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Al dipendente in distacco sindacale a tempo pieno non spettano premi di performance

Lo ha affermato la Corte di Cassazione, sezione lavoro, nella sentenza n.26908/2024 dello scorso 16 ottobre. Secondo la Corte, al dipendente in distacco sindacale a tempo pieno, non possono essere corrisposti i compensi connessi alla performance in quanto le norme della contrattazione collettiva che riconoscono ai lavoratori in distacco sindacale «a tempo pieno» i compensi incentivanti sono in contrasto con la legge e con l’articolo 7, comma 5, del d.lgs.165 del 2001.

Vai alla sentenza a pag 74 di: https://www.italgiure.giustizia.it/sncass/

 

Garante GPDP Privacy: sanzione al datore di lavoro che accede all’email del dipendente

Il datore di lavoro non può accedere alla posta elettronica del dipendente o del collaboratore né utilizzare un software per conservare una copia dei messaggi. Un simile trattamento di dati personali oltre a configurare una violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali, è idoneo a realizzare un'illecita attività di controllo del lavoratore.Lo ha stabilito il Garante Privacy sanzionando una società per 80mila euro.

 

 

Ordinanza della Corte di Cassazione ‘’Buoni pasto e indennità anche in ferie’’

La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 25840 del 27 settembre 2024, ha sancito che il lavoratore in ferie ha diritto di percepire la retribuzione e tutti gli altri importi pecuniari che si pongono in rapporto allo svolgimento delle mansioni e che sono connessi allo status personale e professionale del lavoratore così come l’indennità di mansione e i buoni pasto. In particolare, la Corte di Cassazione ha affermato che il diritto alle ferie retribuite, costituzionalmente garantito, ha la finalità di assicurare un reale riposo al lavoratore, senza che lo stesso debba preoccuparsi di una possibile diminuzione della sua retribuzione collegata a eventuali indennità o altri elementi fissati in base all’attività effettivamente svolta.

 

 

Corte Costituzionale:Riconosciuto il diritto dei dipendenti pubblici, con figli fino a tre anni di età, a richiedere il trasferimento temporaneo nella provincia o regione nella quale è fissata la residenza della famiglia.

Con la sentenza n. 99 del 04.06.2024, la Corte Costituzionale afferma che il pubblico dipendente, genitore di figli fino a tre anni di età, può chiedere di essere trasferito temporaneamente in una sede posta, non solo nella regione in cui lavora l’altro genitore, ma anche nella regione in cui è fissata la residenza familiare.In precedenza (ai sensi dell’art. 42-bis del D.lgs. 26 marzo 2001, n. 151) ai dipendenti pubblici con figli fino a tre anni di età era consentito il trasferimento temporaneo solo nella provincia o regione in cui lavorava l’altro genitore. Secondo la Corte costituzionale, l’ampliamento dell’ambito di applicazione dell’istituto dell’assegnazione temporanea oltre a risultare coerente con la finalità di protezione della famiglia e di sostegno all’infanzia, risponde all’esigenza di preservare la più ampia autonomia dei genitori nelle scelte concernenti la definizione dell’indirizzo familiare. Corte costituzionale, 4 giugno 2024 - Fonte: www.giustizia-amministrativa.it

 

Università di Catania: inadempienze contrattuali - proclamato da tutte le OO.SS. ed RSU lo stato di agitazione del personale TAB

Le OO.SS. ed RSU nell’assemblea generale del 23 .10. us, hanno proclamato uno stato di agitazione di tutto il PTAB con richiesta di avvio delle procedure di conciliazione da parte del Prefetto, ai sensi della Legge n. 146/1990 a causa della grave la situazione legata alle diverse inadempienze da parte dell’amministrazione dell’ateneo. Segue comunicato unitario

 

 

 

Corte di Cassazione ''Riaffermato il principio della monetizzazione ferie non godute nel P.I.

La Corte Suprema di Cassazione - sezione lavoro civile, con l’ordinanza n. 14083/2024 ha riaffermato che in tema di pubblico impiego privatizzato, il dipendente non perde il diritto alle ferie ed alla corrispondente indennità sostitutiva alla cessazione del rapporto di lavoro, ove tale cessazione sia avvenuta per malattia che abbia impedito l'effettivo godimento del periodo di congedo ancora spettante. Non può quindi ritenersi idoneo ad escludere il diritto del lavoratore alla monetizzazione delle ferie non godute il generico invito rivolto dall’amministrazione di appartenenza ad usufruirne interamente prima del collocamento a riposo «compatibilmente con le esigenze di servizio e con le proprie esigenze.

