01.10.2020 CIRU44 - Come si calcolano, ai fini del congedo parentale, i giorni festivi e/o non lavorativi che ricadono all’interno dei periodi di assenza?
L’ art. 31, comma 9, del CCNL Università 16.10.2008 disciplina le modalità di computo dei periodi di assenza per congedo parentale e malattia del bambino stabilendo che tali periodi, nel caso di fruizione continuativa da parte del personale dipendente, comprendono anche gli eventuali giorni festivi e non lavorativi settimanali che ricadono all’interno degli stessi mentre, nel caso di fruizione frazionata, siffatta modalità di computo si applica solo nel caso in cui i periodi suddetti non siano intervallati dal ritorno al lavoro del dipendente. Poiché la contrattazione collettiva nazionale non ha disciplinato i casi specifici della malattia e delle ferie che intervallano il periodo del congedo parentale, occorre fare riferimento alle circolari emanate dall’INPS in materia. Si segnalano, al riguardo, la circolare n. 8 del 2003 - ove si precisa che la malattia può interrompere la fruizione del congedo parentale, il quale, salvo diverse indicazioni e comunicazioni, potrà riprendere al termine della malattia stessa - e la circolare n. 82/2001 – che per quanto concerne il computo delle ferie chiarisce che “in caso di fruizione del congedo parentale in modo frazionato è necessaria la ripresa effettiva del lavoro tra una frazione e l’altra, ripresa non rinvenibile nelle ferie; ciò non significa peraltro, che immediatamente dopo una frazione e prima della successiva non possono essere fruiti i giorni di ferie. Significa, invece, che se le frazioni si susseguono in modo continuativo [ad es. in caso di settimana corta, dal lunedì al venerdì e così successivamente] oppure sono intervallate soltanto da ferie, i giorni festivi e, in caso di settimana corta, i sabati [anche quelli cadenti subito prima e subito dopo le ferie] sono conteggiati come giorni di congedo parentale.”.
Fonte: www.aranagenzia.it
COMUNICATO
Riunione MUR – OO.SS. su CEL ex Lettori di madrelingua straniera del 09/02/2021
L’odierna riunione con il MUR avente come ordine del giorno le problematiche dei CEL ed ex lettori ha evidenziato delle notevoli convergenze tra la parte sindacale e il Ministero, soprattutto in merito alla figura professionale di queste categorie che devono intendersi come unico profilo in quanto svolgono le medesime funzioni.
Sull’annosa vicenda dei CEL ed ex lettori, riteniamo ci siano tutti i presupposti affinchè si possa pertanto trovare già nel prossimo CCNL una soluzione che consenta di chiudere il contenzioso in essere ed evitare anche quello futuro, dando a questa categoria la giusta collocazione giuridica ed economica in ambito contrattuale, senza dover ricorrere a sistemi non confacenti allo stato di diritto, demandando a contratti integrativi ciò che invece è materia aspecifica del CCNL.
Nel suo intervento il Coordinatore Generale del Dipartimento Università della FGU ha espresso il suo apprezzamento per il metodo di lavoro che il MUR si è voluto dare trattando prima in sede politica gli stessi temi che andranno poi in discussione in sede ARAN, com’è giusto che sia, il primato della politica rispetto al ruolo tecnico svolto dall’Agenzia, quello che noi chiedevamo da sempre.
Nonostante la notevole differenza di vedute su alcuni argomenti e gli scarsi risultati ottenuti per il personale universitario del Comparto in sede di legge di bilancio, abbiamo molto apprezzato questo metodo di lavoro e abbiamo auspicato che sia posto in essere ogni qualvolta si debba trattare argomenti specifici in sede ARAN.
Così com’è auspicabile che con il nuovo Governo ci sia continuità nel metodo, così com’è ora, di rapportarsi con le OO.SS. anche al fine di non sprecare la grande mole di lavoro fino ad ora svolto, sicuramente utile come fase istruttoria per la definizione del prossimo CCNL.
Domani ci sarà l’incontro in sede di tavolo paritetico all’ARAN per discutere del “nuovo” ordinamento professionale dove tornerà sicuramente utile anche il lavoro fatto oggi.
