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Si apre uno “spiraglio" sul trattamento economico del P.I.

Comunicato  della  Segreteria  Nazionale  sulla  Legge n. 190/2014 (Legge di Stabilità 2015) Si apre uno “spiraglio" sul trattamento economico del P.I.

Alcuni commi della legge di stabilità 2015 (legge n. 190/2014) dedicati al pubblico impiego introducono delle novità relativamente al trattamento economico dei pubblici dipendenti contrattualizzati. Ciò, con particolare riguardo ai vincoli sui fondi per la contrattazione integrativa e per le progressioni economiche. In particolare, per effetto della mancata proroga dell’efficacia delle disposizioni di cui all’art. 9 del d.l. 78/2010 (come convertito in legge 122/2010 e successive modificazioni apportate dal DPR 122/2013 e dalla legge 147/2013) non sono più soggette a vincoli limitativi:

-       l’importo complessivo delle risorse destinabili annualmente al trattamento accessorio del personale (fondi contrattuali a livello di contrattazione integrativa di singolo Ateneo);

-       il tetto del trattamento complessivamente spettante al singolo lavoratore;

-       il trattamento economico complessivo del dirigente rispetto al predecessore;

-       le cosiddette progressioni di carriera.

Le suddette novità, pur nel confermare il tristissimo quadro di trattamenti economici derivanti dalla contrattazione nazionale ferma da oltre 5 anni, possono rappresentare una minima opportunità di incremento del trattamento economico, ma ci saranno sicuramente grosse difficoltà in quegli atenei ove si è proceduto in modo scriteriato a defraudare i fondi dell’accessorio attribuendo le cosiddette PEO giuridiche.

Si consideri che le somme relative agli anni dal 2010 ad oggi destinate a queste PEO sono state acquisite al bilancio per cui, ammesso che per il personale che le abbia conseguite e sia tutt’ora  in servizio si voglia procedere all’adeguamento stipendiale, ciò potrà decorrere solo dal momento in cui si stipulerà l’accordo decentrato e comunque non anteriormente all’anno in corso.

Bene hanno agito le OO.SS. in quegli atenei che non hanno decurtato in modo così  massiccio il fondo e da quest’anno potranno utilizzare quota parte delle risorse disponibili per procedere alle selezioni per le PEO, in questo caso economiche e non più giuridiche, posizione, questa, che è stata sempre sostenuta dal nostro sindacato.

Ora molto dipenderà dalla parte sindacale e da quanta capacità e fermezza porrà in essere al fine di ripristinare una dinamica di finanziamento dei fondi per la contrattazione collettiva integrativa secondo le disposizioni fissate dal CCNL di Comparto.

Le ampie e profonde riorganizzazioni delle strutture e degli uffici così come contemplate dalla legge Gelmini attuate i molti atenei riteniamo che, in sede di determinazione dei fondi per il salario accessorio possano essere efficacemente utilizzate per chiedere l’implementazione delle risorse, anche ai sensi e per gli effetti dell’art. 87, secondo comma, del CCNL di Comparto. Ovviamente, per realizzare quelle che, ad oggi, sono mere possibilità, occorre la ferma determinazione degli attori della contrattazione integrativa.

I rappresentanti locali del CSA della CISAL Università, sono già allertati e, come sempre, pronti ad ottenere, in ogni Ateneo, il massimo possibile per tutti noi. Va da sé che, per la forza dei numeri, tale determinazione deve essere sostenuta dai lavoratori, riconoscendo al nostro Sindacato ed ai nostri dirigenti sindacali, nonché alle R.S.U. tutto l’appoggio possibile.

Roma 17.01.2015                                                          La Segreteria Nazionale

 
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