiva rispetto al finanziamento di base.

La CRUI, inoltre, tenuto conto della contestuale introduzione del costo standard per studente nel modello di ripartizione, esprime condivisione per l’utilizzo dei risultati della VQR per la ripartizione del 90% della quota competitiva e prende atto con favore dell'introduzione di un nuovo indicatore relativo all'internazionalizzazione per il restante 10%. Per la VQR, tuttavia, si sottolinea come il periodo di riferimento (2004-2010) sia ormai remoto rispetto ai cambiamenti intervenuti nel sistema. Per l’internazionalizzazione si chiede, inoltre, l’apertura di un confronto capace di meglio articolare e misurare le molteplici attività svolte dagli Atenei.

In generale, la CRUI riafferma la necessità di un meccanismo generale di aggiornamento dei dati su cui sono costruiti gli indicatori utilizzati per la ripartizione della quota competitiva in un quadro di stabilità intorno a obiettivi ritenuti strategici dal Ministero e coerenti con la programmazione di medio lungo termine delle Università.

La CRUI riconosce il notevole sforzo fatto dal Ministero nel predisporre il modello del costo standard. Ritiene altresì che per la definizione di una metodologia così innovativa, che dipende da molti fattori - basti ricordare, per puro esempio, il tema relativo alle variabili di contesto territoriale e il tema della definizione dello studente regolare – e che impatta così significativamente sulla composizione del FFO, il Ministero non possa non avvalersi del parere della CRUI. Auspica perciò che in materia si apra subito un monitoraggio. La CRUI chiede perciò attenzione, in questa fase di prima applicazione, agli effetti rispetto alla situazione di partenza dei singoli Atenei. Per questo ritiene essenziale il tema della sostenibilità pur in un contesto dinamico che consenta di governare il cambiamento indotto.

La CRUI ritiene inoltre positiva l’applicazione graduale del modello attraverso un periodo transitorio, che può necessitare di una durata anche superiore ai 5 anni attualmente previsti (visto che siamo già alla fine del primo anno di applicazione), durante il quale è necessario monitorarne il comportamento in modo da eliminare i potenziali effetti distorsivi di instabilità e di non virtuosità prodotti sul sistema, anche dalla intrinseca maggiore variabilità del nuovo modello di ripartizione. A tal scopo la CRUI riafferma l’assoluta necessità di introdurre indicatori in grado di valutare anche la qualità dell’output formato dalle Università, in particolare, nell’ambito della didattica per tutto ciò che non viene colto dalla nuova metodologia.

La CRUI valuta positivamente l'introduzione di un limite inferiore (-3,5%) alla riduzione di FFO rispetto all’importo del 2013. Considerato che la conoscenza a priori dell'intervallo di variazione del FFO è fondamentale per evitare squilibri di difficile gestione da un anno all’altro e per un’efficiente programmazione delle risorse degli Atenei su base pluriennale, la CRUI ritiene necessario e opportuno l'inserimento anche di un limite superiore all'incremento di FFO rispetto all'anno precedente. Tale limite dipende naturalmente dalla variazione del FFO totale e per quest’anno si può indicare intorno al 4-6%, in misura sostanzialmente simmetrica (come distanza dalla variazione percentuale del FFO complessivo rispetto al 2013 che è presumibilmente tra 0 e l’1%) rispetto al valore inferiore. Pur nel rispetto di una logica di merito e di differenziazione tra Atenei si individua così un “binario di riferimento” per il sistema.

Inoltre, la CRUI condivide il riconoscimento delle specifiche identità e competenze delle Università per Stranieri. In particolare, in relazione all’attenzione per il tema dell’internazionalizzazione che il decreto in parola ha voluto riservare, ci si riferisce alle aree dell’accoglienza e della formazione linguistica degli studenti stranieri in Italia e al tema della multiculturalità in un contesto globale. Si auspica che, già a partire del prossimo anno, a questo riconoscimento possa seguire una politica di valutazione e incentivazione specifica per tali realtà in funzione dei servizi svolti.

Con riferimento all’art. 4 si apprezza l’intervento che fa emergere gli oneri che il sistema universitario nella sua interezza si trova da tempo a sostenere a favore del SSN e che, tuttavia, dovevano trovare un finanziamento aggiuntivo da parte del Ministero della Salute, anziché una ridistribuzione interna al FFO. Nel dettaglio e diversamente da quanto riportato tra le Finalità dell’Allegato 2, si suggerisce di ripartire la somma prevista in proporzione alle spese effettivamente sostenute per il trattamento economico del personale socio-sanitario a dipendenza universitaria, indipendentemente dalla tipologia di azienda ospedaliera universitaria ospitante la Facoltà/Scuola di Medicina e Chirurgia.

Con riferimento all’art. 5 si rileva come nel titolo si considerino studiosi impegnati all’estero mentre nel testo non si fa riferimento esplicito a tale specificità. Inoltre, si lamenta che, come lo scorso anno, la ripartizione delle chiamate dirette, nel caso di risorse non sufficienti a coprire tutte le richieste, avvenga con logiche non di merito bensì di peso dei soggetti proponenti e, di conseguenza, come ciò rischi di punire Atenei virtuosi ma di piccole dimensioni quanto all’organico.
Con riferimento all’art. 6 si apprezza il rifinanziamento del programma “Rita Levi Montalcini” per giovani ricercatori nelle nuove modalità di impegno per le Università.

Con riferimento all'art. 7 si ritiene positivo l’inserimento di importi destinati alla nuova VQR 2011-2014 ed ai Consorzi interuniversitari di ricerca che hanno partecipato alla VQR 2004-2010. Al contempo, tuttavia, risulta penalizzante la riduzione di finanziamento al Consorzio GARR (- 450.000 euro dal 2013) in contrapposizione all’incremento del finanziamento complessivo dei Consorzi ALMALAUREA e CINECA (+ 2.450.000 euro), al netto di quanto assegnato per la VQR 2011-2014, rispetto al 2013.

Con riferimento all'art. 10, lettera c), nel prendere atto della proposta di ripartizione delle Borse post lauream (assegni di ricerca inclusi) in base ai criteri riportati nell’allegato 5 (si segnala un probabile refuso nell’importo), si auspica
l’apertura di un confronto anche tecnico e si sottolinea la necessità di porre estrema attenzione ad una ripartizione che innova molto rispetto alle distribuzioni effettuate in passato fra gli Atenei dei fondi per borse di dottorato e assegni di ricerca. Essa, infatti, riguarda contemporaneamente Atenei ed Istituzioni a ordinamento speciale, guarda allo stesso tempo a Dottorati singoli e a Dottorati in consorzio/convenzione e giunge quando le università hanno già predisposto nei rispettivi bilanci preventivi un importo probabilmente correlato a dinamiche storiche. Inoltre, sempre con riferimento all’art. 10, lettera c), nel valutare con favore la presenza della quota per l’anno 2014 relativa alla programmazione triennale, richiede una pronta comunicazione della ripartizione della quota dell’anno 2013.

Tutto ciò premesso, nell’esprimere complessivamente parere positivo allo schema di decreto per le parti di competenza, la CRUI ribadisce fortemente come le nuove disposizioni siano compatibili con un FFO almeno costante nei prossimi anni. Questo comporta da subito il recupero del taglio previsto a legislazione vigente per l’anno 2015 e pari a 170 milioni di euro.

Fonte: CRUI  Parere CRUI sullo schema del decreto di riparto del fondo di finanziamento ordinario per l'anno 2014 (pdf)