Su sollecitazione nostra e di altre OO.SS. il DG del MUR, relativamente alla cosiddetta “circolare Livon” sulle PEV e sul tetto del fondo accessorio, ha assunto l’impegno a coinvolgere la Funzione Pubblica inviando una nota a firma del Ministro Manfredi, specificando che nelle Università devono valere regole diverse che nel restante P.I., per quanto riguarda invece l’altro argomento in discussione sia con il MUR che sul tavolo tecnico ARAN, cioè il personale universitario in assistenza, il MUR ha comunicato di aver già inviato una nota conoscitiva al Ministero della Salute ed alla Conferenza Stato Regioni per la definizione del decreto interministeriale così come previsto dal Dlgs 517/99.
Sarà nostra cura tenervi informati sui prossimi incontri, in primis quello di domani in ARAN sull’Ordinamento professionale.
Roma 09 Febbraio 2021
Il Coordinamento Nazionale
È stato adottato dal Dipartimento della Funzione Pubblica il Protocollo per la prevenzione e la protezione dal rischio di contagio da COVID-19 nell’organizzazione e nella gestione delle prove selettive dei concorsi pubblici (articolo 1, comma 10, lettera z), DPCM 14 gennaio 2021), validato dal Comitato-tecnico scientifico presso il Dipartimento della protezione civile.
Il Protocollo si rivolge ai soggetti coinvolti a vario titolo nelle procedure concorsuali, quali ad esempio le amministrazioni titolari delle procedure concorsuali, le commissioni esaminatrici, il personale di vigilanza, i candidati e agli altri enti pubblici e privati coinvolti nella gestione dei concorsi.
Oltre alle misure igienico sanitarie da adottare per l’organizzazione dei concorsi, sono previste specifiche indicazioni in merito ai requisiti delle aree concorsuali, ai requisiti dimensionali delle aule concorso (organizzazione dell’accesso, seduta e dell’uscita dei candidati) e per lo svolgimento della prova.
Fonte : www.funzionepubblica.gov.it
Fonte INPS: Circolare n.2 del 12 gennaio 2021.
Con la presente circolare, L'INPS fornisce le istruzioni amministrative in materia di diritto alla fruizione del congedo straordinario di cui all’articolo 22-bis del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dallalegge 18 dicembre 2020, n. 176, per i genitori lavoratori dipendenti in caso di sospensione dell’attività didattica in presenza delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado, situate nelle aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto (c.d. zone rosse) e del congedo straordinario di cui all’articolo 22-bis, comma 3, del medesimo decreto-legge, per genitori lavoratori dipendenti di figli con disabilità in situazione di gravità accertata ai sensi dell'articolo 4, comma 1, della legge 5 febbraio 1992, n. 104,iscritti a scuole di ogni ordine e grado per le quali sia stata disposta la sospensione dell’attività didattica in presenza o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale per i quali sia stata disposta la chiusura, indipendentemente dallo scenario di gravità e dal livello di rischio in cui è inserita la regione doveè ubicata la scuola o il centro di assistenza. Clicca e Leggi tutta la circolare
Il D.L. 31 dicembre 2020, n. 183 (c.d. “Milleproroghe”) ha prorogato – fino alla data di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e comunque non oltre il 31 marzo 2021 – il termine per l’applicazione della normativa in materia di lavoro agile dettata dal comma 1 dell’art. 263 del D.L. 34/2020 (c.d. Decreto Rilancio) convertito, con modificazioni, dalla L. 17 luglio 2020, n. 77. Tale normativa prevede l’applicazione dell’istituto con le misure semplificate indicate dall’art. 87, co. 1, lett. b) del D.L. n. 18/2020.
Il Ministro per la pubblica amministrazione, con decreto del 20 gennaio 2021, in corso di registrazione, ha prorogato le modalità organizzative, i criteri e i principi in materia di flessibilità del lavoro pubblico e di lavoro agile stabiliti dal decreto ministeriale 19 ottobre 2020 fino al 30 aprile 2021.
