Rinnovo dei rappresentanti del personale T.A. nel Senato Accademico c/o l’Università di Bari Aldo Moro
triennio 2018/2021
Elezioni del 10 e 11.12.2018
1° ELETTO MAURIZIO SCALISE CON 360 VOTI
Siamo orgogliosi di constatare, che la serietà, la trasparenza, la coerenza, nonché l’impegno profuso nell’attività sindacale dai ns dirigenti, sono state premiate ancora una volta in questo 2018, consentendo anche presso l’ateneo di Bari ‘’Aldo Moro’’ una vittoria molto significativa e gratificante per tutto il nostro sindacato.
E’ risultato primo eletto nelle elezioni per le rappresentanze del personale T.A. in seno al Senato Accademico, Maurizio Scalise, dirigente sindacale della FGU GILDA - Dipartimento Università dell’Ateneo di Bari ‘’Aldo Moro’’, grazie al vasto consenso ottenuto, e che di fatto ha ‘’ distaccato ’’ di molti voti i candidati delle altre OO.SS.
Giungano le ns più sentite congratulazioni a Maurizio Scalise ed a tutto il gruppo dirigente sindacale dell’ateneo di Bari che ha permesso un sì tale successo, con l’augurio al neo eletto di un proficuo cammino in questo nuovo incarico.
Il coordinamento nazionale
Risultati delle votazioni
1° eletto con 360 voti Maurizio Scalise (FGU GILDA)
2° eletto con 243 voti (Cgil)
3° eletto con 190 voti (Indipendente)
4° non eletto con 164 voti (Snals)
5° non eletto con 109 voti (Cisl)
6° non eletto con 38 voti (Cib/Unicobas)
Cosa fare in caso di assenza dal lavoro per malattia all’estero?
Lo spiega l’INPS con una guida sulla certificazione di malattia per i lavoratori aventi diritto alla tutela previdenziale che soggiornano temporaneamente fuori dall’Italia.
Di seguito il comunicato INPS del 3 dicembre us.
In caso di evento verificatosi durante un soggiorno all'estero, chiarisce l’Istituto, i lavoratori conservano il diritto all’indennità di malattia. Per ricevere la prestazione economica è necessaria la certificazione medica contenente tutti i dati ritenuti essenziali dalla normativa italiana (intestazione, dati anagrafici del lavoratore, prognosi, diagnosi di incapacità al lavoro, indirizzo di reperibilità, data di redazione, timbro e firma del medico).
La certificazione deve essere rilasciata nel rispetto della legislazione del paese in cui si trova il lavoratore il quale, anche all’estero, è tenuto a rispettare le fasce orarie di reperibilità per le visite mediche di controllo.
La guida sulla certificazione di malattia all’estero (pdf 282KB) fornisce ai lavoratori tutte le indicazioni, distinguendo tra i casi di:
- malattia insorta in un paese estero appartenente all’Unione Europea;
- malattia insorta in un paese extra UE che abbia stipulato accordi o convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con l’Italia;
- malattia insorta in un paese extra UE che non abbia stipulato accordi o convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con l’Italia.
La guida, infine, ricorda ai lavoratori cosa fare nel caso in cui intendano recarsi all’estero durante la malattia, per non perdere il diritto alla tutela previdenziale.
guida sulla certificazione di malattia all’estero (pdf 282KB)
COMUNICATO SINDACALE
La Corte Costituzionale sancisce la legittimità della trattenuta del 2,50 % sull’80% della retribuzione dei dipendenti pubblici assunti dopo il 2000
In questi anni pur riconoscendo che al personale assunto dopo il 2000 si applicava una norma vessatoria in busta paga, non essendoci nessuna certezza circa l’esito di una causa legale contro l’INPS ove il giudice del tribunale ne potesse dichiarare l’illegittimità, abbiamo invitato tutti i lavoratori e le lavoratrici interessate a presentare sì istanza per interrompere la prescrizione ma al tempo stesso, di non avventurarsi in azioni legali dall’esito incerto, in attesa del pronunciamento della Consulta.
Altre OO.SS. invece, dando ad intendere ai lavoratori che era un ricorso praticamente vinto, hanno dato il via a ricorsi a dir poco avventati, e in tal modo con tale campagna, hanno acquisito strumentalmente nuovi iscritti che insieme agli altri che già avevano, hanno dovuto mettere mano al portafoglio e spendere un pò di quattrini.
