Comunicato stampa del Coordinatore regionale CISAL FPC Sardegna '' iniziativa CODACONS''
In riferimento alla iniziativa del CODACONS in favore dei dipendenti pubblici riguardo al blocco dei contratti, pubblichiamo il comunicato stampa del Coordinatore regionale CISAL FPC Sardegna.
Lo scrivente ritiene opportune alcune considerazioni sulla ormai nota iniziativa del CODACONS in favore dei dipendenti pubblici costretti a subire il blocco del stipendi fin dal 2010. Non si discute certo circa la bontà o meno dell’ iniziativa in questione, ma lascia perplessi la mancanza di chiarezza nel messaggio promozionale utilizzato dal Codacons per invitare gli interessati ad aderire alla class action.
Più in particolare, nel comunicato apparso sul sito del CODACONS si precisa che l’iscrizione avviene tramite l’invio di un SMS dal cellulare (previa rimozione del blocco dei numeri a pagamento, se attivo) al numero 4892892 con il testo 203 URT PA (al costo onnicomprensivo di € 2,03, di cui una parte destinata alla campagna sociale in favore dell’Associazione Mary Poppins che si occupa dei bambini ricoverati nel reparto di oncologia del Policlinico Umberto I di Roma).
Una volta inviato l’SMS riceverai un PIN:inserendolo nell’apposita sezione potrai accedere alla scheda di adesione (che dovrai compilare con tutti i tuoi dati) e infine alla modulistica completa (diffida e documentazione relativa al ricorso TAR e alla class action.
Leggendo quindi il predetto messaggio si è convinti, e non potrebbe essere altrimenti visto il tenore letterale dello stesso, che l’unico onere economico da sostenere per aderire alla class action è costituito da € 2,03.
Peccato per che la sorpresa sia dietro l’angolo. Infatti, se si invia il famigerato messaggio si scopre che bisogna allegare al ricorso una attestazione di avvenuto pagamento della quota onnicomprensiva di € 100,00 per l’iscrizione alle associazioni CODACONS e altre indicate. Ora, nulla quaestio sui costi, ma perchè non dirlo subito e chiaramente nel comunicato diffuso? Così facendo, invece, si costringe il dipendente pubblico a dover comunque spendere i 2,03 euro di sms per poi decidere di non aderire, vista la necessità di dover versare ulteriori 100,00 euro che, evidentemente, incidono non poco sugli stipendi degli stessi già bloccati dal 2010. Oltre il danno anche la beffa. Insomma, quello che si vuole evidenziare e che ci si attende da una associazione che tutela i consumatori altro non è che trasparenza e chiarezza nei messaggi e comunicati diffusi.
Il Coordinatore Regionale CISAL FPC SARDEGNA
Salvatore Sanna