In ogni caso, la scadenza per la redazione del “Piano Organizzativo Lavoro Agile” (POLA) di cui alle recenti Linee guida del Ministro per la pubblica amministrazione rimane fissata al 31 gennaio per le amministrazioni diverse dagli enti locali (per i quali la tempistica di approvazione dei piani di programmazione è quella stabilita dall’art. 169 TUEL). Il decreto c.d. “Milleproroghe”, infatti, rinvia al 31 marzo solo le disposizioni contenute nel comma 1 dell’art. 263 sopra citato e non anche il termine per la presentazione del POLA, fissato dal comma 4-bis della stessa norma, in quanto sezione del Piano della performance 2021-2023.
Fonte: www.funzionepubblica.gov.it
Care colleghe, cari colleghi,
questo lungo periodo di grande difficoltà di gestione dei rapporti sociali causa la pandemia covid 19, stà mettendo tutti a dura prova, per molti di noi sarà impossibile poter trascorrere queste festività insieme ai propri genitori, nonni, figli e nipoti, così come la Pasqua trascorsa, ricorderemo ahinoi, in modo particolare anche questo Natale.
Nondimeno le relazioni sindacali che ancora in questi giorni prenatalizi si tengono con l’ARAN e il governo in remoto, risultano difficili e complesse a causa di una controparte poco sensibile a comprendere le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori dell’università.
Noi della FGU GILDA Università ce la stiamo mettendo tutta per non vanificare le aspettative dei ns associati, e non solo, ma vi assicuriamo che è davvero dura.
Come saprete certamente dai comunicati che stiamo facendo girare in questi giorni c’è in atto un’azione unitaria che pur tra mille “diverse sensibilità” continua a far sentire la propria voce forte e coesa in tutte le sedi anche parlamentari, denunciando lo stato di assoluta difficoltà in cui versa il Sistema Universitario Nazionale a causa dei mancati investimenti che si sommano ai tagli degli ultimi decenni.
L’Università italiana è stata privata di risorse umane ed economiche con il mancato turn over di oltre 25.000 unità di personale docente e tecnico-amministrativo. L’autonomia universitaria ha fatto il resto, le Istituzioni universitarie operanti in contesti socioeconomici favorevoli sono divenute sempre più ricche a discapito delle altre, determinando un conseguente impoverimento economico e strutturale, dove maggiormente sacrificato risulta essere il personale delle Università e dei Policlinici Universitari.
Auspichiamo che sia ancora possibile un intervento nella legge di bilancio almeno per mitigare la sperequazione retributiva del personale universitario rispetto al restante pubblico impiego superando anche gli attuali limiti ai fondi del salario accessorio che non rendono possibile il pieno utilizzo delle attuali risorse dei lavoratori, bloccando anche la contrattazione di secondo livello, leva indispensabile per ricercare soluzioni innovative per garantire maggiori servizi di qualità alla collettività e in modo particolare agli studenti.
Se così non fosse dovremo aspettarci, pur con tutti i limiti dati dalla pandemia ancora in atto, una stagione conflittuale, se il caso, anche definendo nuove forme di lotta rispetto a quelle tradizionali.
Colgo l’occasione per porgere a voi tutti ed ai vostri cari i migliori auguri di Buon Natale e felice Anno Nuovo, rinnovandovi il mio personale ringraziamento, oltre a quello di tutto il Coordinamento Nazionale per la fiducia finora accordata.
21 Dicembre 2020
Il cordinatore nazionale FGU GILDA Università
Arturo Maullu
Si riporta quì di seguito il testo della nota unitaria che le OO.SS. del comparto Università hanno inviato il 19 us. agli Onorevoli Parlamentari del Senato e della Camera.
NOTA UNITARIA
FLC CGIL - CISL Fsur - UIL Scuola RUA - SNALS Confsal - FGU GILDA Università
Prot. n. CCU/845
Roma, 19 dicembre 2020
Onorevole Senatore,
Onorevole Deputato,
le scriventi Segreterie delle Organizzazioni Sindacali di categoria del settore universitario vogliono rappresentare alla S.V. lo stato di assoluta difficoltà in cui versa il Sistema Universitario Nazionale.
In oltre 15 anni di contrazione della spesa pubblica e mancati investimenti, l’Università italiana è stata privata di gran parte delle risorse storiche di Funzionamento Ordinario e di oltre 25.000 unità di personale docente e tecnico-amministrativo in conseguenza del blocco del turn over e della riduzione degli organici, solo parzialmente contenuta con l’attivazione di nuovi rapporti flessibili che hanno reso l’Università ancora più precaria.
