Contatori visite gratuiti Pubblico Impiego, Cavallaro (CISAL): agli statali stipendi bloccati e tutele ridotte

Photogallery

Contratti
RSU

Quotidiani online

Pubblico Impiego, Cavallaro (CISAL): agli statali stipendi bloccati e tutele ridotte

Alla riduzione del numero dei comparti non è seguito l’auspicato rinnovo dei contratti. Inutile e tardiva, in tal senso, la levata di scudi di CGIL, CISL e UIL, funzionali al Governo nella riconfigurazione della PA.
Roma, 13 aprile 2016 – “Le organizzazioni sindacali non autonome, che il 5 aprile scorso hanno sottoscritto la riduzione dei comparti del Pubblico Impiego da 11 a 4, si sono rese complici di un nuovo tentativo del Governo di eliminare ogni forma di confronto e di dissenso espressi dalle parti sociali.

Ed è proprio la tutela dei diritti dei lavoratori a essere sacrificata sull’altare del presunto snellimento della PA, non condiviso dalla CISAL per le modalità gravemente antidemocratiche della procedura proposta.
Non ci sorprende che il DEF, nonostante la recente pronuncia della Corte Costituzionale, non preveda risorse adeguate per il rinnovo del contratto dei pubblici dipendenti, se non quelle risibili della legge di stabilità 2016. Non abbiamo mai creduto che l’accordo per la riduzione dei comparti si sarebbe rivelato determinante per l’avvio della contrattazione, con buona pace di quanti sostenevano il contrario.
In realtà, le scelte del Governo sul fronte del Pubblico Impiego sono perfettamente coerenti con il percorso di indebolimento dei diritti dei lavoratori pubblici e privati e dei pensionati intrapreso da tempo e destinato a scaricare sui cittadini l’onere del risanamento del bilancio del Paese”.
E’ quanto dichiara Francesco Cavallaro, Segretario Generale della CISAL, a proposito del mancato rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego.

Ufficio stampa CISAL

 

Tratto da: blastingnews.com IL DEF NON PREVEDE NIENTE PER IL RINNOVO STATALI, ANZI RISCHIO NUOVO BLOCCO FINO AL 2020?

Il Documento di Economia e Finanza, anche se non è una Legge, rappresenta un importante atto del Governo per quanto riguarda l’attività economica e finanziaria del nostro paese. L’attesa per la sua pubblicazione riguardava anche i lavoratori statali, nella speranza che nel documento venissero inseriti capitoli di spesa da destinare al rinnovo dei contratti per i dipendenti pubblici. Il Documento in prima stesura e regolarmente approvato dal Consiglio dei Ministri non ha previsto alcun ritocco ai 300 milioni destinati agli statali dalla Legge di Stabilità 2016. Anzi, tra le pieghe del testo, il Governo sembra che chiederà ancora sacrifici ai dipendenti pubblici, perché tra blocco del turnover e indennità di vacanza, il rischio è che il blocco dei contratti prosegua fino al 2020. I sindacati, come riportato da liberoquotidiano.it, minacciano nuove azioni e nuove manifestazioni.

Cosa dice il Documento di Economia e Finanza

La speranza come dicevamo era che nel DEF il Governo inserisse degli importi che dovevano implementare lo stanziamento da 300 milioni che è stato già previsto in Stabilità per sbloccare i contratti degli Statali. Il paradosso è che lo sblocco non può essere opzionale, ma è obbligatorio, sancito com’è da una sentenza della Corte Costituzionale. La pronuncia della Consulta infatti, ha bocciato le disposizioni del Decreto Salva Italia di Monti che ha bloccato per oltre 6 anni il rinnovo e la perequazione per i lavoratori pubblici. Per i sindacati, i 300 milioni non bastano perché a fronte di tutti questi anni di blocco, i lavoratori verrebbero risarciti con una decina di euro lorde al mese in più di salario. Il DEF come dicevamo non ha migliorato questa situazione, anzi, sembra che tra i vari articoli e commi, preveda che la spesa per gli stipendi dei lavoratori delle PA sarà congelata fino al 2017 dopo aver perso lo 0,7% nel 2014. Solo dal 2018 si prevede che la spesa aumenti dello 0,3%, ma anche in questo caso, il riferimento non è al rinnovo dei contratti. Infatti, proprio questo aumento previsto nel 2018 fa scattare l’allarme sul fatto che il rinnovo non sia proprio in programma.

Indennità di vacanza e blocco del turnover

Il DEF è un documento di programmazione triennale, e come tale ha previsto un aumento di spesa per gli stipendi pubblici nel 2018. Questo aumento però, come dice lo stesso documento, sarà causato dal pagamento dell’indennità di vacanza a tutti i dipendenti pubblici. Questa indennità è un modo di coprire i periodi di vuoto contrattuale tra un rinnovo e l’altro erogando un bonus pari al 30% del tasso di inflazione a ciascun lavoratore. A dire il vero, anche questa indennità risulta bloccata per i dipendenti pubblici ormai da diversi anni, ma il DEF appena pubblicato prevede di elargire nel 2018 le indennità di vacanza del triennio 2018-2020.

Il sospetto che fino al 2020 nessun rinnovo del contratto sarà attuato è sistematico leggendo i contenuti del documento. Se a questo si aggiunge anche il blocco del turnover, cioè il congelamento delle assunzioni di nuovi dipendenti in sostituzione dei fuoriusciti, il sacrificio ulteriore per le PA, speso nell’ottica della spending review è completo. I sindacati come dicevamo sono sul piede di guerra e con un documento congiunto di FP-CGIL, CISL-FP e UIL-FPL PA, chiedono immediato chiarimento al Governo sulla questione DEF. Ormai il famoso differenziale tra lavoratori privati e pubblici si è assottigliato sempre di più e non si è nemmeno più sicuri che il vantaggio sia per gli statali.

 

 

INPS
Assegno per il nucleo familiare. Nuovi livelli reddituali: 1 luglio 2024 - 30 giugno 2025



Meteo

Tutto su IMU e TASI

Convenzioni

Powered by



Modalità Mobile