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Linee generali d’indirizzo della programmazione delle Università 2021-2023 e Indicatori per la valutazione periodica dei risultati. - risposte a domande frequenti -

Il Ministero dell'Università e della Ricerca, con il DM n. 289 del 25 marzo 2021 ha fornito le linee generali di indirizzo della programmazione triennale del sistema universitario  per il triennio 2021-2023 e indicatori per la valutazione periodica dei risultati. 
L’atto normativo e i documenti allegati vedi:  risposte a domande frequenti (VQR 2015.2019) - aggiornamento 12 aprile 2021 -  li potete trovare sul sito del MUR a questo link: https://www.mur.gov.it/it/atti-e-normativa/decreto-ministeriale-n-289-del-25-03-2021

 

Circolare MEF del 9 aprile 2021, n.11 ''Enti ed organismi pubblici - bilancio di previsione per l’esercizio 2021. Aggiornamento della circolare n. 26 del 14 dicembre 2020. Ulteriori indicazioni.''

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze con la circolare n. 26 del 14 dicembre 2020 aveva fornito indicazioni volte ad orientare gli enti ed organismi pubblici da esso vigilati nella predisposizione del bilancio di previsione 2021 ma ha inteso fornire ulteriori chiarimenti con la circolare n. 11 del 9 aprile 2021, in riferimento al trattamento economico e accessorio del personale, in particolare riguardo all'osservanza delle istruzioni da parte degli Enti e Organismi pubblici che rientrano nell’ambito applicativo dell’art.1, c.2) del Dlgs. n.165/2001 e di quanto previsto dal c. 870 dell’art. 1 Legge di Bilancio, specificatamente riferito ai risparmi derivanti dalle risorse destinate a remunerare le prestazioni di lavoro straordinario e quelli derivanti dai buoni pasto NON erogati nel 2020.

 

Buona Pasqua

 

Chiarimenti FGU Università sull'Ipotesi atto di indirizzo della Funzione Pubblica sui rinnovi contrattuali per il personale della P.A. triennio 2019-2021

L'ipotesi di atto d'indirizzo prodotto dalla Funzione Pubblica (in formato.pdf ) altro non è se non delle linee guida, di massima, nell'ambito del quale i comitati di settore dei vari comparti dovranno attenersi nelle trattative per i rinnovi dei CCNL.
Per quanto ci riguarda possiamo dire che in buona parte, almeno nelle intenzioni, tranne alcuni aspetti inerenti la "premialità", sempre molto cara a Brunetta,  ricalca, per quanto riguarda l'Ordinamento Professionale, il documento sottoscritto da noi con altre due sigle sindacali ma non dalla CGIL e dallla UIL e presentato in ARAN sul tavolo tecnico.

Per quanto riguarda invece la Formazione, l'ipotesi va nella direzione che noi indichiamo da sempre, cioè che debba essere continua ed estesa a tutti i lavoratori, così com'è nel comparto sanità. Trattandosi di un documento di sintesi, esso non affronta il problema che ci sta più a cuore che è di competenza confederale e che anche  la CGS chiede si debba rivedere, cioè il meccanismo di finanziamento dei CCNL che non può essere uguale in percentuale per tutti, così come già indicato nel comunicato dei giorni scorsi dalla nostra Confederazione.

Il timore è che le ragioni della politica prevalgano sull'interesse dei lavoratori ad avere un contratto decoroso, per cui non è da escludere, considerato che è un CCNL in scadenza nell'anno corrente, che il tutto subisca una brusca accelerata e magari, i soliti noti si affrettino a sottoscrivere un contratto pur che sia così come già accaduto negli ultimi 20 anni.

Al momento, da quando si è insediato il nuovo governo non c'è stata ancora nessuna convocazione ufficiale da parte dell'ARAN né dei tavoli tecnici né alcuna ipotesi di proposta da parte del comitato di settore della nostra specifica sezione di contrattazione.
Le riunioni "carbonare" o ''all'amatriciana'' come quella organizzata in casa Brunetta insieme ai soliti commensali, non possono sostituirsi ai tavoli contrattuali stabiliti per legge. dove anche noi saremo presenti e sui quali vi terremo costantemente informati, come sempre.

Arturo Maullu
Coordinatore Generale
FGU Dipartimento Università

 

Comunicato nazionale''Patto per l’Innovazione: anche la Previdenza Complementare con il Fondo Perseo/Sirio ed il silenzio assenso!''

