Ufficio Studi '' Nuovo Sistema di Rintracciabilità dei Rifiuti Speciali SISTRI '': quali sono le competenze, quali sono le tutele per gli operatori?
A cura di Barbara Tuveri *
Il varo del nuovo Sistema di Rintracciabilità dei Rifiuti Speciali SISTRI (Testo Unico Ambientale D.Lgs. 03/04/2006 n°152), può creare potenziali ostacoli per una corretta applicazione delle norme, in considerazione del fatto che attualmente gli interessati a cui spetta la gestione del procedimento negli atenei sono colleghi in servizio presso vari Dipartimenti, indicati dalla normativa come “produttori iniziali dei rifiuti” e addetti alla compilazione e aggiornamento dei registri cartacei; gli stessi sono parte in causa, vuoi perché direttamente interessati, vuoi perché incaricati da tempi non recenti a seguire la pratica, senza avere ricevuto adeguata formazione e lasciando al caso e alla buona volontà dell’individuo tutto l’iter, con evidenti rischi che può comportare la non adeguata preparazione.
Considerato che il sistema non si basa più tanto su registri cartacei bensì su supporti informatici si rende ancora più necessaria una rivalutazione della situazione attuale che prenda in esame alcuni aspetti:
· chi deve seguire il procedimento
· con quali competenze
· con quali tutele
Non bisogna infatti dimenticare che buona parte del personale “delegato ufficialmente nominato”, rientra nelle categorie B e C, con qualche raro collega inserito nella categoria D e qualche ricercatore, gentilmente prestato alla causa perché la carenza di personale comporta anche “l’ampliamento” di certe mansioni. Nella categoria B tra l’altro, sono inseriti gli operatori di stabulario che spesso non hanno a disposizione neanche un PC, strumento essenziale per caricare il software ministeriale di cui trattasi.
Quale tutela per l’operatore in rapporto alle responsabilità.
Il quadro che si è venuto a creare è quello di una gestione organizzativa “monca”, mancante cioè della miglior premessa e ci riferiamo alla completa assenza di sensibilizzazione riguardo a questa imminente incombenza, quale è appunto il SISTRI.
Ricordiamo infatti che al personale di categoria B è riconosciuta una “limitata responsabilità”, cosa che stona non poco con l’elevato grado di responsabilità previsto, invece, per gestire il Sistema SISTRI e anche per il personale di categoria C non è previsto un margine molto più ampio di discrezionalità.
Si rammenta che questo nuovo sistema informatico prevede un collegamento via web continuo col Ministero dell’Ambiente, con cui ci si dovrà interfacciare ogni qualvolta si carica un rifiuto per il successivo smaltimento, operazione che prevede d’individuare e successivamente indicare un codice (CER: codice Catalogo dei Rifiuti Europeo), oltre all’indicazione del peso e al numero di contenitori da ritirare.
Questo processo richiede una certa preparazione circa l’utilizzo del personal computer e una conoscenza di base della lingua inglese, che purtroppo non è prerogativa di tutti.
A parere nostro non si può procedere ad affidare un procedimento così impegnativo senza prima valutare le competenze, la preparazione e l’adeguata autonomia e operatività del personale coinvolto, senza dimenticare che la responsabilità legale e civile è prerogativa diretta del Delegato, mentre si parla di responsabilità unicamente oggettiva per il Direttore del dipartimento a cui il personale afferisce.
Per tutte queste ragioni sarebbe utile prima di procedere ‘’a vista’’, che le Organizzazioni Sindacali a tutela del personale interessato al SISTRI si facciano carico della problematica e si confrontino con le Amministrazioni Universitarie affinchè l’approccio con questa nuova realtà scongiuri eventuali crepe nell’organizzazione del procedimento che potrebbero causare danni irreparabili agli operatori coinvolti.
Ufficio Studi CSA della CISAL Università
Barbara TUVERI*
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