Pronuncia della Corte di Giustizia UE ‘’le ferie non godute devono essere monetizzate anche nel P.I.
La Corte di Giustizia dell’Ue ha stabilito che le ferie non utilizzate devono essere pagate alla fine del rapporto di lavoro, anche se il dipendente dà le dimissioni, e anche se lavora nel pubblico.
Tratto da https://www.fanpage.it/ (...) Concretamente, con questa sentenza si è stabilito che un dipendente pubblico può chiedere un indennizzo per i giorni di ferie non godute anche se dà le dimissioni volontariamente. Questo risarcimento può essere negato solo in un caso: se il dipendente in questione ha volontariamente evitato di prendersi le ferie, nonostante il datore di lavoro lo invitasse a farlo e gli spiegasse il rischio di perdere i giorni accumulati entro un certo limite. Perciò, se il datore di lavoro non può dimostrare di aver fatto tutto il possibile per mettere il lavoratore in condizione di utilizzare le ferie, l'indennizzo va riconosciuto (...)
VAI anche al Comunicato Stampa n.10/24 della CORTE di GIUSTIZIA DELL'UNIONE EUROPEA
Direzione della Comunicazione
Unità Stampa e informazione curia.europa.eu
COMUNICATO STAMPA n. 10/24
Lussemburgo, 18 gennaio 2024
Sentenza della Corte nella causa C-218/22 | Comune di Copertino
Il lavoratore che non abbia potuto fruire di tutti i giorni di ferie annuali retribuite prima di dare le dimissioni ha diritto a un'indennità finanziaria. Gli Stati membri non possono addurre motivi connessi al contenimento della spesa pubblica per limitare tale diritto
COMUNICATO NAZIONALE ''Sottoscritto a Roma presso l’Aran il CCNL di Lavoro Istruzione e Ricerca 2019-2021''
COMUNICATO SULLA FIRMA DEL CCNL DI LAVORO ISTRUZIONE E RICERCA 2019-2021
Dopo alcuni anni di trattative condotte “a singhiozzo” in sede Aran con anche qualche puntata in ambito MUR, soprattutto sulle risorse aggiuntive, i famosi 50 milioni, che forse sono l’unica vera novità rispetto ai CCNL del passato e dopo altri lunghi mesi trascorsi nell’iter burocratico dei controlli dovuti per questi atti, oggi è stato definitivamente sottoscritto dalle OO.SS. il CCNL 2019-2021 e una volta pubblicato in gazzetta ufficiale potrà avere piena efficacia.
Sui contenuti ci siamo già espressi dopo la firma della pre-intesa e chiaramente la nostra opinione resta immutata, siamo non pienamente soddisfatti poiché riteniamo che, soprattutto nella parte ordinamentale si sarebbe potuto fare di più e meglio così come sulle materie demandate alla contrattazione integrativa, certamente migliorativo nella parte di prima applicazione delle PEV ma bisognerà vedere le risorse che si potranno mettere in campo, o su quel tocco impercettibile ma in più circa la trasparenza nel conferimento degli incarichi, insomma vediamo il bicchiere solo mezzo pieno anche perché alcune problematiche, importanti, restano inevase e ce le ritroviamo per l’ennesima volta tra le code contrattuali.
Ci riferiamo in particolare alle problematiche relative al personale universitario in servizio nelle AOU o in convenzione con il SSN, una definizione più puntuale della figura dei tecnologi, l’annosa vicenda dei CEL, i contratti di ricerca , etc…tutte questioni demandate ad una trattativa in atto come coda a questo e ad altri CCNL precedenti allo stesso.
Così come ha già dichiarato il Segretario Generale della FGU e della Gilda, Rino Di Meglio, è sicuramente “… necessario rivedere la burocrazia contrattuale …” che produce queste lungaggini burocratiche inaccettabili.
