Tra i capitoli più inquietanti del Jobs Act, la conversione delle università in fondazioni
- Permanenza del finanziamento pubblico delle università, ma svincolato da molte regole del diritto amministrativo e dai relativi controlli;
- Traslazione del Job’s Act, cosicché, ad esempio, l’assunzione (anche per professori e ricercatori) avverrà nelle forme di un contratto di lavoro a tutele crescenti. Nella sostanza, si vorrebbe escludere l’applicabilità delle regole del Pubblico Impiego;
- Rafforzamento sostanziale dell’autonomia universitaria (come se l’attuale anarchia autonomista non fosse sufficiente), con, ovvio, inevitabile ulteriore incremento dei poteri rettorali (come se l’attuale onnipotenza non bastasse!) In sostanza, l’ennesima Deregulation !!!;
- Rafforzamento del legame (sudditanza?) tra università e sistemi produttivi territoriali, in un’ottica di sempre più intensa aziendalizzazione!
Le nostre ''ipotesi'' trovano ora conferma anche sugli organi di stampa con notizie analoghe su questo articolo di Italia Oggi dal titolo: Ora tocca alla Buona università