È impignorabile la sola parte di pensione necessaria ad assicurare al pensionato mezzi adeguati alle sue esigenze di vita. Ma quale sia questa misura, la legge non lo ha mai detto; così, persistendo questa lacuna, spetta ai giudici fissare il “minimo vitale” che il creditore non può mai toccare. A ribadire questo principio ormai consolidato è una recente sentenza della Corte di Cassazione n. 24536 del 18.11.2014. Leggi tutto l'articolo su www.laleggepertutti.it
In allegato .pdf si riportano il parere dell'Aran del 11/07/14 e del MEF del 14/03/14, in risposta ad un quesito posto da una amministrazione universitaria che chiedeva se, considerata l'attuale vigenza della legge 122/2010, art. 9, comma 21, nell'ambito dell'autonomia della contrattazione collettiva integrativa, era possibile destinare le risorse disponibili per le progressioni orizzontali per finalità di produttività. Pareri ARAN e MEF anno 2014 sul diverso utilizzo delle somme stanziate per le Progressioni Economiche Orizzontali
Roma, 18 novembre 2014 – “Siamo riuniti qui in piazza Montecitorio per esprimere il nostro dissenso nei confronti della legge Finanziaria attraverso un sit in con i dirigenti sindacali e gli iscritti.” E’ quanto ha dichiarato Francesco Cavallaro, Segretario Generale della CISAL, in occasione della manifestazione nazionale indetta ieri dalla Confederazione per protestare, a neppure 24 ore dall’ennesima doccia gelata sul fronte del pubblico impiego, contro la politica del Governo.


''La trattenuta sul Tfs è legittima'' Così si è pronunciata la Corte Costituzionale nella sentenza n. 244 del 28/10/14 che ha definitivamente risolto la questione sulla legittimità della trattenuta del 2,5% sul TFS dei dipendenti pubblici.
La Corte Costituzionale pur avendo ritenuta illegittima la trattenuta del 2,5% con la sentenza n. 223/12, la stessa Corte, con la sentenza n. 244 depositata il 24 ottobre 2014 non ritiene illecita la mancata restituzione dei soldi pagati a causa di tale trattenuta.
A cura di Arturo Maullu - Segretario Generale CSA della Cisal Università
Già nei mesi scorsi abbiamo avuto modo di denunciare i comportamenti “autoritari” che questo governo assume rispetto alle problematiche inerenti il mondo del lavoro.
E’ sempre più evidente l’intento di mettere fuori gioco ogni filtro o intermediazione tra governo e lavoratori, le ultime vicende dimostrano che tra Renzi e i lavoratori non c’è più nulla.
Nel frattempo che le tre maggiori confederazioni, con vari sotterfugi, lavoravano per fare fuori dalla scena sindacale gli autonomi, qualcun altro, anche nei partiti che un tempo erano di loro riferimento, operava per far fuori loro.
Quali sono gli obblighi amministrativi del datore di lavoro nel caso in cui ad un suo dipendente occorra un infortunio sul lavoro.
Legittimamente un datore di lavoro può trasformare il rapporto di lavoro part time in tempo pieno anche senza il consenso del lavoratore. E’ quanto affermato dalla Corte di Giustizia Europea, sentenza C-221/2013 del 15 ottobre 2014, pronunciandosi sul ricorso di una funzionaria del Tribunale di Trento che ha visto cambiare il suo orario di lavoro senza sentire preventivamente il parere. I giudici di Lussemburgo hanno dichiarato così legittimo l’articolo 16 L.183/201 (c.d. Collegato Lavoro) nella parte in cui prevede la possibilità, per le Pubbliche Amministrazioni, di trasformare unilateralmente il rapporto di lavoro da part-time a tempo pieno.