Vi terremo informati sia sull’evolversi dalla trattativa in Aran relativamente a queste code contrattuali, ma anche su altre questioni, come l’utilizzo dei 25 milioni, la metà dei 50 ottenuti come risorse aggiuntive stabili, destinati alla contrattazione ma non legati al blocco dell’accessorio che noi riteniamo debbano andare a beneficio di tutto il personale e non legati alla performance, così come invece, improvvidamente e intempestivamente alcune sigle hanno sottoscritto in accordi decentrati, quindi per pochi “eletti”, come vuole la controparte datoriale.
Parte datoriale, s’intende i rettori, che nonostante la gravità della situazione economica che sta vivendo buona parte del personale universitario, sottopagato, non hanno avuto nessuna remora ad aumentare la loro indennità in maniera abnorme per sé stessi e per gli organi di governo e di controllo degli atenei. Su questo continueremo la nostra battaglia sperando che anche le altre OO.SS. facciano altrettanto.
A breve su questo argomento seguirà un altro comunicato perché la risposta pervenutaci dal MEF , che abbiamo chiamato in causa per una verifica sul corretto impiego di soldi pubblici non la riteniamo soddisfacente, vi faremo sapere.
Roma, 18.01.2024 La Segreteria Nazionale
Clicca su il CCNL in formato pdf. CCNL DI LAVORO ISTRUZIONE E RICERCA 2019-2021
Convocate in data 18 gennaio pv le Federazioni e le Confederazioni del Comparto Istruzione e Ricerca per la sottoscrizione definitiva del CCNL 2019/2021
Sono state convocate per il giorno 18 gennaio alle ore 10.30 le Federazioni e le Confederazioni del Comparto Istruzione e Ricerca per la sottoscrizione definitiva del CCNL 2019/2021.https://www.aranagenzia.it/calendario-eventi/details/697-sottoscrizione-del-ccnl-personale-comparto-istruzione-e-ricerca-triennio-2019-2021.html
Rinviata pertanto, a data da stabilirsi, la riunione in Aran prevista nello stesso giorno ed alla stessa ora con all’ordine del giorno la prosecuzione della trattativa sulle code contrattuali riguardanti le problematiche dei tecnologi ed i contratti di ricerca.
La Segreteria Nazionale
Avviato in Commissione Lavoro alla Camera l'iter procedurale della proposta di legge che punta ad accelerare i tempi di erogazione del TFS per i dipendenti statali
E’ iniziato dall’11 gennaio us, l’iter in Commissione Lavoro alla Camera della proposta di legge che punta ad accelerare i tempi di erogazione per i dipendenti statali del Tfs (trattamento di fine servizio) che devono subire un lungo periodo di attesa: a volte anche fino a cinque anni. La Corte Costituzionale con la sentenza n. 130 del 23/06/2023 aveva dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 3, comma 2, del decreto-legge n. 79 del 1997 e dell’art. 12, comma 7, del d.l. n. 78 del 2010, che prevedono rispettivamente il differimento e la rateizzazione delle prestazioni. Le questioni erano state sollevate dal Tribunale amministrativo per il Lazio, sezione terza quater, in riferimento all’art. 36 della Costituzione. La Corte, pertanto, con questa pronuncia aveva incaricato il Parlamento di eliminare, gradualmente, la norma avendo giudicato totalmente illegittimo il quadro normativo vigente che autorizza il pagamento differito del Tfs ai dipendenti pubblici rispetto ai privati, sottolineandone l’urgenza. Purtroppo, la problematica è rimasta in sospeso per diversi mesi : la recente proposta avanzata, di cui la parti politiche sembrano essere d’accordo, non risolve appieno la problematica in quanto solo la prima rata, secondo questo provvedimento, dovrebbe essere pagata entro tre mesi dalla pensione con un incremento fino a 63 mila euro, per cui rimarrebbe comunque in piedi quella disparità di trattamento tra pubblico e privato che contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione.