Nel Patto per l’Innovazione del lavoro pubblico anche la Previdenza Complementare con il Fondo Perseo/Sirio con il silenzio ha senso..,oppure assenso ?..

Per la Triplice sindacale pari sono

La fase successiva agli incontri carbonari e “culinari” cui partecipano i vertici di CGIL, CISL e UIL, lasciano sempre degli strascichi, spesso in danno dei lavoratori e questo che citiamo purtroppo ne è l’ultimo esempio.

In siffatto caso, l’ultima cena di Brunetta in persona con a tavola Cgil, Cisl e Uil, ha visto la Triplice rilanciare sul fronte della previdenza complementare l’idea che essa debba essere non una libera scelta ma un obbligo, per chi tace, quindi, secondo loro, acconsente.

Certo, i dati piuttosto desolanti sulle adesioni ai fondi complementari e l’introduzione del “secondo pilastro”, fanno capire che su questa materia gli italiani sono, a ragione, diffidenti e poco propensi ad affidare le sorti della loro pensione a ‘’congreghe sindacali’’ che poi gestirebbero, anche se per interposta persona, i Fondi stessi, per cui viene spontanea la domanda..

‘’cui prodest’’ ?

Su questa materia da tempo immemore abbiamo scritto e detto di tutto e di più, ma visto la piega che sta prendendo la vicenda dopo il recente “patto per l’innovazione del lavoro pubblico” e successive “cene di lavoro”, confermiamo il nostro netto disaccordo sul metodo, poi nel merito siamo anche disponibili a discuterne argomentando il perché del nostro NO!

Sembrerebbe, comunque, che tutti gli errori che hanno commesso in passato (la Triplice sindacale) non abbia loro insegnato nulla, per cui dalla volontarietà ad aderire si stà ora “scivolando” sul silenzio assenso, che, ovviamente, ci trova completamente in disaccordo in quanto riteniamo che su una materia così delicata ci debba essere il massimo dell’informazione, in modo da consentire ai lavoratori ed alle lavoratrici una scelta ponderata.

Rispetto all’accordo che ci sottoposero quando ancora ci chiamavamo CSA della CISAL Università, non è cambiato nulla o quasi, a quel tempo fummo gli unici a non firmarlo e rileggendolo oggi faremmo altrettanto, visto come sono andate poi le cose nei fondi singoli Perseo e Sirio poi successivamente unificati e ‘’governati’’ dalla Triplice.

A breve, per chi volesse saperne di più, sempre nel nostro sito web nazionale sarà pubblicato un documento tecnico a cura del responsabile sulla previdenza dell’Ufficio Studi del Dipartimento Università della FGU, chi fosse interessato potrà anche porre dei quesiti specifici cui risponderà il nostro consulente nazionale il dott. Damiano Curcio.

25 marzo 2021

Il Coordinatore Generale Nazionale

FGU - Dipartimento Università

Arturo Maullu

 

Circolare INPS dell'11/03/2021 - Congedo obbligatorio e facoltativo per i padri lavoratori dipendenti

Con la Circolare n. 42 dell'11 marzo 2021, l'INPS ha fornito indicazioni sul diritto al congedo obbligatorio e facoltativo dei padri lavoratori dipendenti di cui alla Legge 28 giugno 2012, n. 92 (art. 4, comma 24, lett. a), a seguito delle modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2021 (L. 30 dicembre 2020, n. 178, art. 1, comma 363 e 25).

In particolare, il documento dell'Istituto fa riferimento alle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2021, ovvero:
- l'estensione delle disposizioni afferenti al congedo obbligatorio per i padri lavoratori anche alle nascite, alle adozioni e agli affidamenti avvenuti nell'anno 2021;
- l'incremento da 7 a 10 giorni della durata del congedo obbligatorio da fruire, anche non  continuativamente, entro i 5 mesi di vita o dall'ingresso in famiglia o in Italia in caso, rispettivamente, di adozione/affidamento nazionale o internazionale del minore;
- il riconoscimento del congedo obbligatorio e facoltativo anche nel caso di morte perinatale del figlio.
Il provvedimento precisa che, per le nascite e le adozioni/affidamenti avvenuti nell'anno 2020, i padri lavoratori dipendenti hanno diritto a soli 7 giorni di congedo obbligatorio, anche se ricadenti nei primi mesi dell'anno 2021.

Inoltre, a livello generale, l'INPS chiarisce che continua a trovare applicazione la disciplina dettata dal Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, del 22 dicembre 2012.