Sono arrivati al punto di calunniarci, che eravamo noi a sbagliare, visto che non sostenevamo la stessa loro linea adducendo che non facevamo gli interessi dei lavoratori delle università.
Ora stà sia ai dirigenti di queste OO.SS. che ai lavoratori che li hanno voluti seguire in questa avventura, farsi un esame di coscienza e valutare se i comportamenti tenuti da questi sindacati erano entro i limiti dell’onestà non solo intellettuale ed ai lavoratori ricorrenti capire una volta per tutte che bisogna stare attenti ai ‘’pifferai’’ che di magico non hanno nulla se non la capacità di fare quattrini in qualunque occasione a spese dei ‘’creduloni’’ di turno.
Peraltro la sentenza in questione, scaricabile a questo link https://www.lentepubblica.it/wp-content/uploads/2018/11/Sentenza-n.-213-del-22-novembre-2018.pdf non poteva andare in altra direzione, visto che la soluzione individuata a suo tempo dalle stesse Confederazioni Sindacali con l’INPS, ha consentito rinviare e distribuire nel tempo gli oneri di questa operazione, sia per non far affondare nel breve termine i saldi di finanza pubblica e portare ad una drastica riduzione dei flussi di finanziamento delle gestioni delle prestazioni di fine servizio (TFS) amministrate dall'Istituto previdenziale, in danno quindi, sempre dei lavoratori.
La Corte in questa sentenza afferma quindi che il trattamento di fine servizio (TFS) è diverso dal trattamento di fine rapporto (TFR); per cui il fatto che il dipendente partecipi al suo finanziamento, con il contributo del 2,50% (sull’80% della sua retribuzione), non costituisce una disparità di trattamento rispetto al dipendente che ha diritto al TFR.
Purtroppo, per i lavoratori che mal consigliati da questi sindacati hanno partecipato a questa avventura è finita male, ma è finita malissimo per altri ancora. Basti pensare a tutti coloro che avendo avuto una sentenza favorevole in primo grado, si sono visti rimborsare il famoso 2,50% che successivamente non gli è stato più detratto dallo stipendio, ma che ora alla luce della sentenza della Corte Costituzionale dovranno risarcire il tutto all’INPS.
I sindacati avranno il coraggio di porgere le loro scuse a questi lavoratori e questi ultimi, a loro volta saranno capaci di scusarsi con chi gli aveva consigliato prudenza ricevendone magari in cambio la disdetta? Staremo a vedere…
Roma 27.11.2018
Arturo Maullu
Coordinatore Generale Nazionale
FGU Dipartimento Università
Conclusi i lavori del Consiglio Nazionale FGU GILDA UNAMS - Dipartimento Università tenutosi a Montecatini Terme dal 23 al 25 novembre us, per discutere delle linee guida della piattaforma contrattuale - sezione università CCNL 2019/2021. Ora la bozza approvata dal Consiglio passa all'esame dei lavoratori e delle lavoratrici che saranno chiamati a pronunciarsi sul documento nelle assemblee che si terranno nei prossimi mesi, a partire già dal prossimo dicembre e dalle quali potranno scaturire ulteriori elementi migliorativi che andranno poi a completare il testo finale della piattaforma rivendicativa della FGU - Dipartimento Università.
Roma, 13 novembre – “La coperta rimane corta e il nodo sono sempre le scarse risorse sul piatto. Il giusto e sacrosanto, per quanto ancora insufficiente per colmare le criticità dei prossimi tre anni, piano straordinario di assunzioni, previsto nella manovra economica, limita infatti i fondi per i rinnovi contrattuali, tenendo i salari al palo”.E’ quanto denuncia la Cgs, Confederazione generale sindacale, dopo l’incontro a palazzo Vidoni sul disegno di legge di Bilancio col ministro per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno.
“Le somme indicate nel disegno di legge sono simili a quelle stanziate dal governo Renzi nel 2016 dopo che la Corte costituzionale stabilì l’illegittimità del congelamento dei rinnovi contrattuali. Non vorremmo trovarci di nuovo – avverte la Cgs – a dover aspettare altri due anni per avere uno stanziamento integrativo idoneo a consentire l’avvio delle trattative”.
