Congelamento prolungato al 31/12/2015 - Confermato il blocco della contrattazione e dei salari per i dipendenti pubblici. Come già ampiamente annunciato nelle settimane scorse dal ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, la legge di stabilità 2015 prolunga fino al 31 gennaio 2015 il congelamento degli emolumenti (..) Fonte Italiaoggi.it
NdS Un annuncio ufficiale che si paventava da tempo. infatti Arturo Maullu segretario generale del CSA della Cisal Università nel suo recente articolo del 7 ottobre us pubblicato su questo sito aveva scritto che L’Aran nell’ultimo incontro tenutosi con i sindacati aveva già confermato la totale chiusura del Governo per la riapertura dei Contratti nel Pubblico Impiego. L’Aran infatti nel corso dell’incontro si era limitata a discutere esclusivamente di argomenti inerenti la parte normativa, …. Leggi tutto
Francesco Cavallaro - segretario generale CISAL
Il decreto Poletti, ormai legge, per espressa dichiarazione dello stesso Ministro rappresenterebbe il primo dei tanti passi che il Governo intende compiere sul tortuoso terreno del mercato del lavoro. Ad avviso del Segretario Generale della Cìsal, comunque, si tratta di un provvedimento insufficiente per raggiungere i pur dichiarati obiettivi di rilancio dell'occupazione e di semplificazione degli adempimenti a carico del datore di lavoro. Vedremo cosa succederà con il jobs act presentato però sotto forma di disegno di legge delega e tutt’ora all'esame della Camera, dopo una contrastata prima approvazione con ricorso alla fiducia da parte del Senato.
Resta purtroppo irrisolto il problema del come creare lavoro ed è del tutto semplicistico per non dire strumentale, ritenere l’art. 18 la causa di tutti i mali, eliminata la quale come per incanto si risolverebbe il drammatico problema dell'occupazione. Non è cosi, purtroppo. Il lavoro si crea con gli investimenti.
Rete8 Intervista il segretario nazionale Giuseppe Polinari
Chieti 8.10.2014 " Prima di tutto chiederemo un incontro urgente al prefetto di Chieti, subito dopo andremo in Procura e anche lì pretenderemo di sapere, da chi sta svolgendo le indagini su talune ormai note vicende interne alla d'Annunzio, perchè nulla si muove, ma soprattutto perchè questo signore continua a permettersi certe azioni dal sapore spudoratamente antisindacale!". Senza mezzi termini il segretario nazionale Cisal-Università Giuseppe Polinari: è arrivato oggi da Roma per incontrare gli iscritti al suo sindacato, tra gli oltre 300 amministrativi Ud'A in stato di agitazione da ormai tre mesi ( ossia da quando è scoppiata la bomba dell'IMA tagliata in busta paga dal dg Del Vecchio), Polinari si domanda "come sia possibile che un direttore generale di un'università, perlaltro così rappresentativa del territorio abruzzese anche solo per il nome che porta, possa gestire questioni così delicate per l'immagine dell'Ateneo e la vita dei suoi dipendenti con fare mai conciliante, anzi alzando ogni giorno un muro sempre più alto".Francesco Cavallaro - Segretario Generale CISAL
Roma, 07/10/2014 – Escludendo la CISAL dal confronto di questa mattina tra il Governo e i vertici sindacali, il Governo Renzi ha attuato una grave forma di discriminazione nei confronti della Confederazione storica dell’autonomia sindacale, presente nel mondo del lavoro dal 1957. “Non è un bel gesto”, commenta il Segretario Generale Francesco Cavallaro. “Non lo è in assoluto e contraddice lo stesso Premier, che lamenta un deficit di democrazia sindacale nel nostro Paese e per questo sostiene la necessità di una legge sindacale. Ma la democrazia, intanto, perché non comincia a rispettarla lo stesso Presidente del Consiglio?”. Fonte cisal.org
A cura di Arturo Maullu - Segretario Generale CSA della Cisal Università
L’incontro tenutosi all'ARAN ha confermato la totale chiusura da parte del governo per la riapertura delle trattative per i rinnovi dei Contratti nel Pubblico Impiego bloccati ormai dal 2009.
L’ARAN infatti, nel corso dell’incontro con i sindacati, si è limitata a discutere esclusivamente di argomenti inerenti la parte normativa, (in pratica stanno cercando di limare ulteriormente i diritti acquisiti, quali le assenze per malattia, i permessi studio, etc..), senza entrare nel merito del blocco economico dei contratti. Così, mentre da una parte si lamenta la stagnazione dei consumi (siamo in deflazione) e si costringono circa 3 milioni di lavoratori con le loro famiglie a limitare ulteriormente le spese, con conseguenze sempre più gravi sull’intero sistema economico, dall’altro, si impedisce l’adeguamento degli stipendi bloccati ormai da 5 anni.