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Riforma Gelmini'' Posizione fortemente critica del CSA della Cisal Università''

COMUNICATO DELLA SEGRETERIA NAZIONALE

RIFORMA GELMINI : Posizione fortemente critica espressa dal CSA della CISAL Università

La posizione fortemente critica, già assunta nei mesi scorsi dal CSA della CISAL Università, (pubblicata sul sito www.cisaluniversita.org ) al progetto di riforma dell’Università proposto dal ministro Gelmini, approvato ora dal C. di M. è confermata.

Premesso che sul D.di L. in questione non c’è stato un serio confronto con le OO.SS. rappresentative del mondo universitario, nonostante il gradimento espresso dalla CRUI e le tiepide proteste espresse da alcune organizzazioni, noi confermiamo la nostra ferma contrarietà, in particolare ad alcuni aspetti inerenti la governance, il diritto allo studio e lo stato giuridico dei ricercatori.

Ci riferiamo in particolare alla composizione ed alle competenze degli organi di governo degli atenei laddove si esclude il personale Tecnico Amministrativo dai C. di A., mentre la composizione dello stesso prevede che 5 membri su 11 possano esser eletti dalla comunità accademica, è prevedibile che la rappresentanza esterna sarà poi acquisita dai potentati politici e dall’imprenditoria locale.

Considerato che il Senato Accademico sarà un istituto meramente propositivo sottomesso al

C. di A. è facile prevedere un vero e proprio snaturamento del compito istituzionale dell’Università.

Entro sei mesi le Università devono modificare i propri Statuti per adeguarli alle norme contenute nel D. di L. i cui criteri sono immediatamente prescrittivi e non derogabili.

Il diritto allo studio, uno dei punti cardine della riforma, sarà in pratica finanziato con tagli dei servizi agli studenti, tagliando le sedi esterne come al Politecnico di Torino, Cagliari etc…oppure come al Politecnico di Milano dove le economie di bilancio si realizzano a danno dei fondi del diritto allo studio degli studenti, assegnando i buoni pasto ai soli studenti con borsa di studio ma decurtandoli dalla stessa, quindi a pagamento.

Altro aspetto negativo del D. di L. è la mancata soluzione del problema ricercatori di ruolo ai quale è ancora una volta negato lo status di docenti prevedendone di fatto il ruolo ad esaurimento con scarse possibilità di passare all’associatura, anzi, in ciò rischiano di essere superati dai ricercatori a tempo determinato, figura che prende il posto del ruolo ad esaurimento in quanto non ci saranno più concorsi per ricercatori a tempo indeterminato.

A sua volta il destino dei nuovi ricercatori a tempo determinato sarà quello del licenziamento in caso di mancato passaggio ad associato, eventualità questa abbastanza remota considerata la scarsità delle risorse messe in campo dato che il tutto deve attuarsi a costo zero.

L’unica certezza data da questa riforma è che il principio dell’autonomia universitaria “pubblica” è destinato ad un progressivo, rapido, dissolvimento.

Quali effetti deleteri produca il D. di L. in materia di valutazione delle performance degli atenei ne abbiamo avuto una riprova nei mesi scorsi, laddove si è evidenziata una netta frattura tra università insistenti in un contesto socio economico evoluto (centro nord) ed uno economicamente svantaggiato (centro sud).

Il D. di L. che opera in sintonia con il D.L. Brunetta, incide, e non poco, anche su materie che di norma erano demandate alla contrattazione tramite rigidi controlli sulla spesa determinando unilateralmente il tetto della contrattazione integrativa d’Ateneo.

Appare evidente la necessità di una mobilitazione che costringa il Governo ed il Parlamento a modificare il D. di L. almeno nelle parti più controverse considerato che in nessuna fase della sua stesura c’è mai stato un confronto vero con le OO.SS. Universitarie.

Roma 29/10/2009

IL SEGRETARIO GENERALE CSA della  CISAL Università (Arturo Maullu)

 
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