Per tutti i dettagli, consulta la Circolare.

 

Proroga al 30 aprile 2021 dell'utilizzo della procedura semplificata di smartworking - In Gazzetta Ufficiale la Legge di conversione del Decreto Milleproroghe

È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge 26 febbraio 2021, n. 21 di conversione del c.d. Decreto Milleproroghe, recante la "Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonchè in materia di recesso del Regno Unito dall'Unione europea. Proroga del termine per la conclusione dei lavori della Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità Il Forteto".

In sede di conversione, sono prorogati i termini previsti dalle disposizioni legislative specificatamente individuate all'art. 19 del Decreto Milleproroghe - e, quindi, all'Allegato 1 al Decreto stesso - fino alla data di cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e, comunque, non oltre il 30 aprile 2021.

Tra questi si segnala, in particolare, la proroga al 30 aprile 2021 dell'utilizzo della procedura semplificata di smartworking di cui all'art. 90, commi 3 e 4, del D.L. 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni in L. 17 luglio 2020, n. 77.

Per maggiori dettagli, consulta la Legge.

Fonte: www.lavoro.gov.it

COVID-19: smartworking, congedi e bonus baby sitting a disposizione dei genitori lavoratori

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge 13 marzo 2021, n. 30 recante "Misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena" in vigore dal 13 marzo 2021.

Il provvedimento, che introduce ulteriori restrizioni finalizzate al contenimento della diffusione epidemiologica, prevede misure in favore dei genitori lavoratori dipendenti e precisamente:

 

LE PROPOSTE DELLA CGS “Riforma della Pubblica Amministrazione. Rinnovi contrattuali 2019-2021” Incontro del 12 marzo 2021 con il Ministro per la Pubblica Amministrazione

“Riforma della Pubblica Amministrazione. Rinnovi contrattuali 2019-2021”

Incontro del 12 marzo 2021 con il Ministro per la Pubblica Amministrazione

LE PROPOSTE DELLA CGS

 

La Confederazione Generale Sindacale (CGS), rappresentativa in tre comparti (FLP per il comparto funzioni centrali; GILDA-UNAMS per il comparto istruzione e ricerca; NURSIND per il comparto sanità), nel prendere atto con soddisfazione delle affermazioni del Ministro in merito alla volontà di avviare la stagione contrattuale, a distanza ormai di più di due anni dalla scadenza dei Contratti 2016/2018, desidera portare all’attenzione del Ministro per Pubblica Amministrazione alcune proposte che chiediamo possano trovare accoglimento nei successivi atti amministrativi e normativi. Non tutte le tematiche sono state espresse nei cinque minuti di intervento concessi, per ovvie ragioni di brevità dell’incontro, ma riteniamo utile ribadirle in questo testo che ci è dato la possibilità di produrre.

1. Relazioni sindacali con il Ministro per la Pubblica Amministrazione: chiediamo il pieno coinvolgimento di tutte le confederazioni sindacali rappresentative. La pandemia e la prospettiva di effettuare un reale cambiamento nelle pubbliche amministrazioni ci insegnano che le sfide si vincono con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e non solo di una parte. Le tre federazioni che rappresentiamo hanno non solo una rilevanza numerica di tutto rispetto ma anche una rilevanza strategica perché aggregano sindacati di categorie direttamente coinvolte nel maggior disagio che la situazione emergenziale ha prodotto. Lo sforzo profuso da queste categorie è stato definito dai cittadini “eroico”.

