A cura del dott. Damiano Curcio - Ufficio Studi CSA Università
Pervengono, a questo Ufficio Studi, richieste di chiarimento in ordine ad una nota (senza data) dello studio legale Cataldi, nella quale si fa riferimento alla sentenza citata in oggetto, che prefigurerebbe un contenzioso da instaurarsi per gli anni 2011/2012 per i dipendenti pubblici assunti prima del 31.12.2000.
In verità, con la sentenza n. 244, la citata Corte Costituzionale ha dichiarato “…non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 1, commi 98 e 99, della legge 24 dicembre 2012, n.228…”.
Per meglio delucidare chi legge bisogna, obbligatoriamente, fare un breve riassunto di quanto avvenuto nella materia specifica:
La cricca colpisce ancora…..
Come era nelle previsioni, poco prima della chiusura della campagna referendaria è arrivato l’accordo promesso dal governo Renzi.
Premesso che l’essersi prestati a questo gioco sporco, soprattutto da parte della triade è stato un atto a dir poco meschino visto che si è in piena campagna referendaria , ma non è detto che questo porti acqua al mulino del governo, potrebbe anche essere che i cittadini, elettori e lavoratori prendano in mano la calcolatrice e magari scoprono che i conti non tornano.
Intanto parliamo del metodo, il governo dopo avere sottoscritto lo scorso luglio un accordo quadro che ha definito quali sono le OO.SS. rappresentative, quindi i titolari di contrattazione, ha ignorato questi atti e con la complicità dei soliti CGIL-CISL e UIL ha siglato un preaccordo palesemente illegittimo dal vago (?) sapore elettoralistico ed insieme hanno barato pure sui numeri.
Difatti, se dividiamo i famosi 850 milioni per tremilioni duecentomila di dipendenti pubblici otteniamo circa 260 euro anno a cranio, insomma poco più di 20 euro lordi al mese da cui detrarre il 30% lordo amministrazione, diciamo quindi che restano 15 euro lordi al mese e stiamo parlando solo del 2017, per l’anno in corso invece non c’è un euro così come per i sei mesi del 2015.
Siccome hanno raccontato favole riguardo ai numeri e assunto atti illegittimi dal punto di vista normativo almeno relativamente alle modalità di attuazione delle relazioni sindacali, nulla vieta che una volta finita la bagarre referendaria, pur con l’appoggio dei sindacati collusi (chissà cosa gli avranno promesso stavolta!) le cose potrebbero anche andare storte, per loro, potrebbe anche essere che questo spudorato atto di arroganza produca l’effetto inverso e convinca, appunto, i cittadini lavoratori ed elettori ancora incerti a dargli il benservito mandandoli tutti a casa.
Potrebbe persino essere che questo spot elettorale regalato oggi da queste OO.SS. al governo in un momento così delicato della vita democratica del nostro paese si ritorca anche contro di loro, d'altronde se si sono permessi di violare le regole che loro stessi hanno sottoscritto con l’accordo di tutti, cosa potrebbero fare domani con una costituzione che rafforza in modo esponenziale il potere dell’esecutivo e degli altri poteri forti collaterali ad esso, compresi questi sindacati?
Il nostro sindacato chiaramente non da indicazioni di voto, lascia a ciascun lavoratore valutare i fatti ed i comportamenti di questi soggetti, poi ciascuno farà liberamente la propria scelta nella consapevolezza che, non è solo in futuro che potranno essere messe a rischio le libertà fondamentali ma lo sono già nel presente vista la loro disonesta condotta.
Napoli 30.11.2016
IL COORDINAMENTO NAZIONALE
CSA UNIVERSITÁ
“In vista del referendum del 4 dicembre, il ministro Madia promette un rinnovo del contratto che non trova alcun riscontro nelle risorse stanziate dalla Legge Finanziaria. E così, come il prestigiatore che estrae il coniglio dal cilindro, il Governo fa spuntare fuori magicamente 85 euro di aumento in busta paga per i lavoratori del pubblico impiego”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Fgu-Gilda degli Insegnanti, commenta l’incontro avvenuto ieri a Palazzo Vidoni tra il ministro della Pubblica amministrazione e Cgil, Cisl e Uil sul rinnovo del contratto del Pubblico impiego scaduto ormai da 7 anni.