Nel contesto europeo l’Italia è all’ultimo posto come finanziamento statale dell’Università e al penultimo posto per numero di giovani laureati, vantando un ulteriore primato negativo: il nostro Paese ha un numero di ricercatori molto limitato, circa un terzo dei ricercatori della Germania e metà di quelli di Francia e Inghilterra.
Ma l'Italia è agli ultimi posti tra i Paesi Europei anche con riferimento al finanziamento alla ricerca scientifica e questo danneggia l'intero Paese e le sue possibilità di sviluppo economico.
A questo stato di cose si sono aggiunte ulteriori criticità determinate dall’applicazione della Legge di Riforma n. 240 del 2010, interessata nel tempo da numerose modifiche che hanno reso l’Università un esempio di eccesso di burocrazia, che hanno condotto tutto il Sistema Universitario a connotarsi per un estremo cannibalismo interno che ha ampliato il gap già esistente tra gli Atenei.
Infatti le Università, governate da logiche di potere sempre più accentrato nelle mani di pochi e da algoritmi sempre più incomprensibili ai più, sono state immesse in una logica competitiva per garantirsi l’accaparramento delle esigue risorse finanziarie e facoltà assunzionali assegnate progressivamente in modo solo formalmente premiale, utilizzando criteri che sono costantemente oggetto di grandi critiche.
Conseguentemente le Istituzioni universitarie più ricche sono divenute sempre più ricche a discapito delle altre determinando eccessivi squilibri. Da qui la richiesta di alcuni Atenei di una maggiore autonomia, figlia in una logica che trova fondamento nell’estremo egoismo mascherato da “autonomia differenziata”.
Un’autonomia riconosciuta di recente con l’ennesima modifica della Legge n.240/2010,
approvata con la conversione in legge del DL “Semplificazioni”, la cui applicazione rischia, nei prossimi tempi, di accentuare ancora di più l’enorme gap esistente tra gli Atenei, minando irrimediabilmente l’unità del Sistema Universitario Nazionale che di “sistema” ormai conserva ben poco. Una mini riforma imposta dal Governo nel silenzio distratto dell’estate e su cui nemmeno il Parlamento ha potuto dire la sua, essendo stata posta la questione di fiducia sul ddl di conversione del DL semplificazioni.
Il peso più grave generato da questo stato di cose si è abbattuto in particolare su due categorie. In primo luogo gli studenti e le loro famiglie, costretti in questi anni a pagare tasse più elevate e ad avere minori servizi, con la conseguenza che “chi se lo può permettere”, abbandona il proprio territorio favorendo Atenei lontani che possono garantire maggiori opportunità. Così si spiega l’eccessiva mobilità studentesca registrata negli ultimi anni, con il 25% degli studenti universitari delle regioni del sud che va a studiare al nord Italia, determinando effetti negativi sullo sviluppo di molte realtà universitarie oltre che sullo sviluppo economico e sociale dei territori così fortemente interessati dalla migrazione studentesca.
Gli interventi oggi previsti sulle tasse universitarie e sul diritto allo studio, seppur invertono la tendenza rispetto ai tagli dell’ultimo decennio, non determinano quella svolta necessaria per provare a recuperare l’enorme divario esistente rispetto al contesto internazionale in termini di numero di giovani che intraprendono gli studi universitari e che conseguono la laurea.
La seconda categoria sacrificata è quella del personale delle Università e dei Policlinici Universitari: professori e ricercatori, ma in particolare il personale tecnico, scientificotecnologico, socio-sanitario, amministrativo, bibliotecario, ausiliario, lettori e collaboratori linguistici.
Questo personale risulta essere allo stato quello con le retribuzioni più basse di tutto il pubblico impiego e ciò malgrado l’elevata professionalità e la qualità delle prestazioni rese che sono state apprezzate da tutto il Paese quando in meno di 15 giorni è stata garantita la continuità dell’azione degli Atenei e il 100% dei servizi agli studenti con modalità a distanza già durante la prima ondata pandemica COVID 19. Anche loro facevano parte degli eroi, specie quelli operanti nei Policlinici Universitari, oggi ancora dimenticati da tutti.