2. Definizione delle risorse per il rinnovo dei contratti: c’è una pubblica amministrazione che è strategica e fondamentale per i cittadini ma non per il datore il lavoro il quale, nell’attuale sistema di definizione delle risorse, prevede aumenti in percentuale sul monte salari uguali in tutto il pubblico impiego. Alla fonte non c’è un riconoscimento del merito e del valore strategico delle categorie. La disponibilità è per tutti il 4,07% del monte salari indipendentemente dal valore delle professioni presenti in alcuni comparti rivelatasi strategici. Sostanzialmente si perpetua una spesa su base storica quando la storia è in realtà molto cambiata. I contratti di lavoro con questa modalità di finanziamento sono diventati oggi una divisore di economie tra poveri soprattutto in quei comparti dove i redditi sono bassi. L’aumento che il contratto porterà in cambio di maggiore flessibilità richiesta dal datore di lavoro sarà in parte vanificato dalla restituzione del beneficio derivante dal taglio del cuneo fiscale. Ciò non avverrà per le aree e i comparti dove i redditi superano i 40 mila euro. Se l’elemento perequativo aveva l’intenzione di correggere questa ingiustizia, una forma compensativa dovrà essere prevista anche per questa tornata contrattuale. Così come è necessario per le Funzioni Centrali riscrivere la struttura della busta paga, ancora oggi ancorata alla previsione di indennità di amministrazione ingiustamente diversificate, considerate inopinatamente salario accessorio mentre costituiscono invece parte integrante della retribuzione, comportando inaccettabili penalizzazioni in termini di trattenute in caso di malattia e minore peso contributivo ai fini pensionistici. Inoltre, in alcuni settori come le funzioni centrali e l’università (comparto con il maggior numero di laureati), il personale è sottoinquadrato ai livelli più bassi svolgendo però le funzioni più elevate. Si rende quindi assolutamente necessario, in questa tornata contrattuale, rivedere gli ordinamenti professionali, ormai desueti, le attuali Aree di inquadramento che non sono in grado di riconoscere le professionalità presenti, gli stessi profili professionali, per intercettare le nuove competenze necessarie in Amministrazioni sempre più digitalizzate e orientate ai cittadini, alle imprese e ai loro bisogni. Una revisione complessiva dell’organizzazione e degli ordinamenti professionali è strategica per far sì che vi sia una crescita complessiva della produttività del lavoro pubblico. È impensabile risolvere il problema del miglioramento dei servizi resi con i bonus riservati a un’esigua parte del personale anziché, come questa Confederazione è convinta debba essere, attraverso un’organizzazione che stimoli la cooperazione piuttosto che la competizione. Sono necessari percorsi di carriera aperti accompagnati da un’attenta gestione del personale, orientata dalla valutazione delle prestazioni, per avviare programmi di formazione continua e coaching che diano la possibilità a tutti i lavoratori di migliorare le proprie competenze e, contestualmente, le proprie condizioni economiche e giuridiche in modo stabile.

3. Atto di indirizzo per la modifica dei comparti: come già espresso nell’intervento, l’accorpamento dei comparti ha prodotto delle distorsioni e delle difficoltà, soprattutto nella parte normativa, tali che le sezioni, tra l’altro nel caso delle Funzioni centrali mai attivate, sono di fatto dei comparti. La proposta che come Confederazione abbiamo più volte fatto è quella di fare i comparti non sulla base del luogo di lavoro ma sulla base delle professionalità che vi lavorano. Un apposito comparto, lo ha reso ancor più evidente la pandemia, per le specificità che lo caratterizzano, dovrebbe essere fatto per gli insegnanti, e uno apposito per i professionisti sanitari e sociali.

4. Ricambio generazionale: scuola, università e sanità sono ad oggi fabbriche di precariato. Il problema dei concorsi nella scuola e nell’università (in particolar modo tra i ricercatori e il personale tecnico amministrativo) e le recenti assunzioni in sanità a tempo determinato per far fronte alla pandemia continuano a perpetuare il problema, nonostante l’invito dell’Europa a ridurre il precariato. La richiesta principale è dunque la stabilizzazione dei precari. Certamente il tema dell’invecchiamento del personale del pubblico impiego può rappresentare un limite all’innovazione della PA e l’agevolazione al ricambio generazionale è una lodevole iniziativa a patto che ci sia un passaggio delle conoscenze tra generazioni. I contratti di lavoro dovrebbero prevedere la figura del tutor per l’inserimento dei neo assunti, la possibilità di avere una riduzione d’orario a parità di stipendio, la possibilità di esonero dal lavoro notturno dopo i 55 anni e la possibilità di una maggior conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro.

5. Modifiche normative: accogliamo con favore l’intenzione di modifica dell’art. 23 comma 2 del Dlgs 75/2017, come più volte richiesto dalla nostra Confederazione, che congela i Fondi alle consistenze storiche, impedisce il pieno utilizzo di quelle già stanziate e disponibili e il relativo incremento. Chiediamo che sia fatta una modifica normativa che consenta da subito l’erogazione dell’indennità di specificità infermieristica eliminando il rimando alla contrattazione così come è stato per i medici. Anche gli infermieri si meritano lo stesso trattamento e non un rimando a fine anno dell’indennità. Va superato il blocco delle progressioni tra le aree, portando a regime la norma sperimentale e aumentandone la percentuale di copertura con personale interno fino al 50 per cento delle facoltà assunzionali. Sarà necessario agire unitamente ai Ministeri del lavoro e dell’Economia per definire anche per il pubblico impiego la riforma del sistema pensionistico, soprattutto per quanto riguarda i lavori gravosi e usuranti, superando le inaccettabili differenziazioni in merito al trattamento di fine rapporto.

