La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 6174 del 1° marzo 2019, ha respinto il ricorso del dipendente licenziato per giusta causa a causa dei continui allontanamenti dal luogo di lavoro senza passare il badge.Secondo i giudici non vi è alcuna violazione della privacy se le condotte contestate sono emerse dall’attività investigativa su ordine del datore. I controlli erano svolti in luoghi pubblici e per ragioni diverse dalle modalità di adempimento della prestazione. Quella che ha integrato la giusta causa di licenziamento è attività fraudolenta fonte di danno per l’azienda e come tale può essere sottoposta a controllo, anche da parte di un’agenzia investigativa.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7306 del 14 marzo 2019, ha affermato che, in caso di consegna “a mano” sul luogo di lavoro della busta chiusa contenente una lettera con l’adozione di un provvedimento disciplinare, nel caso in cui il lavoratore rifiuti di riceverla, non si può perfezionare l’avvenuta cognizione a meno che il datore di lavoro (o un suo delegato) non ne legga il contenuto della lettera (o tenti di leggerla) in presenza del destinatario, in questo caso Il dipendente a cui è destinata la lettera è tenuto ad accettare la consegna manuale della contestazione disciplinare.
La legge di bilancio 145 del 30 dicembre 2018 ha innovato alcuni aspetti relativi il congedo obbligatorio e facoltativo di paternità, introdotto in via sperimentale per gli anni 2013, 2014 e 2015 dall’art. 4 comma 24 lettera a) dalla Legge 92 del 28 giugno 2012. INPS con il messaggio 591 del 13 Febbraio 2019, recepisce quanto la norma sancisce e chiarisce alcuni aspetti:

Con la sentenza n. 4943 del 20.02.2019, la Cassazione afferma che è passibile di licenziamento il lavoratore che utilizza per finalità personali le ore di permesso accordate per la partecipazione alle riunioni degli organismi direttivi sindacali, qualificandosi la relativa assenza come mancato svolgimento della prestazione per fatto a lui imputabile.

il Dipartimento Università della FGU GILDA Unams, anche su imput dei colleghi FGU GILDA dell’Università di Cassino che hanno il merito di avere svolto lo studio preliminare che ha portato alla luce la problematica che riguarda tutto il personale e i cui risvolti applicativi potrebbero risultare molto penalizzanti di cui all’art. 51 del CCNL vigente, e alla sua applicazione, (là dove sia stato riscontrato che la stessa, a tutt'oggi, non abbia posto in essere direttive difformi dalla legge con all'applicazione dell'art. 51 del nuovo CCNL), ha intrapreso l'iniziativa di portare tale problematica all’attenzione delle istuzioni universitarie nonché anche all’attenzione di Rino Di Meglio, Coordinatore Generale FGU GILDA Unams. In data 31.01.2019, è stata pertanto inviata dalla Federazione una nota all’ARAN ove si chiede che l’Agenzia per la Rappresentatività delle Pubbliche Amministrazioni proceda alla convocazione delle parti firmatarie del CCNL del 19.04.2018, al fine di definire consensualmente il significato dell’art. 51 del CCNL 19.04.2018, fatta salva la facoltà per i dipendenti di fruire delle assenze per malattia anche per l’espletamento di visite, terapie, prestazioni specialistiche od esami diagnostici nel limite del periodo di comporto, così come previsto dal più volte citato art.55-septies, comma 5 ter, del Dlgs.165/2001, nonché in alternativa ai permessi previsti dal suddetto articolo 51 CCNL. Leggi la nota trasmessa all ARAN in formato .pdf
Arturo Maullu - coordinatore generale Dipartimento Università FGU GILDA Unams
Il ritorno dei burosauri…
Il nuovo che avanza ha sempre più lo sguardo rivolto al passato, quel passato fatto di commistione tra sindacati e governi, sindacati e partiti politici, sindacati e organi di sottogoverno spesso occupati dalle loro seconde file, come luogo di compensazione per i servigi resi all’organizzazione s’intende, non di certo ai lavoratori.
Non solo si è ricostituito in pompa magna il CNEL uno degli “organi” più inutili nello scenario iper burocratico del nostro paese, tanto inutile che lo volevano abolire per via referendaria, e rispuntano anche i consigli di amministrazione un tempo soppressi di vari enti pubblici, tra questi l’INPS.