Soprattutto dal Governo che, malgrado gli impegni assunti dal Presidente del Consiglio con l’accordo del 24 aprile 2019, non ha mostrato sensibilità rispetto al personale delle Università, inserendo nella bozza di Legge di Bilancio 2021 le disposizioni che i lavoratori attendono da molti anni, a partire da quelle volte ad affrontare il problema della sperequazione retributiva per superare la quale occorre uno specifico investimento finanziario, unitamente ad un semplice intervento legislativo finalizzato al superamento degli attuali limiti che impongono la riduzione dei fondi del salario accessorio. Provvedimenti adottati per molte altre categorie.
Tutto ciò, insieme all’assenza di investimenti significativi sul Fondo di Finanziamento Ordinario dell’Università, ci ha spinto a proclamare prima lo stato di agitazione del personale lo scorso 10 novembre per giungere il 10 dicembre alla prima assemblea nazionale unitaria del personale universitario in streaming che ha visto la partecipazione di tantissimi lavoratori ed esponenti del Parlamento che, peraltro, hanno condiviso le nostre preoccupazioni.
Si confidava, infatti, che l’istituzione del Ministero dell’Università e della Ricerca nel febbraio scorso, avesse potuto favorire lo sviluppo di concrete politiche per il settore universitario ormai divenute non più rinviabili. Ma nessuna delle tematiche affrontate nei tavoli politici e tecnici ministeriali ha trovato soluzione nell’approvanda Legge di Bilancio 2021 e in particolare:
1) un incremento congruo del FFO con la revisione delle regole di distribuzione delle risorse tra i vari Atenei in un’ottica perequativa;
2) la valorizzazione del personale attraverso lo stanziamento di apposite risorse per la revisione dell’ordinamento professionale e la progressione economica;
3) l’eliminazione del limite al salario accessorio, come da impegno del Presidente del Consiglio nell’accordo del 24 aprile 2019;
4) un intervento normativo che riaffermi la peculiarità della Sanità Universitaria ed il ruolo fondamentale delle Aziende Ospedaliere-Universitarie e del personale ivi operante nell’ambito della formazione sanitaria delle Università, dando anche corso agli impegni assunti dai Ministri dell’Università e della Ricerca e della Sanità nell’ambito del protocollo sottoscritto lo scorso 23 aprile 2020;
5) la stabilizzazione dei lavoratori precari;
6) un incremento significativo dei fondi per il diritto allo studio.
Le lavoratrici e i lavoratori attendevano risposte che tuttavia non sono giunte nemmeno nell’incontro politico tenuto lo scorso 9 dicembre. Le loro attese sono state tradite ancora una volta perchè, ci é stato riferito, che la politica aveva inteso allocare le risorse assegnate al settore Universitario in legge di Bilancio su altri investimenti.
Questa situazione impone alle scriventi OO.SS. di richiamare l’attenzione dei rappresentanti politici in Parlamento, chiedendo loro una prova di concreta attenzione per l’Università e per il suo personale, inserendo nel testo della legge di bilancio 2021 almeno due interventi normativi per la valorizzazione del personale, perché tutte le cose sono fatte dall’uomo e chi lavora ha diritto a percepire una equa retribuzione rispetto al lavoro svolto, in ragione dei principi costituzionali che devono sempre orientare l’azione politica.
A parere delle scriventi Segreterie Nazionali appare incomprensibile la scelta di non affrontare il problema della valorizzazione dei lavoratori di un settore che dovrebbe essere il traino dello sviluppo del Paese e ritrovare nel testo della bozza di legge di bilancio le seguenti misure:
- 30 milioni per università non statali al fine di contrastare la crisi economica derivante dalla situazione emergenziale in atto seppur le stesse Università hanno già usufruito di interventi in precedenti provvedimenti legislativi per milioni di euro.
- 4 milioni di incremento delle risorse ai collegi universitari per la ridotta residenzialità determinata dall’emergenza Covid.
- 25 milioni a Roma “Tor Vergata” per la definizione dei contenziosi in essere con affidatari dei lavori e progettisti per la Città dello Sport (infrastruttura incompiuta) e ulteriori 3 milioni annui per i lavori di manutenzione e messa in sicurezza.