 

Contro il fenomeno della violenza e le aggressioni nelle strutture sanitarie''Pubblicato in G.U. il D.Legge n. 137 del 1° ottobre 2024''

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale (24G00158) (GU Serie Generale n.230 del 01-10-2024) il Decreto-Legge n. 137 del 1° ottobre 2024, entrato in vigore il 2 ottobre 2024. Il Decreto Legge interviene con nuove e importanti disposizioni in risposta all’aumento degli episodi di aggressioni nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni, in particolare nei pronto soccorso,nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria.

 

Medicina, Bernini: “Stop numero chiuso e test d’ingresso. Ora accesso libero ai corsi di laurea”

Mercoledì, 16/10/2024 - Previsto un “semestre-filtro”, esami caratterizzanti e una graduatoria per il secondo semestre; gli esami superati saranno comunque validi per altri corsi universitari in caso di non ammissione

Roma, 16 ottobre 2024Via libera dalla 7^ Commissione del Senato al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria. La riforma prevede l'abolizione del numero chiuso al primo semestre, consentendo l'iscrizione aperta per tutti gli aspiranti medici senza sostenere i test d’ingresso.

L’obiettivo è la riorganizzazione del sistema delle professioni medico-sanitarie in un’ottica di sostenibilità sia per gli Atenei che per l’SSN. Il disegno di legge di delega al Governo mira a garantire una selezione più equa, basata sulle competenze acquisite degli studenti. L’accesso sarà infatti regolato attraverso i crediti formativi e la posizione in una graduatoria nazionale raggiunta.

 

Depositata alla Camera una nuova proposta di legge sul diritto alla disconnessione

Fonte: www.lentepubblica.it - Presentata una proposta di legge alla Camera, sul diritto alla disconnessione, nell’ambito del progetto “Lavoro, poi stacco”da gruppo di parlamentari del Partito Democratico, in collaborazione con “L’asSociata” (realtà giovanile attiva sui temi del lavoro e dei diritti).La proposta prevede l’inclusione di questo diritto anche in Italia. Nel nostro Paese, infatti, il diritto alla disconnessione non è definito come negli altri Paesi.

L’unico riferimento legislativo è contenuto nella legge 81/2017 sul lavoro agile, che prevede che “nel rispetto degli obiettivi concordati e delle relative modalità di esecuzione del lavoro autorizzate dal medico del lavoro, nonché delle eventuali fasce di reperibilità, il lavoratore ha diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche di lavoro senza che questo possa comportare, di per sé, effetti sulla prosecuzione del rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi”.

Ma questo diritto non viene definito a livello di legge quadro. Perciò, si lascia la definizione ai vari accordi collettivi.

Questa proposta di legge vuole colmare il vuoto normativo e definisce comunicazione “qualsiasi forma di contratto tra datori di lavoro e lavoratori o tra lavoratori effettuata tramite telefono, mail, servizi di messaggistica istantanea o piattaforme di collaborazione”.

L’obiettivo è quello di permettere ai lavoratori di non ricevere alcuna comunicazione dal datore di lavoro o dal personale, fuori dall’orario di lavoro o comunque per un periodo minimo di 12 ore dalla fine del turno lavorativo.

Le eventuali comunicazioni effettuate fuori dalle fasce orarie di lavoro non sarebbero obbligatorie per i lavoratori, a meno che non siano urgenti o necessarie. In questo caso, però, il lavoratore avrebbe il dovere di leggerle e di adempiere agli obblighi soltanto alla ripresa dell’orario di lavoro.

Nel caso in cui non venga rispettato il diritto alla disconnessione, è prevista una sanzione amministrativa che può andare dai 500 ai 3mila euro.

Tratto da:www.lentepubblica.it

 

Comunicato: Il MUR incontra le rappresentanze sindacali per presentare il ddl “Disposizioni in materia di valorizzazione e promozione della ricerca”

Il MUR incontra le rappresentanze sindacali per presentare il ddl “Disposizioni in materia di valorizzazione e promozione della ricerca”

Alla riunione tenutasi al MUR il 9 us.il Ministro dell’Università e della Ricerca Sen. Anna Maria Bernini ha incontrato le rappresentanze sindacali per un confronto sul disegno di legge (ddl) presentato dal Governo in Senato lo scorso 20 settembre ( AS 1240 ).  Il ddl attraverso una modifica della legge n. 240/2010 (cosi detta legge “Gelmini”) si propone di introdurre varie nuove forme di contratti per la fase del pre-ruolo sia per l’Università che per gli Enti di Ricerca (EPR).

 

INPS
Assegno per il nucleo familiare. Nuovi livelli reddituali: 1 luglio 2024 - 30 giugno 2025



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