Infine una richiesta che può trovare spazio nel decreto che sarà emanato riguarda la possibilità per i sindacati rappresentativi nel pubblico impiego di avere il diritto ad un codice per la trattenuta sindacale per i pensionati pubblici dipendenti che desiderano rimanere iscritti alle organizzazioni sindacali di appartenenza. È una assurdità che per avere assegnati tali codici gestiti dall’INPS si debba essere presenti al CNEL, ente che tiene al suo interno rappresentanze sociali storiche ma non rappresentative tanto quanto le confederazioni del pubblico impiego.

* Incontro del 12/03/2021 con il Ministro per la PA: le proposte della CGS

 

Aran - Orientamenti applicativi Comparto Istruzione e Ricerca - In materia di permessi orari retribuiti per particolari motivi personali o familiari di cui all’art.48, comma 1, lett.b) del CCNL 19.04.2018

Aran - Orientamenti applicativi Comparto Istruzione e Ricerca  - Sezione Università

CIRU9 In materia di permessi orari retribuiti per particolari motivi personali o familiari di cui all’art.48, comma 1, lett.b) del CCNL 19.04.2018

In materia di permessi orari retribuiti per particolari motivi personali o familiari di cui all’art. 48, comma 1, lett. b) del CCNL Istruzione e ricerca 19.04.2018, la previsione che tali permessi “non sono fruibili per frazioni inferiori ad una sola ora” è soddisfatta nel caso in cui il dipendente fruisca nella stessa giornata di due permessi orari dalla cui somma risulti una fruizione complessiva superiore all’ora, ad es. il primo dalle ore 10:00 alle ore 10:45 e l’altro dalle ore 12:30 alle ore 13:45?

La portata applicativa della previsione contrattuale non può che riferirsi ad ogni singolo accesso al beneficio poiché’ la ratio alla base della clausola in esame è quella di evitare che l’eventuale fruizione di tale istituto in maniera ricorrente e/o per archi temporali molto ridotti possa arrecare pregiudizio alla funzionalità dell’assetto organizzativo della singola amministrazione. Di conseguenza, la previsione che tali permessi “non sono fruibili per frazioni inferiori ad una sola ora” va riferita ad ogni accesso al beneficio e non alla durata complessiva dei permessi eventualmente fruiti nell’ambito della stessa giornata lavorativa. Fonte Aran

 

Aran - Orientamenti applicativi Comparto Istruzione e Ricerca - Permesso per particolari motivi personali o familiari di cui all’art.48 del CCNL 19.04.2018

Aran - Orientamenti applicativi Comparto Istruzione e Ricerca - Sezione Università

30/09/2020 CIRU10 - Permesso per particolari motivi personali o familiari di cui all’art.48 del CCNL 19.04.2018

Che incidenza ha sul monte ore annuale la fruizione di una intera giornata lavorativa di permesso per particolari motivi personali o familiari di cui all’art. 48 del CCNL 19.04.2018, nell’ipotesi in cui l’orario giornaliero di lavoro di un dipendente a tempo pieno sia inferiore a 6 ore?

L’art. 48 del CCNL Istruzione e ricerca 19.04.2018 alla lett. e) del comma 2 prevede che i permessi per particolari motivi personali o familiari “possono essere fruiti, cumulativamente, anche per la durata dell’intera giornata lavorativa; in tale ipotesi, l'incidenza dell'assenza sul monte ore a disposizione del dipendente è convenzionalmente pari a sei ore”. In attuazione al tenore letterale della disposizione contrattuale, si ritiene che il permesso in esame fruito per l’intera giornata incida sul contingente complessivo delle diciotto ore annuali sempre secondo una misura convenzionale pari a sei ore, non rilevando se l’orario di lavoro che il dipendente avrebbe dovuto osservare per la medesima giornata lavorativa, sia superiore o inferiore alle sei ore. Pertanto, nel caso in esame, i permessi di cui all’art. 48 del CCNL 19.04.2018 fruiti per l’intera giornata, ancorché l’orario lavorativo previsto sia inferiore alle sei ore, incidono sul monte ore annuo disponibile nella misura di sei ore.

 
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