Approvate dal CdM nella riunione del 13 giugno 2014 le misure urgenti per la semplificazione e per la crescita del Paese. Tra queste quelle riguardanti la riforma della P.A.
Fonte IlSole24ore.it Arriva la riforma della Pa. Non ci saranno prepensionamenti per dipendenti in esubero e la mobilità obbligatoria sarà tra sedi fino a 50 chilometri.
Porte aperte nella pubblica amministrazione per 15mila giovani grazie alla cosiddetta "staffetta generazionale". È uno degli obiettivi principali che il governo si è posto con la riforma della Pa. E che punta a ottenere grazie all'abrogazione del trattenimento in servizio. L'abolizione dell'istituto che consente ai dipendenti pubblici di restare al lavoro anche oltre i termini della pensione scatterà per tutti al 31 ottobre 2014 (dirigenti medici inclusi). Ma non per i magistrati che strappano la proroga fino a fine 2015. Il riordino della Pa passerà anche dal ricorso alla mobilità volontaria e obbligatoria. Quest'ultima scatterà per i trasferimenti entro lo stesso comune di residenza oppure in un raggio di 50 chilometri. Spazio poi al demansionamento per gli addetti pubblici in caso di necessità. In attesa del ruolo unico e del riordino della dirigenza che arriverà con l'attuazione del Ddl delega. Confermato il taglio del 50% dei permessi e dei distacchi sindacali. Nonché i vincoli light per il turn over, calcolato solo sulla spesa e non più sulla persone. Possibile il demansionamento per gestire eventuali eccedenze. Salta nella Pa il doppio criterio del computo delle persone e della spesa nei vincoli al turn over previsto da qui al 2018, anno in cui si tornerebbe al ricambio fisiologico. Il turn over sarà calcolato solo sulla spesa. Le assunzioni a tempo indeterminato saranno possibili "nei limiti di un contingente di personale complessivamente corrispondente a una spesa pari al 20% di quella relativa al personale di ruolo cessato l'anno precedente". Una quota che sale al 40% nel 2015, al 60% nel 2'16, all'80% nel 2017. E al 100% a decorrere dal 2018.