CISAL: Misure più incisive, prima che sia troppo tardi

La Cisal ritiene che l’attuale situazione economico-sociale sia insostenibile e non possa protrarsi ulteriormente. Lo afferma Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal, precisando che al momento non si registrano effetti concreti di ‘’rilevanza strutturale’’. Né confortano i segnali provenienti dalle istituzioni europee, ancora incerte nel riconoscere l’assoluta necessità di una decisa svolta in direzione di interventi in favore della crescita, con il superamento, quindi, delle annose politiche di rigore e delle conseguenze recessive da esse prodotte. I dati provenienti dai maggiori Osservatori nazionali (Istat e Banca d’Italia) ed internazionali (OCSE e FM) sulla situazione economica e sociale del Paese indicano una disoccupazione, specie quella giovanile, pericolosamente vicina al 13%, una riduzione del potere di acquisto generalizzato con  riflessi catastrofici sui consumi interni, una politica industriale non organica  né strategica, un debito pubblico in aumento e una spesa corrente che stenta ad essere contenuta (nonostatnte la spending review). Se a tutto questo si aggiungono il male endemico del lavoro sommerso, della perversa evasione fiscale, della Previdenza ( obbligatoria e complementare ), della corruzione, della soffocante pressione fiscale specie sui titolari  di reddito fisso (lavoratori e pensionati), di un mercato del lavoro asfittico che produce precariato e di un welfare disorganico e spesso iniquo, il quadro assume  tinte  davvero preoccupanti. La Cisal ne è pienamente consapevole, pur non appartenendo alle categorie  definite di volta in volta dei  ‘’gufi ‘’ o dei ‘’catastrofisti’’. Ritiene, invece, ancora possibile ‘’uscire dalla palude’’ , ma valuta  insufficienti i provvedimenti fin qui assunti dal Governo, riforma della PA, job act e legge di stabilità compresi. Non è il caso, in questa sede, di riassumere le considerazioni, le osservazioni e le proposte avanzate  di volta in volta al Governo, anche attraverso i Parlamentari di tutte le forze politiche, ma lacune fondamentali posizioni sostenute dalla Cisal, ricorda il segretario generale, meritano di essere richiamate .

 

La Riforma Fiscale (non a caso definitala riforma delle riforme) rappresenta  il punto centrale dela svolta che la Cisal ha chiesto  e continua a chiedere al Governo e a tutte le Forze Politiche, perché solo una coraggiosa e radicale rivoluzione dell’attuale sistema puo’  consentire  al Paese di non ‘’giocare solo in difesa’’, ma di affrontare  i temi fondamentali degli investimenti produttivi e, quindi del lavoro, dell’occupazione, della crescita e dello sviluppo, ivi compresa la questione previdenziale che, così comè, è destinata ad essere destabilizzata  per milioni di cittadini, lavoratori, e pensionati, e in definitiva per l’intero sistema Paese.  Per il Fisco, quindi, la Cisal – continua Cavallaro – insiste sull’introduzione, utilizzando la delega fiscale di cui dispone  il Governo, del cosiddetto  "contrasto di interessi in base al quale il cittadino, dotato di una apposita “carta elettronica del contribuente” verrebbe cointeressato a impedire l’evasione, potendo scaricare e quindi dedurre/detrarre dal suo reddito imponibile in tutto o in parte le spese sostenute e documentate attraverso, appunto, l’automatica e contestuale annotazione delle transazioni effettuatedirettamente negli archivi dell’Agenzia delle Entrate.

Per la Previdenza, prosegue il segretario generale, a parte alcuni profili di incostituzionalità della confusa normativa vigente che si riserva di far  valere nelle sedi opportune (ad esempio, gli 80 euro non estesi ai pensionati, oltre che agli incapienti e ai lavoratori autonomi,oppure l’assurda discriminazione tra lavoratori privati e pubblici in materia di trattamento fiscale sulle pensioni complementari ed altri ancora), La Cisal ribadisce da sempre l’assoluta necessità di una netta separazione tra Previdenza e Assistenza, dovendo quest’ultima far capo esclusivamente alla fiscalità generale, senza attingere illegittimamente ai contributi dei lavoratori destinati alle modeste pensioni. E ciò non solo in ossequio al dettato costituzionale che ne prevede, appunto, la netta  separazione, am anche nella convinzione che una diversa e oculata gestione dei contributi (il 33% della retribuzione per oltre 40anni), non è credibile non  possa garantire  una pensione decorosa per una residua vita media intorno ai 12/13 anni! In proposito, si attende ancora dall’INPS l’invio ai contribuenti della famosa “ busta arancione” contenente l’indicazione della pensione maturata fino al 31 dicembre di ciascun anno.

Sul jobs act, la Cisal si riserva ogni valutazione alla prova dei fatti, ritenendo però, fin da subito insufficienti le risorse da stanziare per consentire che il previsto nuovo sistema di “welfare attivo e passivo” sia veramente in grado “ di prendersi carico” il lavoratore  in cerca di lavoro o che lo abbia perso, per accompagnarlo e sostenerne il reddito fino ad un dignitoso ricollocamento.

Sulla Riforma della Pubbica Amministrazione (l’ennesima!), la Cisal ha anche recentemente avuto modo di esprimersi. In particolare, Cavallaro richiama tre dei pur numerosi rilievi mossi dalla Confederazione:

** non è accettabile che il datore di lavoro, approfittando di essere “pubblico”, contravvenga al più elementare dei suoi doveri, rinnovare il contratto, fermo ormai da sei anni;

**non è comprensibile, anzi è sintomo di colpevole e sospetta superficilaità accingersi a una ennesima Riforma senza fornire una sia pur minima spiegazione sulle cause  che hanno determinato il fallimneto delle precedenti riforme;

**non è corretto attribuire alla burocrazia tout court le responsabilità di tutte le inefficienze, senza riflettere sul fatto che i vertici delle tante pubbliche amministrazioni e, a scalare quasi tutti i livelli di elevate responsabilità, sono stati direttamente o indirettamente nominati dalla politica/partitica.Per la Cisal, conclude Cavalalro, nel caso in cui il monitoraggio costante e puntuale delle attività di Governo e Parlamento non faccia registrare un cambiamento di rotta nelel scelte di tali organi, si accinge a predisporre numerose iniziative di mobilitazione dei lavoratori sul territorio. Primo appuntamento nella direzione descritta, l’organizzazione di un apposito convegno durante il quale, alla presenza di esponenti qualificati anche nel mondo politico, dibattere e approfondire le tesi sostenute dalla Confederazione.

(A cura del Centro Studi CISAL)