Sentenza Corte Costituzionale n.4 dell’11 gennaio 2024 Riconosciuto ai dipendenti pubblici che hanno fatto ricorso il diritto al riconoscimento alla maggiorazione della RIA, (Retribuzione individuale di anzianità) anche per gli anni '91,'92,'93
La Corte Costituzionale con la sentenza del 11 gennaio 224 n.4 dichiarando l’incostituzionalità dell'art. 51, comma 3, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2001)», mette fine ad una controversia giuridica durata più di venti anni, riconoscendo il diritto agli aumenti legati all’anzianità di servizio che dovranno essere percepiti anche dal 1991 al 1993 per quei dipendenti che avevano presentato vari ricorsi per vedersi riconoscere gli aumenti di stipendio riferiti agli anni dal 1990 al 1993. Alla luce di questa sentenza i sindacati saranno certamente sollecitati a verificare con i propri avvocati se questo dispositivo potrà essere esteso anche a tutti gli altri dipendenti che ne faranno richiesta ma che a suo tempo non hanno fatto ricorso. Leggi la sentenza su www.eius.it
Circolare INPS n. 4 del 05-01-2024 ''Il Congedo Parentale aumenta all’80% dello stipendio per l’anno 2024 ''
Tratto dalla circolare Inps n.4 del 05-01-2024 [..] Congedo parentale Nell’ambito delle disposizioni in materia di sostegno alle famiglie, l’articolo 1, comma 179, della legge di Bilancio 2024, ha introdotto un’importante novità in materia di congedo parentale. Il citato comma, infatti, novellando l’articolo 34 del D.lgs 26 marzo 2001, n. 151, recante “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53”, dispone[9], per i genitori che fruiscono del congedo parentale, il riconoscimento di un’indennità in misura pari al 60% della retribuzione per un mese ulteriore al primo, da fruire entro il sesto anno di vita del bambino. Per il solo anno 2024, la misura dell’indennità di cui trattasi, è pari all’80% della retribuzione. La nuova misura di sostegno, che si aggiunge alla disposizione che prevede un’indennità pari all’80% della retribuzione per un mese entro il sesto anno di vita del bambino[10] trova applicazione con riferimento ai lavoratori dipendenti che terminano il periodo di congedo di maternità o, in alternativa, di paternità, successivamente al 31 dicembre 2023. Con specifica successiva circolare saranno trattati gli aspetti connessi alla portata e agli effetti della nuova misura dell’indennità e verranno fornite le relative istruzioni operative. [..] Messaggio INPS n.15 del 2.01.2024 Assegno Unico 2024: sono valide anche per gli anni successivi le domande per i figli a carico
Per l’annualità 2024, l’INPS con il messaggio numero 15 del 02-01-2024 comunica che non è necessario provvedere alla presentazione di una nuova domanda all’Assegno unico e universale, fermo restando che la domanda già trasmessa all’Istituto non si trovi nello stato di decaduta, revocata, rinunciata o respinta. L’INPS precisa inoltre che ai fini della determinazione dell’importo della prestazione sulla base della corrispondente soglia ISEE è necessaria la presentazione di una nuova Dichiarazione Sostituiva Unica (DSU) per il 2024, correttamente attestata. In assenza di ISEE, l’importo dell’Assegno unico e universale sarà infatti calcolato a partire dal mese di marzo 2024 con riferimento agli importi minimi previsti dalla normativa. Qualora la nuova DSU sia presentata entro il 30 giugno 2024, gli importi eventualmente già erogati per l’annualità 2024 saranno adeguati a partire dal mese di marzo 2024 con la corresponsione dei dovuti arretrati. Leggi tutto...
