I dipendenti pubblici non resteranno senza ticket a lungo. La conferma del ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno: “Fatto un passo in avanti”
Continua a tenere banco la complicata vicenda dei buoni pasto. Dopo alcuni disservizi e la disdetta da parte della Consip della convenzione con Qui!Group, arrivano nuove notizie per gli statali rimasti senza i famigerati ticket. Il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno ha confermato di essere al lavoro per “risolvere la situazione prima possibile evitando di danneggiare ulteriormente i dipendenti pubblici”. “Entro i primi giorni di agosto – ha concluso il ministro – dovrebbe esserci un nuovo fornitore che erogherà i buoni pasto. Si tratta di un primo passo in avanti.
Fonte: http://www.today.it/economia/buoni-pasto-statali-ultime-notizie.html
http://www.today.it/economia/buoni-pasto-non-accettati-perche.html
Si può erroneamente pensare che utilizzare espressioni offensive e diffamatorie sui social network contro il proprio datore possa non avere ripercussioni sulla propria stabilità lavorativa.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10280 del 27 aprile 2018, ha posto un punto fermo sulla questione: le critiche offensive del lavoratore postate sulla propria bacheca facebook creano un grave danno all’immagine aziendale ed hanno natura diffamatoria tale da giustificarne il licenziamento.
Cambiano i requisiti per andare in pensione dal 1° gennaio 2019, così come i coefficienti per il calcolo contributivo dell’assegno previdenziale; guida a tutte le novità.
Dal 1° gennaio 2019 i requisiti per andare in pensione subiranno una notevole variazione; la Legge Fornero, infatti, ha disposto che d’ora in avanti ci dovrà essere un adeguamento biennale con le aspettative di vita rilevate dall’Istat.Quindi, considerando che l’Istat ha evidenziato un aumento di 5 mesi delle aspettative di vita degli italiani, anche i requisiti per la pensione dovranno adeguarsi. Ciò porterà ad un innalzamento dell’età pensionabile, con l’esclusione di alcune categorie di lavoratori.Allo stesso tempo l’adeguamento con le aspettative di vita ha portato anche alla riduzione dei coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo contributivo; per questo motivo i trattamenti previdenziali liquidati dal 1° gennaio 2019 saranno più bassi di quelli di quest’anno.
Fonte Pensionioggi.it - Lo ha stabilito la Corte Costituzionale dichiarando in parte l'illegittimità dell'articolo 24 del testo unico sulla maternità. L'indennità può essere fruita anche dalla madre che sia stata assente dal lavoro per oltre 60 giorni per assistere il familiare disabile. Il congedo straordinario non pregiudica l'indennità di maternità. In particolare, nel calcolo dei 60 giorni, tra l'inizio della maternità e la fine del rapporto di lavoro, periodo che assicura il diritto all'indennità, non si tiene conto - al pari di quanto avviene nei casi di malattia e gli infortuni - dei giorni di congedo straordinario di cui la lavoratrice gestante abbia fruito per l'assistenza al coniuge convivente o a un figlio, portatori di handicap in situazione di gravità. E' questo il principio fissato dalla Corte Costituzionale con la sentenza numero 158/2018 depositata ieri con la quale i giudici hanno dichiarato l'illegittimità parziale dell'art. 24, comma 3, del dlgs n. 151/2001 (Tu maternità).
La Federazione Gilda-Unams scalda i motori in vista del prossimo rinnovo contrattuale.Con una comunicazione ufficiale inviata al Dipartimento della Funzione Pubblica, al presidente dell´Aran, Sergio Gasparrini, e al ministro dell´Istruzione, Università e Ricerca, Marco Bussetti, il coordinatore nazionale della FGU, Rino Di Meglio, ha presentato disdetta formale del CCNL 2016/2018 sottoscritto il 19 aprile scorso e in scadenza alla fine dell´anno.In attesa della convocazione del tavolo, prossimamente la FGU invierà all´Aran la piattaforma che presenterà in sede di contrattazione. Fonte: Gilda Unams

E' notizia di oggi 30 maggio, che la UE ha ritenuto ammissibile il ricorso presentato dalla FGU alla corte di giustizia europea contro l'esclusione dalla contrattazione integrativa delle OO.SS. rappresentative ma non firmatarie del CCNL.
A farsene promotore del reclamo al Comitato dei diritti sociali del Consiglio d’Europa contro le violazioni della Carta Sociale Europea commesse dal Governo italiano era stato il segretario generale della CGS (Confederazione Generale Sindacale) Rino Di Meglio coordinatore generale anche della FGU GILDA UNAMS che aveva portato all’attenzione delle istituzioni comunitarie la normativa italiana in base alla quale i sindacati che non sottoscrivono i contratti collettivi nazionali di lavoro sono esclusi da tutti gli altri livelli di contrattazione anche se maggiormente rappresentativi.
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La Corte rigetta il ricorso di un dipendente del Ministero del Lavoro che era stato licenziato a seguito di procedimento disciplinare.