ANCORA GUAI PER LA BANCA HSBC GESTORE DEL COMPARTO BILANCIATO DEL PERSEO SIRIO
A cura di Damiano Curcio - Settore Previdenza - Ufficio Studi FGU Dipartimento Università
ANCORA GUAI PER LA BANCA HSBC GESTORE DEL COMPARTO BILANCIATO DEL PERSEO SIRIO
Il secondo comparto d’investimento (Comparto Bilanciato) del Fondo Perseo-Sirio è stato affidato alla banca HSBC Global Asset Management. La convenzione è stata stipulata in data 6.02.2019; il giorno successivo il fondo ha affidato alla predetta banca le risorse da gestire. Fino a quella data il fondo aveva una gestione mono-comparto (Comparto Garantito gestito da UnipolSai Assicurazioni SpA).
Da premettere che la commissione del fondo ha scelto la citata banca tra altre 7 (Banca Aletti C. SpA, Banca Finnat Euramerica SpA, Banor SIM SpA, Consultinvest asset management Sgr SpA, Eurizon Capital Sgr SpA, Fondaco Sgr SpA, Pennsplan Invest Sgr SpA).
La Banca HSBC oggi, come già avvenuto in passato (anno 2011), sta avendo problemi per la sua gestione di capitali di “dubbia provenienza”. Tutto nasce dalla pubblicazione dei documenti del Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN, la polizia finanziaria del dipartimento al tesoro degli Stati Uniti), nei quali viene specificato che anche la predetta banca ha permesso lo spostamento di ingenti somme di denaro a cartelli della criminalità organizzata di vari paesi. Gli Stati Uniti hanno bollato la vicenda come un pericolo per la sicurezza nazionale e le azioni della predetta banca sono scese al livello più basso dal 1995. Si parla di operazioni di riciclaggio di denaro sporco per 2 miliardi di dollari di alcune banche (tra le quali la HSBC) anche se i vertici bancari hanno sostenuto di aver sempre adempiuto ai propri doveri legali. Attualmente gli analisti del settore sono molto pessimisti sui titoli HSBC tant’è che solo il 16,7% di coloro i quali seguono il titolo, consigliano di acquistarlo (mentre fino a qualche giorno fa erano il 47%). Dall’inizio del 2021 la HSBC ha perso 83 miliardi di dollari di valore di mercato (Chiara Rossi – Aresu startmag 4.11.2021).
Quello che abbiamo sempre scritto, oltre a ritenere la gestione dei fondi pensione in Italia sia alquanto lacunosa, è che chi gestisce i soldi dei lavoratori italiani, sia essi privati che pubblici, dovrebbe gestirli come se fossero i suoi. Non abbiamo dubbi che chi gestisce il fondo Pensione Perseo Sirio sia animato dalle più nobili idee di profitto ma se il buon giorno di vede dal mattino.
E purtroppo anche il Perseo Sirio si affida, per quanto riguarda il rendiconto annuale del proprio bilancio, alle formule lacunose di cui abbiamo parlato prima.
Facciamo alcuni esempi:
Bilancio 2018 pagina 28 della relazione sulla gestione 2018
“… il patrimonio in gestione è passato da 77.718.651.05 euro al 31 dicembre 2017 a 108.221724,65 euro del 31 dicembre 2018 (+39,25%). La crescita del patrimonio destinato alla gestione finanziaria, al netto delle liquidazioni continua a mantenersi costante e negli ultimi dodici mesi è stata del 2,80% medio mensile. La quota alla data ha un valore di 10,786 contro 10,852 del 31 dicembre 2017 con unna performance del -0,61%...”
Quindi da ciò se ne deduce che quel 39,25% è dovuto esclusivamente alle quote dei nuovi iscritti poiché la quota unitaria del fondo è scesa da 10,852 del dicembre 2017 a 10,786 del dicembre 2018. Per dirla in parole povere…in perdita.
Ed infatti a pagina 21 della nota integrativa dello stesso anno il saldo della gestione finanziaria indiretta (titoli di stato, titoli di debito quotati e quote di OICR) porta il segno -571.437,00 euro.
Bilancio 2018 pagina 32 della relazione sulla gestione 2018
“…il rendimento della gestione finanziaria nell’anno risulta essere negativo proprio per le motivazioni considerate nello scenario marco economico…”.
Ora..alzi la mano colui o colei che ha sentito queste verità durante le conferenze pro fondo Perseo Sirio tenute nelle varie località Italiane.
Bilancio 2019 pagina 28 della relazione sulla gestione del 2019
è rimasto tutto inalterato (il discorso sulla crescita e le percentuali di crescita) ma, miracolosamente, è sparita l’indicazione delle quote.
Ecco a cosa ci riferiamo parlando di gestione lacunosa; nascondere la verità a parole mentre nei documenti contabili, che non è possibile falsificare, si cela la verità ovvero che giocando in borsa o si guadagna o si perde. Di contro, lasciare il proprio TFR all’Inps porta solo guadagno senza rischi che, ricordiamo a tutti, consiste nella rivalutazione fissa della percentuale dell’1,50% oltre al 75% dell’inflazione programmata per l’anno in questione. E se si ha l’accortezza di verificare i rendimenti dei fondi pubblicati dalla COVIP, ci si renderà conto che più è alta la forbice degli anni che si prendono in considerazione, meno è la resa dei fondi.
Damiano Curcio
Settore Previdenza - Ufficio Studi FGU Dipartimento Università