Lettera aperta di fine anno ''Tempi di vacche magre, ma non per tutti…''
Tempi di vacche magre, ma non per tutti… In quest’ultimo scorcio di anno in tanti Atenei molti rettori si stanno dando da fare per aumentare le loro indennità di carica ai vertici della governance delle università e agli organi di controllo, in alcuni casi fino ad oltre il 500% delle attuali indennità di carica, idem per i pro rettori, i consiglieri di amministrazione ed i revisori dei conti! E’ pur vero che qualche rettore ha rinunciato a questi aumenti, pochissimi a dire la verità, quasi tutti gli altri hanno applicato il massimo aumento consentito, così vediamo, per esempio in un ateneo medio, che l’indennità del pro rettore vicario passa a 33.000 euro annui , l’indennità dei consiglieri di amministrazione oltre 13.000 euro, il presidente dei revisori circa 16.000 euro, i revisori oltre 13.000 euro etc.., qui vacche magre non ce ne sono, c’è semmai il mercato, delle “vacche..” Tutto questo accade mentre il personale TAB da loro amministrato è penalizzato dal blocco del salario accessorio fermo al 2016, deciso dal governo di allora e confermato dai governi successivi fino a oggi, ‘’erano tempi di vacche magre ’’, dicevano, per cui può capitare ed anche spesso, purtroppo, che a fronte di una disponibilità di poco più di 20.000 euro per le progressioni economiche (sempre in un medio ateneo) ci siano oltre 800 dipendenti che possono concorrervi e per pochi spiccioli! (vedasi art. 102 nuovo CCNL). Di ciò, parrebbe, che ai datori di lavoro, (i rettori), non gli freghi un granché. Su questi aumenti spropositati delle attuali indennità di carica (per i rettori, pro rettori, i consiglieri di amministrazione ed i revisori dei conti) la stampa, i mass media in genere, che si buttano a capofitto nel darne notizie , in questo caso, chissà perché non hanno visto, non hanno sentito e… non hanno parlato. Purtroppo, come abbiamo già avuto modo di dire in altri recenti e passati nostri comunicati, i lavoratori e le lavoratrici neppure si indignano più, è quasi palpabile una sorta di rassegnazione grazie alla quale la parte datoriale riesce a far ingoiare di tutto, anche questa ennesima porcata, senza che nessuno fiati. Noi non ci stiamo! E lo gridiamo forte per coinvolgere tutti i lavoratori e le lavoratrici a reagire per uscire da questa impasse nella quale siamo inchiodati da almeno tre decenni e le cui prospettive future dipendono in gran parte da una sentita o meno partecipazione alla vita sindacale. Oltre al blocco dell’accessorio i recenti rinnovi dei CCNL, tutti, ma in particolare quello del nostro settore università, (come d'altronde riscontrato anche negli altri comparti), non ha tenuto conto neppure dell’inflazione reale di questi ultimi tre anni, circa il 18 % come rilevato dall’ISTAT, per cui i lavoratori sono sempre più poveri. Noi, come FGU Università faremo la nostra parte cercando di coinvolgere sempre di più i lavoratori e perché il prossimo possa essere un buon anno per davvero e non solo un auspicio, non dipenderà soltanto da noi, ma da quanti lavoratori si sentiranno in dovere di riavvicinarsi in occasioni di incontri, che siano assemblee locali o nazionali, dove vengono evidenziate le problematiche che investono in prima persona il PTAB e per porre soluzioni. Nel prepararci quindi, a nuove battaglie sindacali con l’intento di contrastare queste politiche che continuano a drenare risorse pubbliche in danno dei lavoratori, formulo i migliori Auguri di Buon Anno a tutti. Roma, 31.12.2023 Arturo Maullu Segretario Generale FGU Università Messaggio INPS n. 4640 del 22/12/2023: Chiarimenti sulle nuove fasce di reperibilità per le visite fiscali - Al via l’uniformità tra pubblico e privato
Con il messaggio, n. 4640 del 22/12/2023 l’Inps fornisce, le necessarie indicazioni operative per l’espletamento degli accertamenti medico-legali domiciliari. Le visite mediche di controllo domiciliare nei confronti dei lavoratori pubblici, fino a nuove disposizioni, dovranno essere effettuate nei seguenti orari: dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 17 alle 19 di tutti i giorni (compresi domeniche e festivi) è in sostanza quanto riportato nel messaggio n 4640 a seguito della sentenza del Tribunale amministrativo regionale (TAR) del Lazio n. 16305/2023, pubblicata il 3 novembre 2023, che ha annullato l’articolo 3 del decreto n. 206 del 17 ottobre 2017 del Ministro della Semplificazione e della pubblica amministrazione, nella parte riguardante: “In caso di assenza per malattia, le fasce di reperibilità dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni sono fissate secondo i seguenti orari: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. L’obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi”. Resta inviariata la parte inerente " L’obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi”.'' |