- 54 milioni per equiparare l’aliquota contributiva di finanziamento del trattamento di quiescenza per i professori e ricercatori delle Università non statali a quelle del personale statale peraltro con decorrenza retroattiva dal 2016.
- 5 milioni per l’istituzione della Fondazione futuro delle città.
- 6,5 milioni per il completamento del progetto Mantova HUB
- 7% delle ingenti risorse destinate ai progetti di ricerca per assumere esperti e consulenti tecnico-scientifici e professionali.
Se è possibile finanziare queste misure, a nostro avviso, deve essere possibile trovare anche una soluzione per chi quotidianamente consente alle università di funzionare e di fornire tutti i servizi, agli studenti per chi collabora alle attività di didattica e di ricerca e per il personale della sanità universitaria.
Ci rivolgiamo, quindi, a tutte le forze politiche che siedono in Parlamento nel momento in cui ci si accinge ad approvare la legge di bilancio 2021, perché pur consci delle difficoltà che si stanno affrontando, siamo convinti della assoluta necessità di dover dare concretezza ai più volte ripetuti auspici di molti e, in particolare, anche del Presidente Mattarella, sull’importanza di investire nell’alta formazione e nella ricerca scientifica e ciò, certamente, non può prescindere dal riconoscimento e dalla valorizzazione di tutte le professionalità impegnate in questi settori.
Riteniamo, a tal fine, che vi sia ancora lo spazio per un intervento in legge di bilancio almeno per mitigare la sperequazione retributiva del personale universitario rispetto al restante pubblico impiego superando anche gli attuali limiti ai fondi del salario accessorio che non rendono possibile il pieno utilizzo delle attuali risorse dei lavoratori, bloccando anche la contrattazione di secondo livello, leva indispensabile per ricercare soluzioni innovative per garantire maggiori servizi di qualità alla collettività e in modo particolare agli studenti.
Investire sulla conoscenza significa investire prima di tutto sulle persone, sulla cultura, sui percorsi formativi, sulla ricerca, perché il capitale umano è elemento fondamentale per produrre benessere collettivo e sviluppo sociale ed economico.
Auspicando un Suo autorevole intervento a sostegno del settore universitario nella Sua qualità di rappresentante del popolo italiano in Parlamento, Le auguriamo un proficuo lavoro.
Cordialmente.
LE SEGRETERIE NAZIONALI
FLC CGIL F.to) Pino di Lullo
FSUR-CISL Università F.to) Francesco De Simone Sorrentino
UIL SCUOLA RUA F.to) Attilio Bombardieri
SNALS F.to) Teresa Angiuli
FGU-GILDA Dipartimento Università F.to) Arturo Maullu
Rilascio della procedura per la presentazione delle domande.
Si legge nel messaggio:
Facendo seguito alla circolare n. 132/2020, l’INPS con il messaggio n. 4718 del 15 dicembre 2020, comunica il rilascio della procedura per la compilazione e l’invio on line delle domande relative al congedo COVID-19, di cui all’articolo 21-bis del decreto–legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, come modificato dall’articolo 22 del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, per sospensione dell’attività didattica in presenza del figlio convivente minore di anni 14, in favore dei lavoratori dipendenti.
La domanda deve essere presentata esclusivamente in modalità telematica attraverso uno dei seguenti canali:
- tramite il portale web dell’Istituto, se si è in possesso del codice PIN rilasciato dall’Istituto (oppure di SPID, CIE, CNS), utilizzando gli appositi servizi raggiungibili direttamente dalla home page del sito www.inps.it. Si ricorda, che a decorrere dal 1° ottobre 2020 l’Istituto non rilascia più nuovi PIN;
- tramite il Contact center integrato, chiamando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento, in base alla tariffa applicata dai diversi gestori);
- tramite i Patronati, utilizzando i servizi offerti gratuitamente dagli stessi.
La domanda potrà riguardare anche periodi di astensione antecedenti alla data di presentazione della stessa, ma comunque decorrenti dal 29 ottobre 2020.
Con successivo messaggio saranno fornite indicazioni per la presentazione della domanda di congedo straordinario, di cui all’articolo 13 del decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149, per i genitori lavoratori dipendenti in caso di sospensione della didattica in presenza delle scuole secondarie di primo grado.
Fonte INPS.it