Il nodo della penuria di risorse, prosegue il sindacato, “è un male comune che colpisce il comparto sanità come quello della scuola e delle Funzioni centrali”.
Proprio sul fronte sanità, incalza la Cgs, “la richiesta di adeguamento salariale pone in conflitto, a fondo invariato, il diritto dei lavoratori alla giusta retribuzione con quello alla salute dei cittadini”.
Non va meglio nel campo della scuola, università e ricerca: “La speranza è che la promessa del vicepremier Luigi Di Maio di reperire nuovi fondi anche per aumentare gli stipendi degli insegnanti non resti tale.
Un passo nella giusta direzione – suggerisce la Confederazione – sarebbe, ad esempio, quello di destinare i fondi del bonus merito, stanziati dalla legge 107/2015, per recuperare almeno lo scatto di anzianità del 2013”.
Durante l’incontro con il ministro, poi, il sindacato ha messo sul tavolo altre due questioni “prioritarie”. A cominciare dalla necessità di rivedere profondamente il ruolo della contrattazione rendendo parte attiva i lavoratori con effetti non solo motivazionali ma anche di produttività.
Con il ministro Bongiorno, però, il sindacato ha sollevato pure il tema spinoso della “firma forzata” dei contratti da parte delle sigle sindacali, pena l’esclusione dalla contrattazione collettiva integrativa di sede e dai relativi istituti di partecipazione.
Oltre alla non più rinviabile definizione di un nuovo ordinamento professionale per le funzioni centrali “con procedure selettive che tengano conto per la progressione del personale di ruolo del titolo di studio ma aprano anche agli interni.
Magari con un aumento dal 20 al 50 per cento dei posti assegnati – è la proposta della Cgs -, sulla base dell’esperienza già acquisita nell’amministrazione per un numero variabile di anni, tra cinque e sette, a seconda della posizione occupata”.
Fonte: CGS.it
A seguito di notizie diffuse sul web circa le modalità di esonero dalle visite mediche di controllo domiciliari, molti lavoratori stanno chiedendo ai propri medici curanti di apporre il codice “E” nei certificati al fine di ottenere l’esenzione dal controllo.
INPS precisa, in primo luogo, che le norme non prevedono l’esonero dal controllo, ma solo dalla reperibilità: questo significa che il controllo concordato è sempre possibile, come ben esplicitato nella circolare INPS 7 giugno 2016, n. 95 a cui si rinvia per ogni ulteriore dettaglio.

Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo (disegno di legge collegato alla legge di bilancio 2019).
Previste maggiori risorse per la contrattazione decentrata. Con il disegno di legge di riforma della pubblica amministrazione voluto dal ministro della Funzione Pubblica Giulia Bongiorno il cui testo sarà portato oggi in consiglio dei ministri verrà confermata la norma di interpretazione autentica che intende disapplicare l'articolo 23, comma 2, del dlgs 75/2017, che impone alla contrattazione decentrata il rispetto del tetto di spesa del 2016 che finisce per scaricare sui fondi della contrattazione decentrata il finanziamento degli incrementi dei costi per le progressioni orizzontali, le voci connesse allo stipendio tabellare (straordinari, turno, lavoro notturno e festivo), nonché dell'incremento stipendiale di 83,20 euro decorrente dal 2019.
Rilevazione della presenza. Scomparirà il cartellino di marcamento attualmente in uso, il dipendente che marcherà la presenza in servizio, sarà riconosciuto personalmente, grazie a «sistemi di verifica biometrica dell'identità e di videosorveglianza» che saranno adottati «in sostituzione dei diversi sistemi di rilevazione automatica, attualmente in uso».
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Arturo Maullu - Coordinatore Generale del Dipartimento Università della FGU GILDA UNAMS
Una firma tecnica che ha come unico scopo quello di poterci consentire di essere partecipi sui tavoli di trattativa di II° liv. negli atenei ove siamo presenti, con l’intento di poterlo migliorare nei limiti del possibile.
Dopo un blocco della contrattazione durato oltre otto anni ci saremmo aspettati tutti un altro CCNL, ma così non è stato, e non certo per colpa nostra.
Le riforme introdotte nel periodo del blocco, dalla cosiddetta “Legge Brunetta” legge 150/2009, alla riforma Madia del 2017, così come lo stravolgimento dei Comparti di contrattazione tendenti soprattutto a limitare la sfera d’azione dei sindacati in generale ed in particolare di quelli non allineati alle politiche filogovernative di CGIL-CISL-UIL, hanno segnato la peggiore stagione in tema di diritti dei lavoratori.