“Nella Finanziaria i fondi destinati al pubblico impiego ammontano a 1 miliardo e mezzo in cui - specifica Di Meglio - rientrano anche le assunzioni del personale. Per il rinnovo del contratto, dunque, resteranno più o meno 900 milioni di euro che, divisi per i 3 milioni di lavoratori del settore, si tradurrebbero in 30 euro lordi a testa di incremento stipendiale. Come si arriva, dunque, agli 85 euro promessi dalla Madia? Semplice - polemizza il coordinatore - rispunta il vizietto renziano degli 80 euro, stavolta arricchiti da altri 5 euro per qualche caffè in più da consumare al bar”.
“Dopo 7 anni in attesa per il rinnovo del contratto e con un potere di acquisto ormai ridotto all’osso - conclude Di Meglio - queste promesse basate sul nulla, dettate evidentemente dal prossimo appuntamento referendario, sono un’ulteriore offesa nei confronti dei dipendenti statali”.
E' quanto deciso dalla sezione lavoro della Corte di Cassazione con la pronuncia n. 22550 del 7 novembre 2016. Il lavoratore che rifiuta di sottoporsi a visita medica di idoneità, (reiterato per due volte come il caso di specie) legittima il licenziamento. Fonte. orizzontescuola.it - Leggi la sentenza

Giovedì 10 novembre 2016 si sono svolte, presso l’Ateneo “Della Tuscia’’ di Viterbo le elezioni per le rappresentanze del personale docente e tecnico-amministrativo negli organi di governo dell’Università. Il nostro sindacato è riuscito ad ottenere un brillante risultato. Infatti, al termine dello scrutinio, è risultato eletto come secondo classificato con 66 voti Stefano Meschini (dirigente sindacale CSA della Cisal Università di Viterbo). Giungano al neo eletto e a tutto il gruppo sindacale dirigente i più sentiti complimenti per questo ottimo risultato raggiunto. Verbale votazioni
Il Coordinamento Nazionale

Accordo con le rappresentanze sindacali o in mancanza autorizzazione dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro. La circolare n. 2/2016.
Con la circolare n. 2 del 7/11/2016 l'Ispettorato Nazionale del Lavoro fornisce indicazioni operative volte a chiarire in che limiti l'istallazione di apparecchiature di localizzazione satellitare GPS sia soggetta alle condizioni e procedure previste dall'art. 4, comma 1, della legge n. 300/1970.
In linea di massima, e in termini generali, si può ritenere che i sistemi di sistemi di geolocalizzazione rappresentino un elemento “aggiunto” agli strumenti di lavoro, non utilizzati in via primaria ed essenziale per l’esecuzione dell’attività lavorativa ma, per rispondere ad esigenze ulteriori di carattere assicurativo, organizzativo, produttivo o per garantire la sicurezza del lavoro.
Ne consegue che, in tali casi, la fattispecie rientri nel campo di applicazione di cui al comma 1 dell’art.4 L. n. 300/1970 e pertanto le relative apparecchiature possono essere installate solo previo accordo stipulato con la rappresentanza sindacale ovvero, in assenza di tale accordo, previa autorizzazione da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Fonte: ilquotidianodellapa.it
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18517 del 21 settembre 2016, in tema di addebito disciplinare a carico del dipendente pubblico, ha precisato che la data della formale segnalazione del responsabile della struttura inviata all'ufficio competente su comportamenti fuori dalle regole da parte del dipendente, non può ancora essere considerata il vero e proprio avvio del procedimento, pertanto è illegittimo il licenziamneto disciplinare intimato dal datore di lavoro. Vai alla sentenza