Un ente che maneggia oltre 300 miliardi di euro, diretto da un organo monocratico, il direttore generale Tito Boeri, che “vanta” uno stipendio annuo lordo di 103 mila euro, meno di qualunque dirigente amministrativo della più scalcinata ASL, ma fortemente “indigesto” a tutti gli schieramenti politici in quanto non manovrabile.
Per la composizione del Consiglio di Amministrazione che lo stesso Boeri aveva suggerito in numero non superiore a tre, si va invece ad una lottizzazione a cinque, esattamente come voleva fare, non riuscendoci, anche il PD poco prima di passare la mano al governo del cambiamento, lo stipendio previsto è indicato solo nei limiti massimi, i consiglieri non potranno prendere più di quanto percepisca il Presidente della Repubblica (240.000 euro annui), difatti il finanziamento previsto è di 1.200.000 euro.
Così com’è scritto nella relazione tecnica che accompagna il reddito di cittadinanza, l’operazione dovrà essere a costo zero per le casse dello stato, dato che i quattrini per pagare i consiglieri, che come al solito saranno politici trombati o sindacalisti a fine carriera da sistemare, bisogna lo stesso trovarli, si è pensato di eliminare un servizio che l’INPS rende ai cittadini. Quale servizio?
I soldi verranno da quello che l’INPS risparmierà sulle comunicazioni ai cittadini, compresa la famosa busta arancione con la quale l’ente comunicava l’entità dei contributi versati, quando si sarebbe potuto andare in pensione e l’entità della stessa. I maggiori risparmi, cita la relazione, perverranno dal capitolo di bilancio dell’ente relativo “all’invio di posta massiva, per la gestione della corrispondenza e per la dematerializzazione.
Ora per sapere tutto ciò che riguarda la vostra posizione previdenziale, non vi resta che la sfera di cristallo, sappiatelo.
Come ha ben precisato Alessandro Barbera in un bell’articolo pubblicato su “La Stampa”, la cosa non riguarderà solo l’INPS, perché stessa sorte toccherà ora anche all’INAIL. Due enti, l’uno come l’altro, che sono da sempre utilizzati dalla politica “come camera di compensazione nei confronti del sindacato”.
Qualche lettore, non conoscendo la posizione assunta da sempre dallo scrivente e dall’organizzazione sindacale che rappresenta, potrebbe obbiettare che il lamento e la forte contrarietà che risaltano leggendo queste righe, derivano solo perché non ha avuto la sua parte? …
Niente di tutto ciò, anzi, quando “l’offerta” è arrivata, e si cita ad esempio la vicenda della famosa ‘’costituzione della previdenza complementare’’, il nostro sia pur “piccolo” sindacato andò persino contro il volere della Confederazione di appartenenza non firmando l’accordo, caso unico tra tutti i sindacati nel P.I.
Purtroppo, come in passato, la nostra continuerà a essere una voce isolata, forse addirittura inascoltata proprio da coloro che avrebbero maggiore interesse a conoscere quali interessi ruotano intorno al frutto del loro lavoro, ciò nonostante questa voce continuerà a denunciare il malaffare, gli intrallazzi, che governano i rapporti tra soggetti che dovrebbero essere controparte e invece come è a conoscenza di tanti, che in realtà, così non è.
30 Gennaio 2019
Arturo Maullu - Coordinatore Generale FGU Dipartimento Università
Tratto dal sito INPS del 30 gennaio 2019
È stato pubblicato il decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, che disciplina l’accesso al trattamento di pensione cosiddetta “Quota 100”, alla pensione anticipata e cosiddetta “Opzione donna”.Con la circolare INPS 29 gennaio 2019, n. 10 e la circolare INPS 29 gennaio 2019, n. 11, l’Istituto fornisce le istruzioni applicative in materia di accesso alla pensione anticipata, alla pensione “Quota 100”, alla pensione “Opzione donna”, alla pensione in favore dei lavoratori precoci, nonché in materia di assegni straordinari dei fondi di solidarietà e di prestazioni di accompagnamento alla pensione.Il messaggio 29 gennaio 2019, n. 395, inoltre, illustra le modalità operative di presentazione delle relative domande di pensione, tramite il servizio online Domanda di pensione anzianità/anticipata quota 100 accessibile con il PIN. La domanda di pensione può essere presentata anche tramite i patronati e gli altri soggetti abilitati alla intermediazione delle istanze di servizio all’INPS ovvero, in alternativa, può essere presentata utilizzando i servizi del Contact center.