Per il nostro sindacato è stato quindi il primo CCNL nel nuovo mega comparto Istruzione e Ricerca sotto la nuova sigla FGU, la Federazione Gilda Unams con la quale avevamo già rapporti di collaborazione da oltre dieci anni con reciproca soddisfazione e dove abbiamo trovato collocazione definitiva come Dipartimento Università, con piena autonomia relativamente alle problematiche inerenti il mondo universitario.
In tale veste abbiamo partecipato agli incontri al MIUR sfociati poi nella redazione dell’Atto di Indirizzo necessario per l’avvio del rinnovo del CCNL, di cui una ‘’parte comune’’ da applicare a tutti e quattro gli ex Comparti confluiti poi nel più grande del P.I., Istruzione e Ricerca appunto, e quattro diversi Atti di Indirizzo che avrebbero affrontato le problematiche specifiche degli ex Comparti confluiti.
Almeno due dei punti contemplati nell’Atto di Indirizzo che riguarda il ns comparto, sono derivanti da nostre specifiche proposte, quali: la necessità di definire un nuovo ordinamento professionale, affrontare in modo definitivo le problematiche inerenti il personale che opera presso le AOU ed in parte anche la proposta dell’unificazione dei fondi di tutte le categorie, nonché dare soluzione al problema dei CEL in modo che non debbano avere un trattamento differenziato rispetto a quelli che, svolgendo in pratica lo stesso lavoro, sono stati inquadrati a seguito di diverse sentenze, nell’ambito della docenza.
Com’è noto, la ‘’parte economica’’ invece, in via del tutto arbitraria e per la prima volta in modo disgiunto dalla trattativa sul rinnovo dei CCNL, venne trattata dal governo (ed in via esclusiva) con CGIL-CISL-UIL e Conf.SAL nel novembre del 2016 dove fu stabilito a priori l’entità dell’aumento, quei famosi 85 euro lordi, che poi, com’è noto non sono stati effettivamente dati a tutti, ed in particolare nel nostro Comparto.
Risultava quindi difficile presentare un CCNL che nelle fasi finali, per lo più ''accelerate’’ per esigenze politiche della maggioranza di governo dell’epoca perché contava di portare a casa quello che riteneva un risultato importante e politicamente premiante, appunto la firma dei contratti del Pubblico Impiego.
Questi contratti che non hanno ridato piena dignità alla funzione sindacale quale effettiva parte contraente, che non hanno concesso neppure un sia pur parziale recupero economico conseguente al blocco di otto anni e soprattutto in quello che ci riguardava ovvero il CCNL Istruzione e Ricerca, non trattava in nessuna delle sue parti i punti indicati nell’Atto di Indirizzo, in pratica, la vera sostanza del CCNL, veniva rimandata a una discussione successiva, su tavoli che si sarebbero dovuti attivare ‘’immediatamente dopo la firma’’ che era urgente apporre prima del 4 marzo, data delle elezioni politiche.
Quale premio abbia dato a questa miope ed affrettata conclusione, visto il risultato delle elezioni politiche ne siamo tutti al corrente, così come sappiamo bene come sono andate le successive, per noi importantissime elezioni per il rinnovo delle RSU del 17-18-19 aprile 2018, che ha visto un vero e proprio tracollo delle parti politiche e sindacali che hanno gestito e sottoscritto senza fiatare questa tornata contrattuale.
La FGU ha valutato negativamente le modalità poste in essere per il rinnovo del CCNL, ha contestato la parte economica e la mancata attuazione dei pochi punti indicati negli Atti di Indirizzo e soltanto a fine aprile ha accettato di apporre una ''firma tecnica'' ad un contratto che ha disatteso totalmente le aspettative dei lavoratori e delle lavoratrici del nostro Comparto, una firma tecnica che ha come unico scopo quello di poter consentire alla ns sigla di essere presente sui tavoli di trattativa di II° liv., con l’intento di poter migliorare il CCNL nei limiti del possibile, così come sui tavoli tecnici se e quando si attiveranno presso l’ARAN.
Arturo Maullu
Coordinatore Nazionale - Dipartimento Università della FGU GILDA UNAMS
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