
Assenza per malattia ''Cosa succede se il medico curante sbaglia a indicare l'indirizzo per la reperibilità del lavoratore? Il lavoratore è giustificabile se viene disposta la visita medica di controllo domiciliare all'indirizzo errato?
Risponde l'INPS - Il lavoratore, che chiede al medico curante di redigere il certificato di malattia per assenza dal lavoro, deve assicurarsi che l'indirizzo riportato per la reperibilità sia corretto e completo di frazione, contrada e di ogni altro dettaglio utile per consentire l'eventuale visita medica di controllo. Con il certificato telematico non cambia, infatti, la responsabilità del lavoratore riguardo il dovere di diligenza nel collaborare pienamente al compimento degli eventuali accertamenti medici di controllo che il datore di lavoro o l'INPS vorranno effettuare.

Gli statali che si avvicinano alla pensione devono prestare attenzione ai servizi che possono essere riscattati per aumentare l'importo dell'assegno.Come noto i dipendenti pubblici possono sfruttare diverse disposizioni legislative per riscattare periodi utili ai fini pensionistici.L'ordinamento previdenziale per i lavoratori del settore statale (DPR 1092/1973) consente, infatti, ancora oggi la possibilità di riunire o di riscattare gratuitamente o con oneri ridotti alcuni particolari periodi di servizio, una facoltà non riconosciuta per la generalità dei lavoratori del settore privato. Si tratta di una serie di disposizioni di cui è bene essere a conoscenza sia per avvicinare la data di pensionamento che per maturare una pensione di importo superiore senza necessità di sborsare cifre notevoli. Leggi tutto su: www.pensionioggi.it


L’Inps, con messaggio n. 3114 del 07/08/2018, ha fornito indicazioni in merito alle modalità di fruizione dei permessi previsti dall’articolo 33 della legge n. 104/92 e del congedo straordinario previsto dall’articolo 42, comma 5, del D.lgs n. 151/2001.
Tratto da:ilquotidianodellapa.it - Nel pubblico impiego occorre fornire la prova che il mancato pagamento è dipeso da motivate esigenze di servizio o da cause di forza maggiore.
Un dirigente di una Asl emiliana otteneva dal Tribunale del lavoro una sentenza favorevole che gli riconosceva il diritto alla monetizzazione delle ferie (pari a 246 giorni) non godute. La Corte d’appello di Bologna, in riforma della sentenza di primo grado, ha accolto la domanda dell’Azienda.
Diverse sentenze della Corte Costituzionale hanno fatto venire meno la tradizionale distinzione in merito alla pignorabilità del trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici.Molti lavoratori soprattutto ex lavoratori del settore pubblico si domandano spesso se l'indennità di fine servizio, il TFS, possa formare oggetto di pignoramento in caso di procedura esecutiva avviata dal terzo creditore. In passato, infatti, per i lavoratori del pubblico impiego erano in vigore norme più favorevoli che sostanzialmente limitavano la possibilità di aggredire il TFS a differenza di quanto accadeva per i lavoratori dipendenti del settore privato. In origine il trattamento di fine servizio per i dipendenti pubblici era definito impignorabile ai sensi dell'articolo 21 del DPR 1032/1973 salvo il caso di risarcimento del danno causato dal dipendente all'amministrazione pubblica. La norma, tuttavia, è stata dichiarata costituzionalmente illegittima con le sentenze della Corte costituzionale n. 99 del 1993 e n. 225 del 1997.
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