
Nel Def 2014 l'indebitamento nominale è previsto, intanto, in continua riduzione, collocandosi a fine periodo allo 0,3% del Pil, un livello equivalente a quello del 1960 e il più basso dal '46 ad oggi. Il presidente della Corte, Raffaele Squitieri, presentando il rapporto, ha spiegato che la spesa corrente si riduce di 2,7 punti in termini di prodotto rispetto al 2013. In ogni caso la Corte sostiene che la contrazione della spesa in conto capitale ha consentito di compensare la caduta del gettito fiscale, diminuito lo scorso anno dello 0,7%
Critiche velate al governo Renzi sono contenute nel documento che definisce l’intervento che porterà 80 euro nella busta paga dei lavoratori "un surrogato" insufficiente. "Politiche redistributive basate sulle detrazioni di imposta così come scelte selettive rientranti nell’ambito proprio e naturale della funzione dell’Irpef, affidate a strumenti surrogati (prelievi di solidarietà, bonus, tagli retributivi) sono all’origine di un sistematico svuotamento della base imponibile dell’Irpef finendo per intaccare la portata e l’efficacia redistributiva dell’imposta". La Corte caldeggia pertanto lo sviluppo di "un disegno equo e strutturale di riduzione e redistribuzione dell’onere tributario". Sul fronte dei conti pubblici, sottolinea il presidente della Squitieri, "la condotta di finanza pubblica richiede ancora molta accortezza e grande disciplina" ma, aggiunge, "rigore e disciplina segnano la politica di bilancio da almeno 4 anni". Servirà quindi "uno sforzo eccezionale" che non potrà "realisticamente essere protratto troppo oltre in assenza di crescita economica. O almeno non oltre quanto già programmato nel Def".
Rassicurante il commento del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: "se la crescita nominale fosse più alta la sostenibilità del debito non sarebbe in discussione, e non lo è". Per Padoan inoltre la "sostenibilità di lungo periodo delle finanze italiane è maggiore di quella di altri paesi Ue". E aggiunge "la crescita è la via maestra per abbattere il debito". Un processo nel quale deve essere previsto, secondo il titolare di via XX Settembre, un coordinamento europeo: "L’Europa è al bivio o una politica economica che sia un indirizzo molto forte su una visione per i prossimi anni o, se non si coglie questa finestra, l’opportunità andrà persa. È il momento della svolta". Francesco Colafemmina - Fonte www.ilquotidianodellapa.it